Nazioni Unite: 29 maggio 2008, Giornata Internazionale delle forze di pace ONU - -

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L’11 dicembre 2002 l’Assemblea Generale, con Risoluzione 57/129, ha designato il 29 maggio “Giornata Internazionale delle forze di pace delle Nazioni Unite”, un modo per riconoscere l’importanza del ruolo svolto dalle donne e dagli uomini che hanno preso parte, e continuano a partecipare, alle missioni di pace delle Nazioni Unite, e per rendere onore alla memoria di coloro che hanno perso la vita in tali missioni (87 nel solo 2007).

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Quest’anno le celebrazioni acquistano un significato particolare poiché coincidono con il 60° anniversario delle operazioni di pace: nel maggio del 1948, infatti, il Consiglio di Sicurezza decideva di predisporre una missione per monitorare l’armistizio tra Israele e Stati arabi.

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Oggi, le missioni di pace delle Nazioni Unite possono contare più di 110.000 donne e uomini tra militari e civili impiegati in aree di conflitto ovunque nel mondo. Essi provengono da quasi 120 Paesi, mentre più della metà degli Stati Membri contribuiscono al mantenimento della pace con truppe e forze di polizia: sotto questo aspetto, Pakistan, India, Bangladesh, Nigeria e Nepal sono i maggiori contribuenti (insieme forniscono quasi la metà delle forze di pace ONU)

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I principali compiti delle forze di pace includono: assistenza umanitaria; promozione dei diritti umani e della parità di genere; addestramento della polizia; disarmo degli ex combattenti; sostegno ai processi elettorali; contribuzione alla creazione di istituzioni statali; avvio dei processi di sviluppo economico.

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Nel corso degli ultimi anni si stanno intensificando le collaborazioni tra le Nazioni Unite e le Organizzazioni regionali, tra cui Unione Europea (missioni in Chad e nella Repubblica Centrafricana) e. Unione Africana (dispiegamento della prima forza ibrida in Darfur).

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Nel 1988, le forze di pace delle Nazioni Unite sono state insignite del Premio Nobel per la pace.

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Per ulteriori informazioni:

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http://www.un.org/events/peacekeepers/

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http://www.un.org/depts/dhl/peacekeepers/

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Messaggio del Segretario Generale in Occasione del 60° Anniversario del Peacekeeping ONU UNRIC/ITA/1212/08

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Bruxelles, 23 maggio 2008

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Messaggio del Segretario Generale in Occasione del 60° Anniversario del Peacekeeping ONU

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(29 maggio 2008)

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Quest’anno, la Giornata Internazionale che celebra le forze di pace ONU segna anche il 60° Anniversario delle operazioni di pace. Sessant’anni fa, oggi, il Consiglio di Sicurezza stabiliva la nostra prima missione di pace. La maggior parte del personale proveniva da un piccolo gruppo di Stati europei e americani e comprendeva fondamentalmente militari disarmati incaricati dell’osservazione e monitoraggio del cessate il fuoco.

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Da allora, le operazioni di pace sono diventate il punto di forza della nostra organizzazione. Oggi abbiamo più di 110.000 donne e uomini impiegati in aree di conflitto ovunque nel mondo. Essi provengono da quasi 120 paesi, un record assoluto, che riflette la fiducia nel peacekeeping delle Nazioni Unite. Vengono da nazioni piccole e grandi, ricche e povere, alcune delle quali recentemente colpite esse stesse da conflitti. Apportano nel loro lavoro differenti culture ed esperienze ma sono nel contempo uniti nella loro determinazione a promuovere la pace. Alcuni di loro indossano un uniforme ma molti altri sono civili e le loro attività si estendono ben oltre il monitoraggio.

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Le forze di pace addestrano la polizia, disarmano ex combattenti, sostengono processi elettorali e contribuiscono a creare istituzioni statali. Costruiscono ponti, riparano scuole, assistono le vittime delle inondazioni e proteggono le donne dalla violenza sessuale, sostenendo i diritti umani e promuovendo la parità di genere. Grazie al loro sforzo, è possibile prestare assistenza umanitaria ed avviare processi di sviluppo economico.

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Lo scorso anno ho visitato le forze di pace in Africa, Asia, Medio Oriente e nei Caraibi. Ho visto rifugiati rientrare nelle loro case, bambini tornare a scuola, cittadini di nuovo protetti dallo stato di diritto. Ho visto intere società passare dalla devastazione alla rinascita, grazie all’aiuto delle forze di pace. A Haiti, in Liberia e nella Repubblica Democratica del Congo, i caschi blu hanno creato le premesse per consolidare una pace altrimenti ancora fragile. 

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Non potremmo portare a termini i nostri obiettivi senza la collaborazione delle organizzazioni regionali. L’Unione Africana e le Nazioni Unite stanno dispiegando la prima forza ibrida in Darfur. Collaboriamo inoltre con l’Unione Europea in Chad e nella Repubblica Centrafricana. Più della metà degli Stati Membri contribuiscono al mantenimento della pace con truppe e forze di polizia; sotto questo aspetto, Pakistan, India, Bangladesh, Nigeria e Nepal sono i maggiori contribuenti. Insieme, questi paesi del sud del mondo rappresentano quasi la metà delle forze di pace ONU.

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Il 60° Anniversario del Peacekeeping è un’occasione per celebrare, ma anche per onorare la memoria dei nostri colleghi scomparsi. Nel corso di questi ultimi sessant’anni, più di 2.400 uomini sono morti servendo la causa della pace, 87 dei quali nel 2007. Ognuno di essi è un eroe. Oggi prendiamo l’impegno a garantire che i loro sacrifici non siano mai dimenticati e il fondamentale lavoro dei caschi blu continui fino a quando sia necessario.

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