Nazioni Unite: conclusioni e raccomandazioni del Comitato contro la tortura sul quarto rapporto periodico dell’Italia
Nelle sue osservazioni il Comitato si congratula per l’adozione di una serie di misure legislative (la ratifica della convenzione sul crimine organizzato e del protocollo sul traffico di persone, la legge contro la violenza sui minori, quella sulle mutilazioni genitali femminili, ecc.).
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Tuttavia sono molti i motivi di preoccupazione evidenziati dal documento. Le critiche alla condotta dell’Italia in materia di tortura riguardano, in primo luogo, la perdurante mancanza nella nostra legge del reato di tortura (introdotto solo nel codice penale militare di guerra). Altri aspetti critici sono: la normativa sulla detenzione cautelare, la legge Pisanu che permette il fermo di polizia di durata fino a cinque giorni; la mancanza di un difensore civico nazionale; la mancanza di una normativa adeguata in materia di asilo e di divieto del respingimento dei richiedenti asilo; lo scorso utilizzo delle norme che consentono di perseguire gli autori di tortura commessa all’estero e la scarsa collaborazione con gli stati che intendono punire i colpevoli di tortura (nel 2001 un torturatore del regime militare argentino ricercato dalla Francia ha potuto lasciare il nostro paese in circostanze tutt’altro che chiare).
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Restano inoltre non soddisfacenti, nonostante l’indulto della scorsa estate, le condizioni dei detenuti e quelle nei centri di permanenza temporanea e di identificazione per stranieri in attesa di espulsione o appena entrati irregolarmente in Italia. Infine, il documento evidenzia scarsa formazione specifica del personale di polizia, che deve essere addestrato ad evitare ogni forma di tortura e trattamento inumano.
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Non manca il riferimento critico ai più recenti casi che fanno pensare ad un uso eccessivo della forza da parte delle forze dell’ordine (a Genova e Napoli nel 2001, in val di Susa nel 2005) e alla difficoltà di indagare su tali vicende. Viene notata la carenza di leggi per il risarcimento e l’assistenza alle vittime di tortura o trattamenti analoghi. Viene richiamato con preoccupazione l’esistenza di fenomeni di tolleranza verso metodi violenti da parte delle autorità quando si colpiscono gruppi di Rom o altri gruppi che soffrono in generale forme di discriminazione, la gravità dei fenomeni di tratta di persone (nonostante una legislazione all’avanguardia) e la piaga perdurante della violenza domestica contro le donne e i bambini.
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Il Comitato lamenta infine la carenza di dati quantitativi messi a disposizione dal governo italiano. Del resto, non avendo ancora una norma che penalizza esplicitamente la tortura, tali dati sono effettivamente di difficile raccolta e catalogazione.
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L’osservazione generale sul rapporto dell’Italia è disponibile (per il momento solo in inglese) al seguente indirizzo: http://www.ohchr.org/tbru/cat/Italy.pdf