Nazioni Unite – Consiglio diritti umani: esito dell’esame periodico universale dell’Italia
Martedì 9 febbraio si è svolto a Ginevra l’esame periodico universale (UPR) dell’Italia.
Per tre ore la delegazione del Governo italiano composta da 25 funzionari di vari Ministeri e guidata dal Viceministro degli Affari Esteri Vincenzo Scotti ha dovuto rispondere a domande, preoccupazioni e raccomandazioni da parte dei paesi membri del Consiglio Diritti Umani e degli altri Paesi membri delle Nazioni Unite.
Ben 64 Paesi hanno chiesto di poter intervenire al dibattimento (interactive dialogue) ma solo 51 hanno potuto effettivamente prendere la parola per ragioni di limiti di tempo. Visto il numero di Paesi sulla list of speakers il Presidente del UPR- Working Group ha deciso di limitare a 2 minuti il tempo a disposizione di ciascuno stato.
Il dibattito è stato basato su 4 documenti sintetici: il rapporto del Governo italiano; la compilazione riassuntiva (ad opera dell’OHCHR) di tutte le raccomandazioni dei Treaty Bodies e Special Rapporteurs che hanno considerato la situazione italiana negli ultimi 4 anni; il riassunto (ad opera del OHCHR) delle informazioni aggiuntive o alternative pervenute da altri stakeholders tra cui per esempio organizzazioni non governative ed istituzioni nazionali indipendenti; le domande scritte pervenute al Governo prima della sessione (advance questions to Italy) da parte di Austria, Denmark, Norway, Sweden e UK.
Il Comitato per la Promozione e Protezione dei diritti umani, a seguito delle riunioni fatte, aveva inviato ad agosto 2009 all’Office of the High Commisioner for Human Rights una submission of information che ha avuto ampio riscontro nel summary of other stakeholders’ submissions.
Il Comitato è stato presente a Ginevra con una delegazione composta da Carola Carazzone, VIS - Volontariato Internazionale per lo Sviluppo - e portavoce del Comitato, Barbara Terenzi, Fondazione Basso Sezione Internazionale, coordinatrice del Comitato, Arianna Saulini, Save the Children e coordinatrice del Gruppo di lavoro sulla Convenzione sui diritti dell’infanzia, Maria Grazia Caputo, Rappresentante permanente a Ginevra dell’Istituto Internazionale Maria Ausiliatrice e del VIDES.
In questa prima sessione della UPR, le ONG che possono accedere ai lavori - solo quelle con status consultivo presso ECOSOC- possono assistere alla discussione, senza intervenire.
Nel draft report sull’Italia adottato giovedì dal UPR- Working Group, sono state rivolte 92 raccomandazioni al Governo italiano.
Su ciascuno di questi 92 punti il Governo dovrà rispondere, al massimo entro la sessione plenaria di giugno del Consiglio Diritti Umani, dicendo espressamente se accetta o non accetta la raccomandazione ricevuta e, in particolare se non accetta, motivare esaustivamente.
Moltissime sono le raccomandazioni all’Italia in materia di adempimento della risoluzione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite n. 48/134 del 20 dicembre 1993 e costituzione senza ulteriori ritardi una commissione nazionale indipendente per i diritti umani in linea ai Principi di Parigi in merito a indipendenza, autorevolezza ed effettività. Grave preoccupazione da parte di numerosi paesi è stata espressa anche in merito a libertà dei media, mancata ratifica del protocollo opzionale alla Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura e altri trattamenti inumani o degradanti, manifestazioni di razzismo e xenofobia inclusi discorsi di incitamento all’odio razziale da parte di politici italiani.
Particolare attenzione è stata posta anche alla promozione e protezione dei minori, unitamente alle tematiche legate alla discriminazione di genere, in particolare nel mercato del lavoro e alla scarsa partecipazione delle donne nella vita politica italiana.
Si tratta dunque di uno strumento di pressione ed advocacy utilissimo per tutte le organizzazioni non governative italiane che lo potranno utilizzare individualmente e sul quale il Comitato per la Promozione e Protezione dei diritti umani lancerà un monitoraggio sistematico fino alla fine di maggio.
Il monitoraggio utilizzerà una metodologia altamente partecipativa e sarà finalizzato alla produzione di un documento di presa di posizione congiunta da pubblicare prima della sessione plenaria del Consiglio Diritti Umani a giugno, in cui il Comitato per la Promozione e Protezione dei diritti umani potrà prendere ufficialmente la parola.