Nazioni Unite: il Comitato diritti umani analizza il Rapporto dell'UNMIK
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Il Comitato diritti umani, organo di esperti indipendenti previsto dal Patto internazionale sui diritti civili e politici, ha preso in considerazione lo scorso 20 luglio 2006 il Rapporto presentato dall’Amministrazione provvisoria delle Nazioni Unite in Kossovo (UNMIK). Nel presentare il suo Rapporto iniziale al Comitato, nel 2004, i rappresentanti della Serbia-Montenegro avevano infatti affermato l’impossibilità da parte del loro Paese di garantire il rispetto dei propri obblighi internazionali in materia di diritti umani relativamente al Kossovo, suggerendo a questo riguardo l’intervento dell’UNMIK.
-In questo frangente, tuttavia, i rappresentanti della Serbia-Montenegro sono stati associati alla delegazione dell’UNMIK nella presentazione del Rapporto al Comitato diritti umani: in particolare, all’inizio dell’incontro, Dejan Šahović, vice-Ministro per gli Esteri della Serbia, ha sottolineato come le Missioni delle Nazioni Unite non abbiano solo obblighi di tipo declaratorio circa il rispetto dei diritti umani, ma siano direttamente responsabili della loro applicazione.
-Introducendo quindi il Rapporto dell’UNMIK, Alexander Borg-Olivier, esperto giuridico della Missione, ha messo in luce come l’azione delle Nazioni Unite in Kossovo sia stata volta a creare un sistema giurisdizionale multi-etnico e ad affermare l’equa partecipazione di tutte le componenti etniche kossovare nella vita pubblica. Sin dalla sua creazione, nel 1999, l’Amministrazione provvisoria ha provveduto ad adottare una serie di normative relative al diritto penale e civile le quali non solo risultano essere coerenti con gli standard europei, ma incorporano in maniera sostantiva un importante numero di previsioni di diritto internazionale dei diritti umani. L’UNMIK si è inoltre adoperata per garantire condizioni di vita normali a coloro che hanno deciso di ritornare a vivere in Kossovo dopo lo sfollamento all’estero.
-Oltre a questi aspetti positivi, il Rapporto ammette tuttavia come, nonostante il numero di crimini motivati da ragioni razziali quest’anno sia ulteriormente calato, notevoli difficoltà continuano a registrarsi nel garantire la sicurezza dei serbi kossovari; inoltre, le condizioni della cooperazione tra questi ultimi ed il Governo serbo a Pristina rimangono difficili.
-In una comunicazione successiva resa da Vedat Gashi, Consigliere del Primo-Ministro delle Istituzioni provvisorie per l’auto-governo (PISG), è stato affermato che i due dicasteri recentemente creati, il Ministero degli Interni ed il Ministero della Giustizia, svolgeranno un importante ruolo a favore della promozione e protezione dei diritti umani dei cittadini kossovari.
-Il Presidente del Comitato, Christine Chanet, esprimendo una serie di osservazioni conclusive preliminari, ha constatato l’evidente impegno da parte di UNMIK a favore della promozione e protezione dei diritti umani delle popolazioni kossovare, osservando tuttavia come il Rapporto non fornisca adeguate informazioni circa l’effettiva implementazione della normativa civilistica e penalistica di cui sopra. Inoltre, rappresentano motivo di preoccupazione per il Comitato il trasferimento del mandato dell’Ombudsman della Missione al Panel consultivo sui diritti umani di UNMIK, le limitazioni alla libertà di movimento, i ritardi nelle corti e nelle procedure giurisdizionali e le difficili condizioni di detenzione.
-Il Comitato renderà note le conclusioni formali - comprensive di una serie di raccomandazioni - relative all’analisi e discussione del Rapporto presentato dall’UNMIK al termine della corrente sessione di lavoro, il 28 luglio 2006.