Nazioni Unite: l'Alto Commissario per diritti umani esorta l'Assemblea generale ad agire per proteggere la popolazione siriana
Nel suo discorso all'Assemblea generale delle Nazioni Unite, Navathem Pillay, Alto Commissario per i Diritti Umani, dichiara che il governo siriano sta perpetrando crimini contro l'umanità e sollecita il Consiglio di sicurezza perché deferisca la situazione alla Corte penale internazionale. A conclusione della sua denuncia, l'Alto Commissario cita alla lettera un passaggio del Preambolo della Dichiarazione universale solitamente ignorato, laddove si afferma che "è indispensabile che i diritti umani siano protetti da norme giuridiche, se si vuole evitare che l'uomo sia costretto a ricorrere, come ultima istanza, alla ribellione contro la tirannia e l'oppressione".
L’Assemblea generale, riunitasi il 13 febbraio scorso per considerare il rapporto relativo alla 18° Sessione speciale del Consiglio diritti umani dedicata proprio alla Siria (A/66/53/Add.2), viene esortata a parlare con una “sola voce” contro la violenza e i crimini perpetrati nel paese. Secondo l’Alto Commissario, dopo il recente fallimento del Consiglio di Sicurezza nell’adottare una risoluzione volta ad appoggiare il piano della Lega Araba a causa del veto posto da Cina e Russia, la responsabilità di proteggere la popolazione siriana, brutalmente violata dal governo siriano, è ora in capo all’intera comunità internazionale.
In base a stime attendibili, in Siria negli ultimi 11 mesi hanno perso la vita per mano delle forze di sicurezza governative più di 5.000 persone. Decine di migliaia sono stati gli arresti e ben 18.000 sembrano essere gli individui detenuti arbitrariamente. Si stima inoltre che 25.000 persone abbiano cercato rifugio in paesi vicini mentre sono 70.000 coloro costretti ad abbandonare la propria casa.