Nazioni Unite – L’Assemblea Generale chiede alla Corte Internazionale di Giustizia un parere sulla legalità dell’indipendenza del Kosovo

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L’8 ottobre scorso, l’Assemblea Generale, con 77 voti a favore, 6 contrari (Albania, Isole Marshall, Stati Federati della Micronesia, Nauru e Stati Uniti) e 74 astensioni, ha adottato la risoluzione A/63/L.2, proposta dalla Serbia, in cui si richiede alla Corte Internazionale di Giustizia di formulare un parere consultivo (non vincolante) in merito alla legalità della dichiarazione di indipendenza del Kosovo.

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Introducendo il testo, il Ministro degli Affari Esteri serbo, Vuk Jeremić, ha dichiarato che in questo modo si “eviterebbe che la crisi kosovara possa divenire un problematico precedente in ogni parte del pianeta dove sono covate ambizioni secessioniste”. Un parere consultivo fornirebbe delle linee guida politicamente neutrali e giurdicamente autorevoli per quei paesi che devono ancora decidere come trattare la decisione unilaterale kosovara.

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La delegazione albanese, ricordando che la Comunità internazionale era intervenuta in Kosovo nel tentativo di far cessare “la pulizia etnica e il genocidio condotto dallo Stato” responsabile dell’esodo di un milione di kosovari di etnia albanese, e di migliaia di vittime e di scomparsi, si è detta “rispettosamente in disaccordo”, dichiarando che la bozza in questione rappresenta un tentativo – “legale, ma, intimamente manipolativo” – di bloccare il processo di riconoscimento del Kosovo, con lo scopo di causare effetti negativi sul terreno.

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La rappresentante permanente degli Stati Uniti ha dichiarato di condividere la preoccupazione albanese, spiegando che la richiesta alla Corte di esprimere un parere sulla questione sia “non necessaria e inutile”. La preoccupazione comune dovrebbe essere quella di contribuire a plasmare un futuro sia per la Serbia sia per il Kosovo, e la risoluzione presentata all’Assemblea non va in questa direzione.

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Testo della risoluzione

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Per ulteriori informazioni: http://www.un.org/ga/

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Esito della votazione

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A favore:  Algeria, Angola, Antigua e Barbuda, Argentina, Azerbaijan, Bielorussia, Bolivia, Botswana, Brasile Brunei Darussalam, Cambogia, Cile, Cina, Congo, Costa Rica, Cuba, Cipro, Repubblica Democratica Popolare di Korea, Repubblica Democratica del Congo, Gibuti, Dominica, Repubblica Domenicana, Egitto, El Salvador, Guinea Equatoriale, Eritrea, Fiji, Grecia, Guatemala, Guinea, Guyana, Honduras, Iceland, India, Indonesia, Iran, Giamaica, Kazakhstan, Kenya, Kyrgyzstan, Lesotho, Liechtenstein, Madagascar, Mauritius, Messico, Montenegro, Myanmar, Namibia, Nicaragua, Niger, Nigeria, Norvegia, Panama, Papua Nuova Guinea, Paraguay, Filippine, Romania, Federazione Russa, Saint Vincent and the Grenadines, Serbia, Singapore, Slovacchia, Isole Solomon, Sud Africa, Spagna, Sri Lanka, Sudan, Suriname, Swaziland, Siria, Timor-Leste, Repubblica di Tanzania, Uruguay, Uzbekistan, Viet Nam, Zambia, Zimbawe.

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Contrari:  Albania, Isole Marshall, Micronesia, Nauru, Palau, Stati Uniti.

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Astenuti:  Afghanistan, Andorra, Armenia, Australia, Austria, Bahamas, Bahrain, Bangladesh, Barbados, Belgio, Belize, Benin, Bhutan, Bulgaria, Burkina Faso, Camerun, Canada, Colombia, Croazia, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Georgia, Germania, Ghana, Grenada, Haiti, Ungheria, Irlanda, Israele, Italia, Giappone, Giordania, Lettonia, Libano, Lituania, Lussemburgo, Malaysia, Malta, Monaco, Mongolia, Marocco, Nepal, Paesi Bassi, Nuova Zelanda, Oman, Pakistan, Perù, Polonia, Portogallo, Qatar, Repubblica di Korea, Repubblica Moldova, Saint Lucia, Samoa, San Marino, Arabia Saudita, Senegal, Sierra Leone, Slovenia, Svezia, Svizzera, Tailandia, Ex Repubblica Yugoslava di Macedonia, Togo, Trinidad e Tobago, Uganda, Ucraina, Emirati Arabi Uniti, Regno Unito, Vanuatu, Yemen.

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