diritti umani

Nazioni Unite: osservazioni conclusive del Comitato diritti umani sulla situazione dell'Italia

NU, Ginevra, Sala del Consiglio dei diritti umani
© UN Photo

Il Comitato diritti umani delle Nazioni Unite, a conclusione della 3364° sessione, tenutasi a Ginevra il 23 marzo 2017, ha adottato le osservazioni conclusive sul 6° rapporto periodico dell’Italia. Il Comitato è un organo composto da esperti indipendenti incaricati di monitorare l’implementazione del Patto internazionale sui diritti civili e politici (1966) da parte dei 169 Stati che l'hanno ratificata.
Le osservazioni conclusive sul rapporto italiano contengono una serie di raccomandazioni inerenti le misure legislative e le politiche da adottare per garantire l’implementazione del Patto internazionale.

Il Comitato inizia ringraziando l'Italia per il suo rapporto, sebbene arrivato con 6 anni di ritardo, elencando una serie di azioni positive adottate dall'Italia, in particolare:

  • L'approvazione della l.76/2016 (Unioni civili anche per coppie omosessuali).
  • L'adozione del Piano d'azione nazionale contro la tratta e il grave sfruttamento degli esseri umani 2016-2018.
  • L'approvazione della l.119/2013 contro la violenza di genere.
  • L'adozione della Strategia nazionale interministeriale d’inclusione dei Rom, Sinti, e Caminanti 2012-2020.
  • La ratifica di importanti strumenti internazionali come il Protocollo facoltativo alla Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura, del Protocollo facoltativo al Patto sui diritti economici, sociali e culturali, Convenzione sulla riduzione dell’apolidia, del terzo Protocollo facoltativo alla Convenzione sui diritti del bambino sulle procedure di comunicazione, della Convenzione internazionale per la protezione di tutte le persone dalla sparizione forzata, del Protocollo facoltativo alla Convenzione sui diritti delle persone con disabilità.
  • Il ritiro delle riserve agli articoli 15(1) e 19(3) del Patto internazionale sui diritti civili e politici.

Seguono i principali punti di debolezza e le raccomandazioni indirizzate al paese in tema di diritti umani:

  • Mancanza di un'istituzione nazionale per la difesa dei diritti umani.
  • Mancanza di chiarezza e di effettività sostanziale della legislazione specifica contro le discriminazioni in particolare in caso di discriminazioni intersezionali.
  • Discriminazioni sulla base dell'orientamento sessuale e dell'identità di genere: non è garantito il diritto di adozione ne l'accesso alle tecniche di fecondazione in vitro per le coppie gay, bisogna combattere discriminazioni e 'hate speech' nei confronti delle persone LGBTI.
  • Riguardo l'Hate speech e discriminazioni razziali, persistono da parte dei media e delle amministrazioni pubbliche stigmatizzazione, stereotipi e discorsi razzisti relativamente alle comunità Rom, Sinti, e Caminanti, ai non-cittadini. Le aggravanti previste dalla legge Mancino contro l'hate-crime non sono abbastanza efficaci.
  • Insufficienza della Strategia nazionale interministeriale d’inclusione dei Rom, Sinti, e Caminanti del 2012, continua discriminazione e nessun rimedio previsto contro le leggi discriminatorie vigenti in passato.
  • Mancanza del reato di tortura nel codice penale, uso eccessivo della forza e maltrattamenti (impuniti per legge non ageguata) da parte delle forze dell'ordine specialmente durante l'identificazione dei migranti negli hotspots.
  • Apolidia e cittadinanza sono ancora un grosso problema specie per i bambini delle comunità Rom ed in generale la legislazione sulla cittadinanza deve essere riformata perchè obsoleta.
  • Richiamo alla gestione dei flussi migratori nel rispetto dei diritti umani, con particolare preoccupazione riguardo il sistema “hotspot” adottato dall'Italia, dove le persone permangono molto più a lungo del previsto, con un numero di centri di accoglienza inadeguato, tanto quanto le loro condizioni. Molto preoccupanti anche le modalità di respingimento, spesso arbitrarie, e di identificazione, l'inadeguata protezione dei minori non accompagnati, l'assistenza ed il monitoraggio delle persone in situazione di vulnerabilità come vittime di tratta, torture e violenza sessuale e di genere.
  • Sfruttamento dei lavoratori migranti, specialmente irregolari, che non hanno accesso ad una protezione legale nonostante la nuova legge contro il caporalato approvata nel 2016 e neanche ad alcuni servizi sociali provvisti dalle autorità locali.
  • Inadeguatezza del sistema penale che vede le carceri italiane per quasi la metà popolate da non-cittadini con la segnalazione di pratiche di profiling razziale e condizioni detentive di sovraffollamento. Anche il regime previsto dall'articolo 41-bis, il carcere duro, è criticato dal Comitato. I procedimenti giudiziari lunghi e il limitato accesso alla difesa gratuita mettono a rischio il diritto ad un processo giusto.
  • Anche il diritto alla privacy è minato dal decreto antiterrorismo (“Decreto Mille Proroghe”) che dà accesso a dati digitali senza autorizzazione giudiziaria, anche il regime che regola le intercettazioni, l'hacking deve rispettare i diritti umani.
  • Esistenza tuttora del reato di diffamazione e blasfemia che può essere usato per limitare la libertà di espressione, riguardo la libertà d'informazione, l'Italia deve implementare il Freedom of Information Act.

Il prossimo rapporto sull’attuazione del Patto internazionale sui diritti civili e politici (1966) dovrà essere presentato al Comitato entro il 29 marzo 2022.

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