Nazioni Unite: osservazioni conclusive del Comitato per i diritti economici, sociali e culturali sul rapporto dell’Italia
Il 9 ottobre 2015 il Comitato per i diritti economici, sociali e culturali delle Nazioni Unite, a conclusione della 56° sessione tenutasi a Ginevra, ha adottato le osservazioni conclusive sul rapporto dell’Italia. Il Comitato è un organo composto da 18 esperti indipendenti incaricati di monitorare l’implementazione del Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali (1966) da parte dei 164 Stati che l’hanno ratificato.
Le osservazioni conclusive sul rapporto dell’Italia contengono una serie di raccomandazioni inerenti le misure legislative e le politiche da adottare per garantire l’implementazione del Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali (1966) nel Paese. Esse riguardano, tra gli altri, i seguenti ambiti:
Attuazione del Patto. Il Comitato raccomanda al Governo l'adozione di misure finalizzate all’adeguamento del diritto interno ai precetti del Patto, in grado di rendere effettivi i diritti economici, sociali e culturali nelle corti domestiche.
Misure di austerità. Il Comitato constata che le misure di austerità adottate dal Governo in risposta alla crisi finanziaria hanno influito negativamente sul livello di protezione dei diritti economici, sociali e culturali e raccomanda al Governo di condurre una revisione delle misure tutt'ora in vigore finalizzata a garantire la tutela dei diritti contenuti nel Patto.
Corruzione. Il Comitato raccomanda al Governo di aumentare gli sforzi per contrastare la corruzione, garantendo la trasparenza e l’indipendenza delle istituzioni anti-corruzione e assicurando un’effettiva attuazione della legge anti-corruzione. A tal fine, il Comitato incoraggia il Governo ad allocare risorse maggiori alla lotta a tale fenomeno, ad implementare politiche a tolleranza zero e ad assicurare l’effettiva protezione delle vittime, degli informatori e dei loro avvocati.
Istituzione nazionale per i diritti umani. Il Comitato denuncia il ritardo dell'Italia nell’istituire una istituzione nazionale per i diritti umani e raccomanda al Governo di provvedere entro tempi brevi.
Non discriminazione ed eguaglianza. Il Comitato incoraggia l’Italia ad adottare una legge completa sull’anti-discriminazione in grado di garantire la protezione degli individui contro tale minaccia nel godimento dei diritti economici, sociali e culturali. La discriminazione contro persone con disabilità e il tema dell'eguaglianza uomo donna necessitano di interventi specifici. Permane il problema della violenza contro le donne, in risposta al quale lo Stato deve assicurare l’effettiva implementazione della legislazione presente e di piani di azione adeguatamente finanziati.
Lavoro. In tale ambito, il Comitato rileva quattro aree di intervento fondamentali: lotta alla disoccupazione, contrasto all’economia informale, garanzia di condizioni di lavoro giuste e favorevoli, garanzia del diritto allo sciopero e dei diritti delle organizzazioni sindacali.
Sicurezza sociale. Il Comitato condanna i tagli alla spesa e ai servizi sociali e invita il Governo ad adottare al più presto misure volte a ristorare le allocazioni finanziarie ai principali fondi nazionali per l’intervento sociale, assicurando in tal modo a tutti servizi sociali essenziali su base non discriminatoria.
Povertà. Il Comitato rileva con preoccupazione il crescente tasso di povertà e suggerisce al Governo di prestare particolare attenzione alla povertà infantile e presente nelle regioni del sud Italia, garantendo supporti sociali ed economici a famiglie vulnerabili e sviluppando programmi di riduzione della povertà basati sui diritti umani.
Diritto all’abitazione. Il Comitato raccomanda l’adozione di una legislazione nazionale sugli alloggi, volta a soddisfare i bisogni di famiglie povere o a basso reddito.
Diritto alla salute. Il Comitato, dopo aver evidenziato forti disparità regionali e l'effetto negativo delle misure di austerità adottate, richiede al Governo di assicurare un equo accesso ai servizi sanitari di base, indipendentemente dalla situazione socio-economica degli individui, e valutare l’impatto dei tagli alla sanità su gruppi svantaggiati ed emarginati.
Diritto all'educazione. Il Comitato raccomanda al Governo di adottare politiche volte a ridurre il tasso di abbandono scolastico e garantire il diritto a un’educazione inclusiva per bambini con disabilità e appartenenti a gruppi svantaggiati ed emarginati.
Gruppi vulnerabili. Migranti, richiedenti asilo, rifugiati. Il Comitato raccomanda al Governo di: interrompere le pratiche illegali di respingimento; intensificare gli sforzi per garantire il pieno godimento dei diritti economici, sociali e culturali; incrementare il numero di centri di accoglienza; rafforzare la cooperazione internazionale; assicurare l’accesso ai servizi base. Rom. Il Comitato raccomanda al Governo di implementare efficacemente la Strategia Nazionale sull’inclusione di Rom, Siniti e Caminanti (2012), garantendo loro i servizi sociali di base.
Diritti culturali. Il Comitato si rammarica della mancanza di informazioni riguardanti l’effettivo godimento dei diritti culturali in Italia e raccomanda al Governo di garantire a tutti il diritto di partecipare alla vita culturale del Paese, tutelando membri gruppi svantaggiati ed emarginati.
Il prossimo rapporto sull’attuazione del Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali (1966) dovrà essere presentato al Comitato entro il 31 ottobre 2020.