Nazioni Unite: si chiude il mandato di Kofi Annan

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Lo scorso 19 dicembre 2006 in una conferenza stampa (testo completo) il Segretario generale dell’ONU Kofi Annan ha tracciato un bilancio dei suoi 10 anni alla guida delle Nazioni Unite. Annan, sostenitore del multilateralismo, ha ricordato la guerra in Iraq come il momento più difficile vissuto durante il suo mandato nonché le numerose questioni che il suo successore, il sudcoreano Ban Ki Moon, dovrà affrontare fin dai primi giorni del suo insediamento, il 1° gennaio 2007: il Darfur, il Medio Oriente, la questione nucleare, la sfida al terrorismo. Nella conferenza stampa Kofi Annan ha ricordato anche il ruolo delle Nazioni Unite negli aiuti alle popolazioni colpite dallo tsunami e dal terremoto nel Kashmir e l’impegno per l’attuazione degli obiettivi del millennio.

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Per un bilancio sul mandato del Segretario generale uscente Radio Vaticana ha intervistato il professor Antonio Papisca, direttore del Centro diritti umani.

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L’audio dell’intervista è disponibile a questo link nel sito di Radio Vaticana.

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Intervista di Stefano Leszczynski

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R. – Kofi Annan ha svolto due mandati e proprio nel periodo in cui Kofi Annan è stato segretario generale, abbiamo rivisto il ripetersi delle guerre, della violenza diffusa, anche in maniera brutale, in molte parti del mondo. Kofi Annan è stato, quindi, il vaso di coccio classico in mezzo ad attori potenti, che hanno fatto ricorso più ai disvalori della realpolitik che non ai principi di diritto internazionale che si radica nella Carta delle Nazioni Uniti e nella Dichiarazione universale. Ci sono, però, anche degli aspetti positivi: lo sforzo di Kofi Annan per tenere alta la bandiera del multilateralismo. A fine mandato qualche speranza è legata all’intervento delle Nazioni Unite in Libano, che è un intervento – diciamo – nel segno della legalità.

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D. – Lei diceva “luci ed ombre”. Tuttavia sotto la guida di Kofi Annan, la fiducia dell’opinione pubblica nei confronti delle Nazioni Unite non è stata proprio esaltante …

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R. – Intanto distinguiamo quello che è la percezione e quindi l’immagine delle Nazioni Unite che viene data e profusa dai mass media e quella che è la percezione della identità vera e genuina delle Nazioni Unite che si ha nell’ambito delle Organizzazioni della società civile, dei movimenti transnazionali di solidarietà. Gli ideali delle Nazioni Unite sono fortemente sentiti in questi ambienti. E’ chiaro che ci sono poi grandi aspettative per il ruolo delle Nazioni Unite. In tutti gli ambiti della società civile si guarda al futuro, anche immediato, delle Nazioni Unite in termini di potenziamento e democratizzazione.

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D. – Che dire dello scandalo del programma Oil for Food, Petrolio contro Cibo, avviato per alleviare le sofferenze del popolo iracheno sotto embargo, ma contaminato da gravi episodi di corruzione?

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R. – Quella è una pagina che rientra ovviamente nelle “ombre”. Prima di portare, però, tutto ad un capro espiatorio, Kofi Annan, bisogna in prima istanza chiamare in causa le responsabilità degli Stati: l’ONU è fatta dagli Stati. Sicuramente Kofi Annan non ha avuto una personalità con attribuiti carismatici particolari. Diciamo che alla fine Kofi Annan come segretario generale nell’insieme ha correttamente svolto il suo mandato ed ora speriamo nel successore.