Obiettivi di Sviluppo del Millennio - Pubblicati due rapporti per iniziativa delle Nazioni Unite e della società civile globale
La Comunità internazionale continua ad avanzare verso il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (MDGs), nonostante la crisi economica globale, ma i progressi sono ancora troppo lenti e gli Stati devono aumentare i propri sforzi per il raggiungimento degli obiettivi entro il 2015. E’ quanto afferma il Rapporto annuale 2010 sul monitoraggio degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, presentato lo scorso 23 giugno dal Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon.
Il Rapporto mostra come la Comunità internazionale abbia raggiunto risultati importanti in settori quali la riduzione della povertà estrema, la lotta all’HIV/AIDS e alla malaria, l’accesso all’acqua potabile; tuttavia, permangono gravi problemi in aree critiche, quali il miglioramento della salute materna e l’accesso a servizi sanitari decenti.
In particolare, la percentuale delle persone che vivono in povertà estrema (con meno di 1.25$ al giorno) è stata drasticamente ridotta negli ultimi due decenni: i tassi di povertà estrema, infatti, sono scesi dal 46% del 1990 al 27% del 2005, e si prevede che continueranno a diminuire fino al 15% nel 2015. Tuttavia, la maggior parte dei successi in quest’ambito si sono registrati principalmente in Cina e nel sud-est asiatico; altrove, i progressi sono stati più lenti. Nella stessa regione asiatica, permangono disparità enormi tra ricchi e poveri, e tra comunità urbane e rurali.
Le bambine continuano a non avere le stesse opportunità dei bambini, soprattutto nel settore educativo: una bambina che vive in una famiglia povera ha una possibilità quattro volte inferiore a quella di un bambino che si trova nella medesima situazione di frequentare la scuola. E se in America Latina e Carabi sono stati compiuti importanti progressi sul fronte della salute infantile e dell’uguaglianza di genere, in alcune regioni dell’Africa meno della metà delle donne ricevono assistenza medica al momento del parto.
Il Rapporto, dunque, invita gli Stati ad aumentare i propri sforzi su diversi fronti, soprattutto al fine di: creare posti di lavoro, incentivare lo sviluppo economico, incoraggiare la sicurezza alimentare, promuovere l’energia pulita e rafforzare la cooperazione tra Paesi ricchi e quelli poveri.
“L’incertezza economica non può essere addotta come pretesto per rallentare gli sforzi per lo sviluppo”, ha affermato il Segretario Generale; “Al contrario, è una ragione per accelerarli. Investendo sugli MDGs, investiamo sulla crescita economica globale. Concentrandoci sui bisogni dei più vulnerabili, poniamo le fondamenta per un domani più prospero e sostenibile”.
Il Segretario Generale ha infine annunciato che sta istituendo un MDG Advocacy Group, composto da 17 leaders politici, uomini d’affari e intellettuali provenienti da varie parti del mondo, che lavoreranno per ampliare il sostegno al raggiungimento degli MDGs. Il Presidente rwandese Paul Kagame ed il Primo Ministro spagnolo José Luis Rodríguez Zapatero presiederanno congiuntamente il Gruppo, che terrà la prima riunione nel prossimo mese di luglio.
Anche lo United Nations Non-Governmental Liaison Service (UN-NGLS) ha pubblicato, di recente, il rapporto “Towards a Global MDG Breakthrough Plan: An NGLS Global Civil Society Consultation Report”, che propone le prospettive della società civile sullo stato di implementazione degli MDG (indicando i fattori responsabili dei successi ottenuti e le difficoltà incontrate) e le proposte per le politiche che gli Stati dovrebbero realizzare tra il 2010 ed il 2015 per garantire il raggiungimento degli obiettivi.
Entrambi i rapporti possono essere consultati ai seguenti indirizzi web.