PeaceRep: 25 anni di Donne, Pace e Sicurezza tra bilanci e prospettive future

In occasione del 25esimo anniversario dall'adozione della risoluzione 1325 da parte del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, che ha dato vita all'Agenda Donne, Pace e Sicurezza (WPS), PeaceRep - Rethinking peace & transition processes in a changing conflict landscape offre uno spaccato sui progressi compiuti e sulle sfide ancora da affrontare sull’attuazione dell’Agenda, che rimane ancora incompleta.
In merito all’implementazione di una prospettiva di genere negli accordi di pace, viene evidenziato che solo il 21% degli accordi di pace firmati tra il 1990 e il 2016 include disposizioni relative alle donne, alla loro inclusione e ai loro diritti, di cui la maggior parte si concentra sulla partecipazione e l’uguaglianza femminile. Tuttavia, spesso si tratta di riferimenti generici, privi di meccanismi concreti per garantirne l'effettiva realizzazione. Temi cruciali come la creazione di nuove istituzioni per le donne o il loro coinvolgimento nell'attuazione degli accordi ricevono ancora poca attenzione.
Riguardo agli accordi che prevedono la condivisione del potere politico, questi hanno maggiori probabilità di includere disposizioni a favore delle donne e mostrano anche tassi più elevati di effettiva implementazione.
La violenza di genere continua a rappresentare un ostacolo significativo alla partecipazione femminile nei processi di costruzione della pace e nonostante ciò, solo il 3% degli accordi di pace affronta esplicitamente questa problematica. Nei contesti di conflitto, il fenomeno si rivela particolarmente radicato, alimentato da norme sociali preesistenti che lo normalizzano e perpetuano. In particolare, la violenza domestica emerge come un freno concreto all'impegno delle donne nella vita politica pubblica, limitando notevolmente le loro possibilità di assumere ruoli attivi nei processi di pace e nelle istituzioni politiche post-conflitto.
Sul fronte del diritto internazionale, si registrano progressi nella definizione, nel monitoraggio e nell'applicazione dei diritti delle donne nelle situazioni di conflitto. Le norme internazionali hanno dimostrato di poter svolgere un ruolo importante nel definire le agende nazionali per la risoluzione dei conflitti, sostenere la mobilitazione dei movimenti femminili e informare il testo degli accordi di pace. Tuttavia, si evidenziano ancora diverse aree critiche che richiedono interventi mirati. Le priorità includono il rafforzamento delle protezioni giuridiche specifiche per i diritti delle donne, una migliore implementazione delle garanzie esistenti da parte delle istituzioni internazionali e un coordinamento più efficace tra organismi chiave come il Comitato Internazionale della Croce Rossa, la Corte Penale Internazionale e il Consiglio di Sicurezza dell'ONU.