Progressi nella stesura della Dichiarazione americana dei diritti dei popoli autoctoni


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Ha avuto luogo a Brasilia, tra il 21 ed il 25 marzo scorsi, un incontro tra i delegati di 34 Paesi membri dell’Organizzazione degli Stati Americani (tutti, ad esclusione della sola Cuba) ed i rappresentanti di 70 popoli autoctoni americani, nell’ambito delle negoziazioni del progetto di Dichiarazione americana dei diritti dei popoli autoctoni.

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Si tratta del settimo incontro che ha luogo nell’ambito di tale progetto negoziale, cominciato nel 1999 in seguito alla costituzione – tramite risoluzione dell’Assemblea generale dell’Organizzazione – di un gruppo di lavoro ad hoc per la redazione del testo di Dichiarazione.

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Un primo progetto di articolato, composto di 6 sezioni e 35 punti, è stato presentato nel 2001 alla Commissione interamericana sui diritti umani. Il progetto di Dichiarazione fa particolare riferimento alla specificità della condizione dei popoli autoctoni nelle Americhe e riconosce a tali comunità il diritto di godere – individualmente e collettivamente – di una serie di diritti umani attinenti la sfera dell’educazione, della salute e della partecipazione alla vita pubblica. Tuttavia, come si riscontra ugualmente nel processo di negoziazione – tuttora in corso – del progetto di Dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti dei popoli autoctoni, gli aspetti critici dell’esercizio di standard-setting riguardano i riferimenti nell’articolato al diritto all’autodeterminazione, al diritto a gestire autonomamente i territori e le risorse naturali di tradizionale proprietà delle comunità autoctone nonché al diritto di godere dei ricavi dello sfruttamento di scoperte scientifiche derivanti dall’utilizzo del patrimonio materiale o immateriale dei popoli autoctoni.