Protocollo al Patto sui diritti economici, sociali e culturali


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E’stato pubblicato dal CETIM-Centro Europa-Terzo Mondo, organizzazione non governativa ginevrina, un utile fascicolo che ricostruisce il processo – tuttora in corso - di elaborazione del Protocollo addizionale al Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali. La pubblicazione, curata da Melik Özden – direttore del programma diritti umani del CETIM – si articola in quattro sezioni, in cui (i) vengono definiti alcuni concetti fondamentali, (ii) si circoscrive -il problema, (iii) viene riassunto il processo di standard setting del nuovo strumento internazionale nell’ambito della Commissione diritti umani delle Nazioni Unite e del suo Gruppo di lavoro incaricato della redazione di un Progetto di testo di Protocollo, per giungere infine (iv) ad un’analisi del draft di Protocollo.

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Özden ricorda come la terza sessione del Gruppo di lavoro ad hoc, tenutasi a Ginevra dal 6 al 17 febbraio 2006, sia stata dedicata principalmente all’esame analitico di un documento propositivo preparato dalla sua Presidente-Relatrice e comprendente una serie di proposte circa le procedure investigative ed il previsto sistema di comunicazioni individuali ed interstatuali.

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Il documento sottolinea che, seppure l’adozione del Protocollo non risolverebbe in toto il problema della diversa attenzione che i Governi dedicano alla promozione dei diritti economici, sociali e culturali – rispetto ai diritti civili e politici, la sua mancata adozione equivarrebbe a mettere in discussione l’universalità, indivisibilità ed interdipendenza di tutti i diritti umani. Il Rapporto ammette che il futuro del processo di standard setting in parola dipende principalmente dal mandato che il Consiglio diritti umani assegnerà al Gruppo di lavoro: a questo proposito, secondo il CETIM, il Consiglio dovrebbe richiedere esplicitamente al Working group di concludere il processo di elaborazione di una proposta forte e condivisa di Protocollo in tempi certi.

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Nelle conclusioni, il CETIM ricorda come la comunità internazionale non-governativa dei diritti umani svolga evidentemente un ruolo importante nel supportare i numerosi Stati che si sono mostrati a favore del successo di tale esercizio negoziale.