Protocollo opzionale alla Convenzione di Vienna sulle relazioni consolari
Nuovi sviluppi in tema di pena di morte negli Stati Uniti hanno creato scalpore nell’opinione pubblica e la reazione delle organizzazioni dei diritti umani, una settimana dopo la sentenza della Corte suprema sulla pena di morte per i minorenni.
-In una lettera del 7 marzo 2005 al Segretario generale delle Nazioni Unite, il Segretario di stato americano Condoleezza Rice ha annunciato il recesso dal Protocollo opzionale alla Convenzione di Vienna del 1963 sulle relazioni consolari, il quale prevede la giurisdizione della Corte internazionale di giustizia in merito alle controversie tra gli Stati derivanti dalla Convenzione.
-Come si è già evidenziato in una precedente news, il Protocollo opzionale ha costituito la base del ricorso del Messico contro gli Stati Uniti dinanzi alla Corte internazionale di giustizia: nel noto caso Avena, la Corte aveva riconosciuto la violazione da parte degli Stati Uniti dell’art.36 della Convenzione sulle relazioni consolari, dal momento che non aveva garantito a 51 condannati a morte messicani il diritto all’assistenza consolare nel corso dei procedimenti penali a loro carico. La Corte aveva stabilito che l'adeguata riparazione consisteva nell'obbligo per questo Stati di rivedere e riconsiderare le condanne e le sentenze.
-E’ evidente lo scopo del governo statunitense di evitare che nuovi ricorsi relativi alla stessa questione siano presentati dinanzi alla Corte, dopo il caso Avena e il precedente caso La Grand, che riguardava due cittadini tedeschi. Il New York Times ha ben riportato le ragioni statunitensi:
-Darla Jordan, a State Department spokeswoman, said the administration was troubled by foreign interference in the domestic capital justice system but intended to fulfill its obligations under international law. But Ms. Jordan said, "We are protecting against future International Court of Justice judgments that might similarly interfere in ways we did not anticipate when we joined the optional protocol."
-Si osservi che la Convenzione di Vienna del 1969 sul diritto dei trattati – trattato che gli Stati Uniti non hanno ratificato ma che in sostanza considerano quale espressione del diritto consuetudinario - all’art.56 stabilisce che “Un trattato che non contenga disposizioni relative alla sua estinzione e che non preveda la possibilità di un ritiro o di una denuncia non può essere oggetto di denuncia o di ritiro”. Il Protocollo addizionale infatti non contiene alcuna disposizione relativa al recesso: vi sono pertanto dubbi sull’ammissibilità della dichiarazione contenuta nella lettera del Segretario di Stato ai sensi del diritto dei trattati.
-Ciò avviene mentre la Corte suprema federale statunitense dovrebbe presto considerare il caso Medellin, che riguarda proprio uno dei 51 condannati a morte messicani. La Corte suprema è chiamata a pronunciarsi se la sentenza della Corte internazionale di giustizia nel caso Avena è obbligatoria per tutte le Corti statunitensi. Il Presidente Bush ha recentemente consegnato un memorandum sulla questione, per il quale le Corti americane devono dare esecuzione alla sentenza Avena ma solo con riguardo ai 51 messicani del caso.
-Questa ultima presa di posizione statunitense ripropone una volta ancora la questione del rispetto da parte degli Stati Uniti del diritto internazionale.
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