Rapporto sullo sviluppo umano 2005: la cooperazione internazionale a un crocevia

E’ stato presentato lo scorso 7 settembre 2005, l’annuale rapporto sullo sviluppo umano del programma delle Nazioni Unite UNDP, dal titolo “International cooperation at a crossroads”.

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Pur evidenziando dei progressi negli indici di sviluppo umano, il rapporto dimostra che essi sono troppo lenti per raggiungere entro il 2015 gli obiettivi di sviluppo del millennio. L’estrema disuguaglianza tra i diversi Paesi e all’interno degli stessi rappresenta uno dei maggiori ostacoli per lo sviluppo umano.

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Il rapporto identifica tre pilastri della cooperazione, che necessitano interventi urgenti: l’assistenza allo sviluppo, la quale soffre di insufficienza cronica ma anche di cattiva qualità; il commercio internazionale, la cui regolamentazione segna un momento di profonda crisi; la sicurezza, minacciata dai conflitti violenti in molte parti del mondo.

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Esaminando la condizione dello sviluppo umano nel mondo , il rapporto identifica alcuni progressi negli ultimi quindici anni, ma soprattutto numerosi elementi di preoccupazione. Migliora la speranza di vita, la mortalità infantile è diminuita di 3 milioni, 130 milioni di persone sono uscite dalla povertà assoluta. Tuttavia 18 Paesi e 460 milioni di persone hanno un indice di sviluppo umano inferiore nel 2003 rispetto al 1990, 2,5 miliardi di persone vivono con meno di due dollari al giorno.

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E’ bene ricordare gli indicatori essenziali dell’indice di sviluppo umano (inteso come il processo di ampliamento delle possibilità di scelta delle persone): la speranza di vita alla nascita, l’istruzione e l’alfabetizzazione adulta , e infine lo standard di vita, misurato come PIL pro capite.

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La classificazione dei 177 Paesi presi in esame in base all’indice di sviluppo umano vede ancora una volta al primo posto la Norvegia. L’Italia si trova al 18° posto. Tra i dieci Paesi con indice più basso troviamo dicesi Stati africani: all’ultimo posto Sierra Leone e Niger.