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Il 3 ottobre 2007 si svolgerà ad Assisi, presso il Sacro Convento di San Francesco, la Seconda giornata nazionale per un’informazione e comunicazione di pace sul tema “Diamo voce alla pace – Le responsabilità del mondo dell’informazione e della comunicazione”.
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L’incontro si svolge alla vigilia della Festa di San Francesco, Giornata Nazionale per la pace, il dialogo, la fratellanza ed è promosso dalla Tavola della Pace, Coordinamento Nazionale Enti Locali per la pace e i diritti umani, Federazione Nazionale Stampa Italiana, UsigRai, Articolo 21, Associazione Ilaria Alpi e dai Francescani del Sacro Convento di San Francesco d’Assisi.
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Nel primo anniversario dalla morte di Anna Politkovskaya, giornalista e reporter assassinata sulla porta di casa a Mosca, la Giornata Nazionale propone di discutere nuove iniziative per difendere il diritto all’informazione e per accrescere il contributo dei mezzi d’informazione e di comunicazione alla diffusione della cultura della pace e dei diritti umani. In tutto il mondo, uccisioni, violenze, arresti arbitrari, intimidazioni, censure, condizionamenti e limitazioni legislative e finanziarie colpiscono ogni giorno gli operatori dell’informazione riducendo gli spazi di verità, legalità e giustizia. Nella società dell’informazione, l’informazione è sempre più minacciata e manipolata. Non è un problema solo degli addetti ai lavori: è un problema per tutti.
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Sito internet Perlapace.it: Lettera di invito, Appello, programma
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Pubblichiamo l’appello “Diamo voce alla pace”
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3 ottobre 2007
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Diamo voce alla pace
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2a Giornata Nazionale per un´informazione e comunicazione di pace
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Appello
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“La libera comunicazione dei pensieri e delle opinioni
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è uno dei diritti più preziosi dell’umanità”
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Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino, (Parigi 1789)
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Il prossimo 7 ottobre, giorno in cui si svolgerà la Marcia per la pace Perugia-Assisi, sarà il primo anniversario dalla morte di Anna Politkovskaya, assassinata sulla porta di casa a Mosca. Anna era una grande giornalista, una reporter d’inchiesta capace di guardare all’anima della gente che raccontava. La sua persecuzione e uccisione ci ricorda quanto grave sia l’attacco alla libertà d’informazione nel mondo. Uccisioni, violenze, arresti arbitrari, intimidazioni, censure, condizionamenti e limitazioni legislative e finanziarie colpiscono ogni giorno gli operatori dell’informazione. E non succede solo nelle zone di guerra ma anche nei cosiddetti paesi democratici. Un grande processo di concentrazione dei media, una relazione tra editoria, economia e politica sempre più labile e il progressivo smantellamento delle regole che garantiscono il pluralismo stanno riducendo gli spazi di verità, legalità e giustizia. Nella società dell’informazione, l’informazione è sempre più minacciata e manipolata. Non è un problema solo degli addetti ai lavori: è un problema per tutti. Una minaccia alla nostra libertà, alla convivenza e alla pace.
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Per questo, alla vigilia della Marcia per la pace Perugia-Assisi dedicata alla promozione di “tutti i diritti umani per tutti”, abbiamo deciso di promuovere, il prossimo 3 ottobre 2007, la II Giornata nazionale per un’informazione e comunicazione di pace. Dobbiamo impegnarci tutti per difendere il diritto all’informazione e promuovere insieme un’informazione e una comunicazione di pace. Perché la pace si nutre di un’informazione libera così come una libera informazione può crescere solo nella pace.
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Molto resta da fare anche nel nostro paese dove la libertà di stampa è attaccata dal mancato rinnovo del contratto dei giornalisti, dalla censura silenziosa e dalle pressioni di politica e finanza che decidono nomine e impongono agende, oscurando notizie e voci scomode.
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Parlamento e Governo devono accelerare la riforma del sistema radiotelevisivo, ristabilendo un equilibrio che prevenga il rischio di oligopolio. Ancora più urgente è approvare una riforma del servizio pubblico che sottragga la Rai al controllo e ai condizionamenti della politica. Il nuovo assetto deve prevedere anche la presenza di rappresentanti della società civile negli organi di governo dell’azienda, in funzione di garanti della trasparenza e dell’attuazione di quel Contratto di servizio che impegna la Rai a fornire un’informazione ampia e che dia conto dei fatti del mondo e di tutte le realtà della società. La Rai, servizio pubblico, ha il dovere di promuovere la diffusione della cultura della pace, dei diritti umani e della nonviolenza. Non basta l’apertura della sede a Nairobi. Servono spazi reali, quotidiani, efficaci nei palinsesti. Serve l’apertura al mondo e a quanti, tutti i giorni s’impegnano per la pace e i diritti umani. La Rai deve diventare il modello da seguire. Un esempio per tutto il mondo dell’informazione che deve essere chiamato ad assumersi le proprie responsabilità.
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Anna Politkovskaya non era solo una grande reporter. Era anche una donna impegnata in prima persona per la pace e i diritti umani. Lo stesso impegno di Ali Iman Sharmake, caporedattore di Radio HornAfrik, assassinato a Mogadiscio lo scorso 11 agosto. Ricordandoli alla vigilia del 60° anniversario della Dichiarazione Universale del Diritti Umani, invitiamo tutti i giornalisti a fare la propria parte per far crescere nel nostro paese la cultura della pace e dei diritti umani.
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La prossima Marcia Perugia-Assisi e l’Anno dei diritti umani che si sta per aprire in occasione del 60° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani sono una grande opportunità. A tutti gli organi dell’informazione e della comunicazione, pubblici, privati e indipendenti, chiediamo di dare voce alla pace. Non c’è bene più grande da promuovere e da difendere insieme. In Italia e nel mondo. Ora.
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Primi Promotori: Tavola della Pace, Coordinamento Nazionale EELL per la pace e i diritti umani, Federazione Nazionale Stampa Italiana, UsigRai – Sindacato Giornalisti Rai, Associazione Ilaria Alpi, Articolo 21
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