Spiragli di Pace in Africa

 Speranza e disillusione si alternano in questi giorni tra la popolazione dei tanti Stati africani che vivono situazioni di conflittualità interna.

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Si apre a Roma uno spiraglio di pace nella complessa situazione dei grandi laghi. I ribelli Hutu delle FDLR (Force Democratiche per la Liberazione del Rwanda), al termine al termine di alcuni giorni di colloqui riservati con la Comunità di Sant’Egidio, hanno reso pubblico un documento nel quale si annuncia la rinuncia alla lotta armata contro il governo ruandese, la condanna del genocidio del 1994 e il ritorno pacifico dalla Repubblica democratica del Congo. Soddisfazione per l’impegno preso dal Presidente delle FDLR,Ignace Murwanashyaka, è stata espressa Segretario generale delle Nazioni Unite: la deposizione delle armi rappresenterebbe certamente un passo essenziale per la pacificazione della regione del Kivu.

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Rimane assai critica e instabile la situazione in Costa d’Avorio. La mediazione del presidente sudafricano Thabo Mbeki, in rappresentanza dell’Unione africana, sembrava aver ottenuto un successo importante il 6 aprile 2005, al termine del summit di Pretoria, nel quale era stato raggiunto l’accordo tra i cinque attori principali della crisi ivoriana: il presidente Laurent Gbagbo, i due leader dell'opposizione politica Henri Konan Bédié e Alassane Ouattara, il premier Seydou Diarra ed il leader degli ex-ribelli delle FN Guillaume Soro.

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L’accordo è stato tuttavia accolto con scetticismo da molti commentatori: vi è il rischio concreto che si l’accordo rimanga lettera morta, anche per la poca chiarezza intorno al tema cruciale delle elezioni presidenziali fissate per il prossimo ottobre.

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Le notizie di agenzia degli ultimi giorni confermano che le operazioni militari continuano in diverse zone del paese. Si denuncia l’uso di bambini soldato da parte delle diverse fazioni.

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Lo scorso 4 aprile il Consiglio di sicurezza, con la ris.1594, ha esteso l’operazione delle Nazioni Unite nel Paese per un altro mese.