Srebrenica dieci anni dopo

Si è tenuta l’11 luglio la cerimonia di commemorazione delle vittime del massacro di Srebrenica: in una settimana dall’11 al 18 luglio 1995 furono sterminati 8 mila musulmani bosniaci dalle milizie serbo-bosniache comandate da Mladic.

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Nel corso della cerimonia nel cimitero di Potocari, a cui hanno partecipato decine di migliaia di persone, sono state sepolte le 610 bare con i corpi delle ultime vittime identificate dopo la riesumazione delle fosse comuni.

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Il Segretario generale delle Nazioni Unite Kofi Annan, nel messaggio letto dal suo capo dello staff Mark Malloch Brown, ha reso omaggio alle vittime e ha auspicato che la comunità internazionale abbia imparato la lezione di Srebrenica, ricordando “gli errori di giudizio” compiuti dalle Nazioni Unite, come dimostrato nel rapporto (A/54/549) che egli rese pubblico nel 1999. Quel documento infatti, contiene un’analisi del ruolo nella tragedia non solo dei caschi blu olandesi dell’UNPROFOR presenti nella zona ma più in generale del Consiglio di sicurezza e degli Stati membri delle Nazioni Unite.

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Erano presenti alla cerimonia Javier Solana, Segretario generale del Consiglio dell’UE e Alto Rappresentante per la PESC, Richard Holbrook, il Ministro degli esteri britannico Jack Straw e il Presidente del Tribunale penale internazionale per la ex-Yugoslavia, il giudice Theodor Meron. Non era invece presente il Procuratore Carla Del Ponte, in segno di protesta per la perdurante latitanza di Rodovan Karadzic e Ratko Mladic.

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Per i fatti di Srebrenica, il Tribunale penale ha emesso tre sentenze di condanna in via definitiva (una di esse a carico di Radislav Krstic, generale serbo-bosniaco, per primo a essere condannato per genocidio) e due sentenze di primo grado. Anche Milosevic è stato chiamato a rispondere dei massacri di Srebrenica: come noto in corso è tutt’ora in corso il processo a suo carico.

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Ulteriori approfondimenti
- Osservatorio Balcani
- Le iniziative della società civile (fonte Unimondo)

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