Sud Sudan: La Missione ONU esorta tutte le parti a rispettare l’accordo di pace in risposta all’intensificarsi della crisi

Il Sud Sudan è precipitato nel conflitto poco dopo la sua indipendenza dal Sudan nel 2011. La guerra è scoppiata tra le forze governative del Presidente Salva Kiir e i combattenti fedeli al suo rivale, Riek Machar, che ricopre la posizione di Primo Vice Presidente in un ampio governo di coalizione dal 2020. Caratterizzata da violenza etnica, atrocità di massa e una grave crisi umanitaria, la guerra è continuata fino a un fragile accordo di pace nel 2018.
Da aprile 2025, le tensioni politiche si sono intensificate, lasciando la nazione a un bivio rischioso. L’aumento della tensione politica sta minacciando il già fragile accordo di pace in una nazione già segnata da una crescente crisi umanitaria. Il rappresentante speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite per il Sud Sudan, Nicholas Haysom, ha informato che il legame politico tra il presidente Salva Kiir e l’ex primo vicepresidente Riek Machar è ora degenerato in un confronto militare diretto, mettendo a rischio la già delicata pace, dal momento che i due sono i principali firmatari dell’Accordo di pace del 2018. Le notizie di una nuova mobilitazione delle milizie dell’Armata Bianca e dell’Esercito Popolare di liberazione del Sudan (SSPDF) nello Stato dell’Alto Nilo, con il presunto reclutamento di bambini, e il dispiegamento di forze ugandesi su richiesta del governo, stanno aumentando la precarietà della situazione. Allo stesso tempo, la disinformazione, i discorsi di odio e le false informazioni contribuiscono ad esacerbare le tensioni etniche. Haysom esorta a “scongiurare una ricaduta in un conflitto su larga scala, a concentrare gli sforzi per accelerare l'attuazione dell'Accordo e a far progredire la transizione verso le prime elezioni democratiche del Sud Sudan”.
Nel frattempo, la situazione umanitaria è devastante, con oltre nove milioni di persone che necessitano di assistenza umanitaria e protezione, inclusi due milioni di sfollati interni. I civili nelle aree colpite affrontano quotidianamente uccisioni indiscriminate, ferimenti e maltrattamenti, con infrastrutture civili frequentemente prese di mira. Nel frattempo, tutte le vie di accesso sono bloccate. Allo stesso tempo, gruppi armati stanno prendendo di mira villaggi rurali e l’insicurezza ha reso quasi impossibile la consegna di aiuti e beni commerciali, portando a carenze critiche e a un raddoppio dei prezzi del cibo in soli tre mesi.
L’UNICEF ha notato una diffusa malnutrizione. Più di 457.000 bambini nel Nord Darfur sono gravemente malnutriti, inclusi quasi 146.000 che soffrono di malnutrizione acuta grave. Inoltre, sei località all’interno dello stato sono a rischio di carestia. L’aumento dei combattimenti sta mettendo i bambini a grave rischio di uccisioni, violenza sessuale e reclutamento in gruppi armati. L’UNICEF riporta che a El Fasher, nel Nord Darfur, oltre 70 bambini sono stati uccisi o mutilati in meno di tre mesi, con intensi bombardamenti e attacchi aerei nel campo IDP di Zamzam che rappresentano una parte significativa di queste vittime.
La Missione delle Nazioni Unite in Sudan (UNMISS), guidata dal Haysom, chiede a tutte le parti di cessare immediatamente i combattimenti e di impegnarsi in un dialogo costruttivo che dia priorità al benessere del popolo sud sudanese in questo momento critico. Inoltre, ha sollecitato il Consiglio di Sicurezza a sostenere vari processi necessari per calmare la tensione, in particolare nella regione di Nasir nello stato dell’Alto Nilo, il rispetto del cessate il fuoco e il rilascio dei funzionari detenuti.