obiezione di coscienza

Ufficio Europeo per l’obiezione di coscienza: rapporto annuale sulla situazione dell’obiezione di coscienza in Europa 2024

European Bureau for Conscientious Objection (EBCO)

L’Ufficio Europeo per l’obiezione di coscienza (EBCO) ha pubblicato a giugno 2025 il rapporto annuale sull’obiezione di coscienza nei paesi europei relativo all’anno 2024, redatto sulla base dei dati raccolti da governi nazionali, istituzioni per i diritti umani, organizzazioni non governative e reti di solidarietà. L’obiezione di coscienza al servizio militare è un diritto umano fondamentale, in quanto rientra nel diritto umano alla libertà di pensiero, di coscienza e religione stabilito dall’articolo 18 della Dichiarazione universale dei diritti umani, dall’articolo 18 del Patto internazionale sui diritti civili e politici (ICCPR) e dall’articolo 10 della Carta dei diritti fondamentale dell’Unione Europea. Inoltre è riconosciuto come un diritto dei giovani come indicato dal Forum europeo della gioventù e dalla Dichiarazione dei Diritti Umani UN 75.

Come delineato dal rapporto, lo stato dell’obiezione di coscienza in Europa riflette il clima di crescente tensione internazionale riarmo che caratterizza il nostro presente. Il diritto all’obiezione di coscienza è infatti sotto attacco. Vengono messe in luce infatti ripetute violazioni dei diritti degli obiettori, avvenute in Russia, Ucraina, Bielorussia, Turchia, Cipro e Grecia e le nuove minacce nel contesto del Consiglio d’Europa. Un’azione significativa intrapresa dall’EBCO è stata la presentazione di un reclamo collettivo contro la Grecia presso il Comitato europeo dei diritti sociali, col fine di rafforzare le tutele previste dalla Carta Sociale Europea

Il rapporto critica la posizione favorevole dell’Unione Europea al riarmo, già concretizzatasi nella proposta di aumentare di 800 miliardi di euro la spesa militare e nella risoluzione del 2 Aprile 2025 adottata dal Parlamento Europeo che sostiene la promozione di programmi educativi e di sensibilizzazione rivolti alle giovani generazioni sull’importanza delle forze armate. Viene evidenziato nel rapporto che questa tendenza alla militarizzazione avrà in realtà effetti contrari all’obiettivo dichiarato di rafforzamento della sicurezza comune, portando a un indebolimento dei servizi essenziali e ad una maggiore instabilità globale.

L’EBCO rinnova il suo impegno nella campagna internazionale #ObjectWar, offrendo il proprio sostegno agli obiettori russi, bielorussi e ucraini, e battendosi affinché venga loro riconosciuto l’asilo nei paesi europei. Alla Federazione Russa richiede inoltre il rispetto del diritto all’obiezione di coscienza e la cessazione della propaganda bellica, sollecitando inoltre la smilitarizzazione del sistema educativo nelle zone ucraine sotto occupazione e auspicando un processo di disarmo effettivo. Parallelamente, incita l’Ucraina a rispettare anch’essa questo diritto e a mettere fine ad ogni forma di persecuzione verso gli obiettori e coloro che li sostengono.

Per quanto riguarda l’Italia, il rapporto, basandosi sulle informazioni fornite dal Movimento Nonviolento, evidenzia incertezze legislative riguardo all’applicabilità delle disposizioni per gli obiettori in caso di emergenza o per i militari professionisti. Il servizio militare obbligatorio è sospeso dal 2005, a seguito dell’entrata in vigore della legge 226 del 23 agosto 2004. Tuttavia persiste il dibattito politico sulla sua reintroduzione, con proposte come il disegno di legge di maggio 2024 della Lega per un servizio obbligatorio di sei mesi, o l’istituzione di una Riserva Ausiliaria di Stato volontaria su cui sta lavorando il Ministero della Difesa. Nonostante l’Italia riconosca l’obiezione di coscienza come un motivo legittimo per richiedere l’asilo politico, il rapporto solleva un problema di trasparenza dell’informazione dovuto alla mancata pubblicazione di statistiche dettagliate sulle richieste di asilo per obiezione di coscienza. Infine riguardo al fenomeno della militarizzazione delle scuole, sottolinea che le attività incentrate sulle forze militari non sono una parte obbligatoria dei programmi scolastici italiani, anche se esistono preoccupazioni per potenziali attività di reclutamento indiretto.

Il rapporto, presentato al Parlamento Europeo, all’Assemblea Parlamentare e alla Commissione per i Diritti Umani del Consiglio d’Europa e alle istituzioni nazionali, conclude fornendo alcune raccomandazioni mirate a migliorare la situazione degli obiettori di coscienza a livello internazionale. Nello specifico, si sottolinea l’urgenza di riconoscere pienamente il diritto all’obiezione di coscienza, istituire un effettivo servizio civile alternativo, garantire la protezione dei soggetti a rischio, nonché allineare le leggi nazionali con gli standard internazionali sui diritti umani e proporre l'integrazione di misure per gli obiettori e l’azione nonviolenta come forme di risposta alle emergenze.

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