Una buona prassi per il futuro: “Università della Vita Indipendente”, un progetto di AIPD a Potenza
“Università della Vita Indipendente” è un progetto realizzato dall’Associazione Italiana Persone Down (AIPD) che ha permesso a 28 persone con disabilità (nello specifico persone che hanno la sindrome di Down e disturbi dello spettro autistico) di mettere alla prova la propria capacità di autodeterminazione e gestione delle attività di vita quotidiana durante un’esperienza di co-housing a Potenza.
Carmela De Vivo, presidente della FISH Basilicata (Federazione Italiana per i Diritti delle Persone con Disabilità e Famiglie) ha sottolineato l’importanza di queste attività: “Le persone con disabilità, infatti, non sono più destinatari passivi di servizi, ma protagonisti della propria vita, con il passaggio al modello dei diritti umani, l’introduzione del progetto personalizzato e partecipato e il coordinamento tra istituzioni che segnano una trasformazione profonda. Ora la sfida è fare in modo che questi princìpi diventino concreti e stabili.”
All’interno di un appartamento appositamente preso in locazione, i partecipanti hanno potuto sfidarsi a sviluppare competenze pratiche e relazionali, grazie anche al supporto di operatori e operatrici e delle Associazioni coinvolte. In un contesto di convivenza e relazioni sociali, hanno fatto esperienza di momenti di vita reale, come la gestione della casa, la cura della propria persona, le relazioni interpersonali e una maggiore consapevolezza e responsabilità nel vivere la quotidianità. In questo modo, hanno acquisito strumenti pratici per vivere in modo indipendente, esercitare i propri diritti e partecipare alla comunità di riferimento.
Rosa Padula, psicologa clinica e operatrice dell'Associazione Lucana Autismo (ALA), ha affermato che il progetto ha dimostrato come le persone con disabilità possono acquisire reali competenze per vivere da adulti autonomi, se vengono predisposti dei contesti strutturati e inclusivi. Progetti come “Università della Vita Indipendente” offrono, quindi, delle opportunità concrete di crescita e permettono di superare pregiudizi sulle persone con disabilità, dimostrando che l’autonomia è un percorso graduale, che richiede tempo, continuità e sostegno professionale.
I primi corsi per l’autonomia con metodologia AIPD nacquero già nel 1989 e continuano a dimostrare oggi, con i loro risultati benefici e concreti, quanto questi progetti non possano essere considerati esperimenti temporanei, ma debbano diventare interventi strutturali e permanenti, al fine di garantire le condizioni necessarie per vivere pienamente i propri diritti umani e la propria cittadinanza.
Federica Labella, educatrice socio pedagogica, ha confermato: “Le nuove norme di questi ultimi anni ci chiamano a costruire comunità inclusive, dove ciascuno possa scegliere e vivere il proprio progetto di vita. Non è un atto di gentilezza: è giustizia, è democrazia.”