UNESCO: Conferenza Generale (16 ottobre/3 novembre 2007)

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L’educazione è il tema centrale della 34° sessione della Conferenza generale, principale organo direttivo dell’UNESCO, presso la sede dell’Organizzazione a Parigi.

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In questa occasione la Conferenza, che si riunisce ogni due anni, definirà le priorità dell’UNESCO per il biennio 2008/2009.

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La Conferenza avrà carattere di tavola rotonda, di forum per l'UNESCO e gli Stati membri con la finalità di individuare nuove idee, valutare le pratiche esistenti e formulare raccomandazioni per azioni future nei processi di decisione politica .

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Sono previste quattro sessioni plenarie che si concentreranno su altrettanti temi:

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  1. Il diritto all'istruzione e il diritto allo sviluppo - i fondamenti normativi dell’istruzione e la partecipazione economica, la gestione politica e l’attivazione pratica;
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  1. I contributi diretti e indiretti dell’educazione alla crescita economica: l’apprendimento, le conoscenze, le competenze e le capacità nazionali di sviluppo e l'economia globale;
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  1. L'istruzione e lo sviluppo sostenibile, la qualità dell'istruzione a tutti i livelli e la sfida della sostenibilità;
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  1. I partenariati per l'istruzione e lo sviluppo economico - la cooperazione internazionale in materia di istruzione a favore della riduzione della povertà e alla crescita economica.
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Risulta evidente il collegamento fra queste tematiche specifiche e quelle che si riferiscono al Decennio delle Nazioni Unite per l’educazione allo sviluppo sostenibile (2005 – 2014, DESS), la cui finalità è quella di sensibilizzare governi e società civili di tutto il mondo verso la necessità di un futuro più equo ed armonioso, rispettoso del prossimo e delle risorse del pianeta, valorizzando il ruolo che in tale percorso è rivestito dall’educazione. Gli interventi educativi, infatti, si pongono in un’ottica di miglioramento rispetto alla consapevolezza della corresponsabilità generale riguardo ad uno sviluppo umano centrato sui diritti fondamentali, base imprescindibile per un futuro migliore.

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L’UNESCO dichiara infatti che «la “cultura della sostenibilità” è una cultura basata su una prospettiva di sviluppo durevole di cui possano beneficiare tutte le popolazioni del pianeta, presenti e future, e in cui le tutele di natura sociale, quali la lotta alla povertà, i diritti umani, la salute vanno a integrarsi con le esigenze di conservazione delle risorse naturali e degli ecosistemi trovando sostegno reciproco».(vedi al sito italiano: http://www.unescodess.it/dess)

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Ricordiamo la forte valenza che assume l’educazione per il raggiungimento delle finalità indicate in varie occasioni dall’UNESCO, importanza che viene continuamente sottolineata e proposta come principale strategia orientativa verso il raggiungimento di uno sviluppo umano più giusto e responsabile.

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Nel sito italiano dell’UNESCO ne vengono indicate le specifiche caratteristiche:

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«L’educazione allo sviluppo umano (sostenibile), in tutti i contesti in cui opera, formali o informali che siano, si caratterizza per i seguenti elementi:

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Interdisciplinarietà: lo sviluppo sostenibile deve inserirsi nell’intero programma didattico – non costituisce materia di insegnamento a sé;

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Acquisizione di valori: più che trasmettere passivamente nozioni, è importante in via prioritaria puntare a far comprendere i valori che sono alla base dello sviluppo sostenibile;

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Sviluppo del pensiero critico e ricerca della risoluzione dei problemi: lo scopo dell’educazione è portare l’individuo a credere in se stesso di fronte ai problemi e alle sfide sempre nuove poste dallo sviluppo sostenibile, e in questo modo fornirgli gli strumenti per ricercare risposte concrete da applicare nella vita quotidiana e professionale;

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Molteplicità di metodologie: è necessario utilizzare metodologie didattiche stimolanti e innovative, e soprattutto interattive, quali le esperienze pratiche, le attività all’aria aperta, i giochi, e far uso di materiali multi-mediali, artistici…tutti strumenti a supporto di un’educazione che sia davvero di qualità;

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Decisioni condivise e “partecipate”: i discenti devono essere invitati a partecipare attivamente non solo nella pratica, ma anche nella programmazione dell’apprendimento;

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Importanza del contesto locale: attenzione particolare va riservata alle problematiche locali; ed anche le questioni globali vanno trattate utilizzando il linguaggio più familiare al discente.

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L’educazione alla sostenibilità non è dunque volta a fornire risposte puntuali a problemi specifici, quanto piuttosto a stimolare il pensiero critico, il senso d’incertezza e del limite riferito agli effetti del nostro agire quotidiano, indurre il senso di collettività e responsabilità nei confronti del mondo in cui viviamo. »

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