Unione Europea: lettera aperta di parlamentari e società civile sulle possibili minacce allo stato di diritto
In data 15 aprile 2020, in una lettera aperta indirizzata alla Commissione e al Consiglio dell’Unione Europea, ottanta membri del Parlamento europeo e i rappresentanti di numerosi gruppi della società civile hanno messo per iscritto le loro preoccupazioni circa l’impatto che l’emergenza pandemica, dovuta al COVID-19 può avere all’interno dell’Unione Europea.
Nella lettera viene rimarcato quanto, nonostante l’Europa si trovi ad affrontare una situazione di emergenza senza precedenti, sia necessario una cooperazione tra Istituzioni europee e stati membri a difesa di qualsiasi attacco allo stato di diritto. Viene difatti sottolineato come tale crisi non debba in alcun modo garantire uno spazio in cui attività anti-democratiche possano trovare fondamento, lì dove misure eccezionali adottate dai vari governi devono essere legittimate e proporzionali e messe in atto in un periodo temporaneamente circoscritto alla situazione di emergenza.
Nella lettera in questione è inoltre presente una dura critica circa la situazione ungherese in relazione al decreto approvato il 30 marzo 2020 che riconosce al Primo Ministro Orban nuovi poteri che gli permetteranno di governare per un periodo illimitato di tempo e, prevede, tra le altre disposizioni, che chiunque diffonda informazioni false o distorte che interferiscano con “l’efficace protezione” della popolazione o crei in essa “allarme e agitazione” potrà subire una condanna fino a cinque anni di carcere.
Come sottolineato nel documento, questa mossa potrebbe ulteriormente minare lo stato di diritto in Ungheria attaccando non solo la libertà di stampa ma erodendo ancor di più la libertà di parola e quegli ultimi elementi rimasti a contrapporre i tentativi di soffocare il sistema democratico del Paese da parte di Orbán.
Nella lettera vengono avanzate tre richieste alle due istituzioni europee:
- rafforzare i controlli circa la gestione dei fondi europei e di intensificare le attuali misure che impediscano la creazione di sistemi illiberali all’interno dell’UE;
- condannare gli abusi del governo ungherese ai valori democratici sfruttando il periodo di crisi dovuto al COVID-19;
- intraprendere rapide e decisive azioni per fronteggiare tali minacce allo stato di diritto mascherate come azioni “giustificate” a causa dell’emergenza.