Al di là della clinica: Per un approccio ecologico, ambientale e contestuale alla salute mentale – seconda parte

Cambiamenti nella domanda di Salute Mentale
La progressiva sensibilizzazione delle discipline scientifiche e giuridiche verso le determinanti sociali e culturali che incidono sul benessere psicologico trova corrispondenza nell’altrettanto graduale cambiamento nella domanda di salute mentale che cittadini e cittadine portano con sé. Non più, o non soltanto, il bisogno di potersi prendere cura – con figure specialistiche preposte – della propria sofferenza, ma anche – e ciò è determinante – il desiderio personale e collettivo di abitare spazi sociali premurosi e ispirati all’idea di una convivenza armonica, per cui le istituzioni, a tutti i livelli, hanno una responsabilità di promuovere.
In quanto esposti al cambiamento della domanda, delle richieste e dei bisogni da parte delle persone nei confronti della propria salute mentale, anche i professionisti del settore psicologico si trovano di fronte a una trasformazione significativa. La domanda di salute mentale non è più riducibile alla sola dimensione clinico-diagnostica, ma riflette un più ampio cambiamento sociale, culturale ed esistenziale. Le persone non chiedono solo un trattamento per il disagio, ma portano in primo piano il bisogno di benessere, di prevenzione e di un approccio più integrato alla propria esperienza di vita. Inoltre, come tutte le professioni sanitarie, anche quelle della salute mentale sono esposte alla “coda lunga” dei cambiamenti nei rapporti professionali e nei modelli di erogazione dei servizi. I modelli di intervento multidisciplinari e multiattoriali sollecitano i professionisti della salute mentale a superare la logica individualistica del proprio intervento, promuovendo una responsabilità condivisa nella costruzione di sistemi di cura più inclusivi e integrati, che coinvolgano diverse figure professionali e risorse della comunità. L’approccio multidisciplinare, con il suo accento sulla totalità dell’esperienza di disagio e benessere, mette in discussione il modello tradizionale della prestazione psicologica intesa come atto isolato e circoscritto, favorendo invece la costruzione di reti e comunità di supporto che valorizzano risorse differenti.
Questo modello si concentra sull’integrazione dei servizi e delle professionalità presenti sul territorio, creando un meta-modello che consente il continuo scambio di saperi e rappresenta un fattore di protezione sia per i professionisti, che possono contare su un supporto strutturato, sia per i pazienti, che ricevono un’assistenza più coerente e personalizzata. In questo scenario, l’evoluzione della domanda di salute mentale diventa un’opportunità per ripensare le modalità di intervento, superando l’isolamento delle singole competenze e costruendo risposte più articolate, in grado di rispondere alle esigenze complesse del presente.
Verso una Salute ecologica, relazionale ed estetica
Le sfide della salute psicosociale si sviluppano ancora oggi lungo due binari paralleli – clinico e sociale – che troppo spesso faticano a incontrarsi e dialogare. Per rispondere in modo adeguato alle indicazioni giuridico-legislative e scientifiche, diventa essenziale potenziare l’integrazione tra interventi clinici e comunitari, promuovendo una visione più ampia e sistemica della salute mentale. Questo implica un cambiamento che può essere articolato attorno a quattro parole chiave:
Salute psicosociale come bene pubblico
È necessario concepire la salute psicosociale come un diritto collettivo, che supera l’idea di intervento limitato all’individuo per assumere una valenza globale. Considerare il benessere psicosociale come un investimento pubblico significa riconoscerne l’impatto su larga scala, con effetti che si estendono oltre il singolo cittadino e influenzano il tessuto sociale e comunitario nel suo complesso.
Ambienti di vita psicologicamente sensibili
Le conoscenze maturate in ambito clinico e sociale devono essere trasferite nella progettazione di ambienti di vita che favoriscano il benessere psicologico di chi li abita. Questo significa pensare spazi, contesti lavorativi, comunità e servizi in modo funzionale alla salute mentale, integrando pratiche e politiche che ne promuovano attivamente il valore.
Infrastruttura multidimensionale e poliedrica dell’intervento
La promozione della salute psicosociale richiede un sistema d’azione integrato, capace di mettere in relazione efficace diversi soggetti pubblici e privati. È fondamentale costruire un’architettura di intervento che superi la frammentazione, favorendo il coordinamento tra professionisti della salute mentale, servizi sociali, istituzioni, aziende e reti informali di supporto.
Un’estetica della salute psicosociale
È necessario affiancare alla dimensione medicalizzata della salute psicologica una prospettiva estetica ed artistica, che riconosca l’importanza di esperienze legate al piacere, alla creatività, alla bellezza e alla realizzazione sociale. Il benessere psicologico non si nutre solo esperienze individuali, ma anche attraverso la possibilità di coltivare hobby, passioni, tempo libero e scopi diversificati, che contribuiscono a dare senso e qualità alla vita delle persone.