Unione Europea

Corte di giustizia dell’Unione Europea

Un'allegoria della giustizia si sovrappone alla bandiera dell'UE
© European Union

La Corte di giustizia dell'Unione Europea è composta da un giudice per ciascuno Stato membro ed è assistita da undici avvocati generali. Ogni giudice e avvocato generale è nominato per un mandato di 6 anni rinnovabile, congiuntamente dai governi nazionali. In ogni Corte, i giudici scelgono un Presidente che resta in carica per 3 anni, con mandato rinnovabile.

Le funzioni principali della Corte di giustizia sono garantire che la normativa dell'UE sia interpretata e applicata in modo uniforme in tutti i paesi dell’Unione e vigilare affinché gli Stati membri e le istituzioni agiscano conformemente alla legge. La Corte ha il potere di giudicare le controversie tra Stati membri, istituzioni dell’UE, imprese e privati cittadini. 

La Corte emette sentenze su casi sottoposti alla sua giurisdizione e produce sentenze vincolanti. Le tipologie di casi più comuni sono:

  • interpretazione del diritto - i tribunali nazionali dei Paesi dell'UE sono tenuti a garantire la corretta applicazione del diritto dell'UE, ma i tribunali dei diversi Paesi possono interpretarlo in modo diverso. Se un tribunale nazionale è in dubbio sull'interpretazione o sulla validità di una legge dell'UE, può chiedere chiarimenti alla Corte. Lo stesso meccanismo può essere utilizzato per determinare se una legge o una prassi nazionale è compatibile con il diritto dell'UE
  • applicazione della legge - questo tipo di causa viene intrapresa contro un governo nazionale per non aver rispettato il diritto dell'UE. Può essere avviata dalla Commissione europea o da un altro Paese dell'UE. Se il Paese viene ritenuto colpevole, deve subito rimediare, altrimenti rischia una seconda causa, che può comportare una sanzione
  • annullare gli atti giuridici dell'UE - se si ritiene che un atto dell'UE violi i trattati dell'UE o i diritti fondamentali, la Corte può chiederne l'annullamento, da parte di un governo dell'UE, del Consiglio dell'UE, della Commissione europea o (in alcuni casi) del Parlamento europeo. Anche i privati possono chiedere alla Corte di annullare un atto dell'UE che li riguarda direttamente
  • garantire che l'UE agisca - il Parlamento, il Consiglio e la Commissione devono prendere determinate decisioni in determinate circostanze. Se non lo fanno, i governi dell'UE, le altre istituzioni dell'UE o (a determinate condizioni) i singoli individui o le aziende possono presentare un reclamo alla Corte
  • sanzionare le istituzioni dell'UE - qualsiasi persona o società che abbia subito un danno ai propri interessi a causa dell'azione o dell'inazione dell'UE o del suo personale può agire contro di loro attraverso la Corte

Ai sensi del Protocollo (n. 2) sull’applicazione del principio di sussidiarietà e di proporzionalità, la Corte è competente a pronunciarsi sui ricorsi per violazione, mediante un atto legislativo, del principio di sussidiarietà proposti da uno stato membro o trasmessi da quest’ultimo a nome del suo parlamento nazionale o di una camera di detto parlamento.

Sebbene i trattati istitutivi non prevedessero alcuna disposizione in relazione alla protezione dei diritti fondamentali, la Corte di giustizia ha svolto nel tempo un ruolo essenziale nel sostenere che i diritti umani costituiscono parte integrante dell’ordinamento giuridico dell’Unione. A partire dal 1969 (Caso Stauder) la giurisprudenza della Corte in materia di diritti umani si è progressivamente ampliata, facendo diretto riferimento in particolare alle tradizioni costituzionali comuni degli stati membri (Caso Handelsgesellschaft) e ai trattati internazionali relativi alla tutela dei diritti umani cui gli Stati membri hanno cooperato o aderito (Caso Nold).

Con l'entrata in vigore del Trattato di Lisbona che ha dato valore vincolante alla Carta dei diritti fondamentali dell’UE, la Corte di giustizia ha assunto un ruolo ancora più rilevante in materia di promozione dei diritti umani nella sfera dell'applicazione del diritto dell’UE.

Negli anni più recenti si è inoltre intensificato il riferimento alla giurisprudenza della Corte europea dei diritti umani, testimoniato sia dal fatto che nelle sue sentenze la Corte di giustizia cita quasi sistematicamente sentenze della Corte di Strasburgo, sia dal fatto che parte della giurisprudenza della Corte di giustizia è stata rivista dalla stessa alla luce degli sviluppi più recenti della giurisprudenza della Corte europea dei diritti umani. 

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