Consiglio d'Europa

Corte Europea dei Diritti Umani

Foto panoramica della sede del Palazzo dei diritti umani che ospita la Corte europea dei diritti umani, Strasburgo.
© Consiglio d'Europa

La Corte europea dei diritti umani (CtEDU) è stata originariamente istituita assieme alla Commissione europea dei diritti umani ai sensi dell'art. 19 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti umani e delle libertà fondamentali (CEDU, 1950), allo scopo di assicurare il rispetto degli impegni derivanti alle Parti contraenti dalla Convenzione. Si tratta della prima Corte internazionale creata specificatamente per la protezione dei diritti umani in una determinata regione del mondo. La sua prima sessione è avvenuta nel febbraio del 1959. Dal 1998 con l’entrata in vigore del Protocollo addizionale I alla CEDU, la struttura e il funzionamento del meccanismo di protezione dei diritti umani istituito con la Convenzione è stato riformato, attraverso la fusione della Commissione e della Corte in un'unica Corte permanente. Ulteriori emendamenti alla struttura e al funzionamento della nuova Corte sono stati introdotti con il Protocollo XIV alla CEDU, entrato in vigore l'1 giugno 2010 e con il Protocollo XVI alla CEDU, entrato in vigore l’1 agosto 2018.

La Corte è composta da un giudice per ciascuno Stato parte della CEDU. Questi sono eletti dall’Assemblea Parlamentare del Consiglio d'Europa e siedono a titolo individuale non rappresentando, quindi, il Paese in rispetto al quale sono stati eletti; restano in carica per un periodo di nove anni e non sono rieleggibili.

giudici della Corte sono eletti dall'Assemblea Parlamentare del Consiglio d'Europa. L'attuale presidente è Síofra O’Leary (Irlanda). Per quanto riguarda l'Italia, il giudice che attualmente siede alla CtEDU è Raffaele Sabato (eletto nel 2019). Gli altri giudici italiani che hanno precedentemente svolto in questo ruolo sono, in ordine cronologico, Giorgio Belladore Pallieri (1959-1980), Carlo Russo (1981-1998), Benedetto Conforti (1998-2001), Vladimiro Zagrebelsky (2001-2010) e Guido Raimondi (2010-2019).

Per ogni caso ad essa sottoposto la Corte può procedere in composizione di giudice unico, in comitati di tre giudici, in camere di sette giudici e in una grand chamber di 17 giudici. La CtEDU ha competenza per tutte le controversie riguardanti l’interpretazione e l’applicazione della Convenzione e dei suoi Protocolli che le siano sottoposte attraverso ricorsi inter-statali (art. 33) e da parte di individui, ONG e gruppi che sostengono di essere vittima di una violazione, da parte di uno degli Stati contraenti, dei diritti riconosciuti nella Convenzione o nei suoi Protocolli (art. 34). Una volta divenute definitive, le sentenze della Corte sono motivate e rese pubbliche. Esse hanno forza vincolante per gli Stati parte coinvolti nelle controversie discusse nel merito e sono trasmesse al Comitato dei Ministri che ne sorveglia l’esecuzione (art. 46). La Corte può inoltre fornire pareri consultivi motivati su questioni giuridiche relative all’interpretazione della Convenzione e dei suoi Protocolli su richiesta del Comitato dei Ministri (art. 47).

La Corte europea dei diritti umani e l'Italia

Nel corso della sua attività, la CtEDU ha emesso un totale di 2.493 sentenze con riferimento all’Italia, 1.915 delle quali hanno evidenziato la violazione di almeno uno degli articoli della CEDU. I casi sottoposti alla Corte di Strasburgo riguardanti l’Italia concernono soprattutto gli artt. 6(1) CEDU (ragionevole durata del processo), 6 CEDU (equo processo), 1 Protocollo I CEDU (pacifico godimento della proprietà), 8 CEDU (vita privata e familiare).

I dati statistici forniti dalla Corte e aggiornati a gennaio 2024 riportano che il totale di ricorsi in sospeso contro l’Italia ammonta a circa 2.737. Nel corso del 2023, la Corte ha ricevuto 2.666 ricorsi individuali validi che lamentano una violazione dei diritti contenuti nella CEDU da parte dell’Italia (1.406 nel 2021 e 1.989 nel 2022). Nel medesimo periodo, 2.549 ricorsi sono stati dichiarati inammissibili o radiati dal ruolo, mentre per 117 si è giunti alla pronuncia di una decisione nel merito; 510 sono stati comunicati allo Stato in vista della loro trattazione nel merito.

Le pronunce nel merito riguardanti l’Italia pervenute nel 2021 sono state 54, mentre quelle pervenute nel 2022 sono state 39.

Sono inoltre pervenute alla CtEDU 54 richieste di misure temporanee ai sensi dell’art. 39 del regolamento della Corte; 9 sono state recepite dalla CtEDU, 16 sono state respinte, le restanti 29 sono state giudicate non pertinenti.

Alcune decisioni della Corte europea dei diritti umani sono presentate, assieme ad altre sentenze adottate da altri Corti regionali per i diritti umani (Corte africana, Corte interamericana) nel dossier “La giurisprudenza delle Corti regionali per i diritti umani”.

Collegamenti

Strumenti internazionali

Pubblicazioni

Parole chiave

Consiglio d'Europa promozione diritti umani Corte europea dei diritti umani Italia