I Principi guida sulla povertà estrema e i diritti umani
La povertà è un fenomeno globale, che aggredisce l’universalità dei diritti umani, perché annulla sia i diritti economici e sociali, come il diritto alla salute, un alloggio adeguato, cibo e acqua potabile, e il diritto all’istruzione, sia i diritti civili e politici, come il diritto a un processo equo, la partecipazione politica e la sicurezza della persona.
Secondo le parole dell’ex Segretario Generale delle NU, Kofi Annan:
“la deprivazione economica e la mancanza di reddito sono caratteristiche standard della maggior parte delle definizioni di povertà. Questa però è un’ottica di tipo essenzialmente economico, che da sola non tiene conto della miriade di aspetti: sociale, culturale e politico, del fenomeno. La povertà non è solo quella economica o la privazione di risorse materiali, ma una violazione della dignità umana”.
Spesso, inoltre, la povertà è associata a discriminazioni di genere (come rilevato in un rapporto del 2008 sulla “femminizzazione” della povertà a cura dell’ International Poverty Centre), a violazioni dei diritti dell’infanzia (vedi Rapporto UNICEF 2007), o a situazioni di svantaggio culturale di vario tipo (cfr., a questo proposito, il Programma UNESCO per lo sradicamento della povertà, in particolare della povertà estrema:
Riconoscere, dunque, la portata di questo problema rappresenta il primo passo per pianificare la prossima generazione di iniziative di lotta alla povertà, che devono incentrarsi, innanzitutto, sul rispetto della dignità di ogni persona umana e sulla promozione del diritto allo sviluppo umano.
A tal fine, ed in particolare nell’ambito della lotta alla povertà estrema, la Sottocommissione per la promozione e la protezione dei Diritti umani ha elaborato una prima versione dei cosiddetti Principi guida sulla povertà estrema e i diritti umani (Risoluzione 2006/9 del 24 agosto 2006).
Il Consiglio diritti umani, con Risoluzione A/ HRC/2/2 del 27 novembre 2006, ha avviato un processo di consultazione, coordinato dall’Ufficio dell’Alto Commissario per i diritti umani, al fine di rivedere ed arricchire il documento in questione. In questa importante fase di consultazione, si distinguono due principali vie di raccolta delle informazioni e dei contributi: una “per la società civile, organizzata e non”, determinata da un alto grado di partecipazione e di trasparenza, chiaro esempio di possibilità di inserimento per le ONG negli interstizi istituzionali dell’Organizzazione; l’altra “intergovernativa”, sulla quale l’Alto Commissario per i diritti umani ha presentato un rapporto nel corso della Settima sessione ordinaria del Consiglio diritti umani (3-28 marzo 2008).
Attraverso la prima via sono stati raccolti numerosi contributi; in particolare, un gran numero di ONG e alcuni esponenti del mondo accademico hanno preso parte attivamente alla consultazione online condotta tra il 20 Agosto e il 20 Settembre 2007 dall’UN-NGLS (United Nations Non-Governmental Liaison Service, sul cui sito è possibile consultare il rapporto finale) . Altri attori, invece, si sono rivolti direttamente all’Ufficio dell’Alto Commissario per i diritti umani (è il caso, tra gli altri, del Centro interdipartimentale di ricerca e servizi sui diritti della persona e dei popoli dell’Università di Padova e dell’Italiana FOCSIV -Federazione Organismi Cristiani di Servizio Internazionale Volontario-). La quantità di appunti, note, specificazioni, sottolineature e di attenti e precisi assottigliamenti del testo è davvero notevole; in generale si sono voluti sottolineare e implementare alcuni aspetti fondamentali di questi Principi Guida, quali:
- rispetto della dignità del povero;
- necessità di un approccio basato sui diritti umani;
- partecipazione attiva del povero agli sforzi per eliminare le condizioni di povertà;
- diritto al pieno godimento dei beni pubblici globali;
- necessità di stornare risorse dal mercato delle armi in direzione dello sviluppo umano;
- legami tra povertà, discriminazione e stigmatizzazione;
- consapevolezza che la povertà estrema esiste in tutti i Paesi del mondo;
- impatto della povertà sull’implementazione e l’azionabilità di tutte le categorie dei diritti umani: civili, politici, economici, sociali e culturali.
In maniera particolare si sottolinea la forte intesa di alcune ONG nel ribadire la valenza giuridica vincolante (di ius cogens) delle norme del diritto internazionale dei diritti umani.
Nel 2012, il Consiglio dei diritti umani ha adottato i Principi guida sulla povertà estrema e i diritti umani all’unanimità, con la Risoluzione 21/11. Il 20 dicembre 2012, l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato una risoluzione sui diritti umani e la povertà estrema in cui "prende atto con favore dei principi guida sulla povertà estrema e i diritti umani, adottati dal Consiglio dei diritti umani nella sua risoluzione 21/11, come strumento utile per gli Stati nella formulazione e nell'attuazione delle politiche di riduzione e sradicamento della povertà, come opportuno". Il Relatore speciale sulla povertà estrema e i diritti umani (attualmente il belga Olivier De Schutter) sta lavorando per promuovere un'ampia diffusione e applicazione dei Principi guida, in collaborazione con le organizzazioni della società civile sia a livello nazionale che internazionale.