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Il Cantico di frate Sole

Il Cantico di frate Sole

Nel 2025 ricorrono gli 800 anni dalla composizione del Cantico di frate Sole di Francesco d’Assisi, un centenario che si inserisce in un percorso iniziato lo scorso anno con il ricordo delle stimmate e destinato a concludersi nel 2026 con la ricorrenza della morte di Francesco, avvenuta il 3 ottobre 1226, con un seguito nel 2028, centenario della canonizzazione, proclamata da papa Gregorio IX il 19 luglio del 1228. Il Cantico non è solo il testo più largamente noto e studiato di Francesco, autore, per altro, di un corpus non esiguo di scritti, ma ha assunto un valore di spicco nell’ambito della letteratura italiana medievale. Di più, le parole di Francesco sono universalmente conosciute come inno al creato, tanto che papa Bergoglio, che ha scelto – primo pontefice nella storia – il nome del santo di Assisi, si è ispirato esplicitamente al Cantico per la sua enciclica Laudato sì sulla cura della casa comune del 2015, incentrata sulla difesa dell’ambiente, la necessità di un impegno collettivo per un’ecologia integrale che diventi nuovo paradigma di giustizia eco-sociale, in cui possano saldarsi difesa della natura ed equità verso i poveri.

Nell’impossibilità di dare conto, nemmeno sommariamente, della ricchezza degli studi dei più diversi ambiti sul Cantico, vorrei soffermarmi su due punti: ricordare, ancorchè brevemente, il momento e il contesto in cui Francesco lo scrisse; presentare, tra le moltissime iniziative che caratterizzeranno questo centenario, un importante convegno organizzato dalla Società internazionale di Studi francescani e dal Centro interuniversitario di studi francescani (di cui l’ateneo di Padova fa parte). Se il Cantico rappresenta un inno di gioia, letizia e gratitudine per la bellezza del creato in tutti i suoi elementi (il sole, la luna, le stelle…), il periodo in cui Francesco lo compose, tra l’inverno e la primavera del 1225, un anno circa prima della sua morte, fu di estrema e terribile sofferenza. Nella complessa e lussureggiante tradizione agiografica che ha per protagonista il fondatore dell’ordine dei Minori, è soprattutto la Compilatio Assisiensis a offrirci il resoconto più dettagliato dell’origine del Cantico. Composta negli ultimi decenni del XIII secolo, la Compilatio riunisce materiali delle Vite precedenti, ma confluiscono in essa soprattutto racconti provenienti dalla tradizione dei primi compagni. Secondo l’anonimo autore, Francesco soggiorna a San Damiano mentre è afflitto da una grave malattia agli occhi, sofferenza aggravata dalle condizioni della sua celletta, infestata dai topi. In quel momento di difficoltà e dolore, una visione lo conforta e lo rasserena, inducendolo a scrivere «una nuova laude sulle creature del Signore». Compone allora questo testo, che, per sua volontà, doveva anche essere cantato dai frati, veri «ioculatores Domini» (giullari di Dio). La fonte ci dà un’ulteriore precisazione sul contesto e le motivazioni all’origine della strofa sul perdono: ad Assisi scoppia una violenta lite tra il vescovo e il podestà (circostanza non certo inusuale nel contesto cittadino duecentesco); Francesco rimane profondamente colpito non solo dal contrasto in sé, ma dal fatto che nessuno – né ecclesiastico né laico – si preoccupasse di mettere pace fra di loro. Compone quindi questa strofa e manda i suoi frati a cantare l’intero Cantico di fronte al vescovo e al podestà che si riappacificano ritrovando la perduta concordia. Sofferenza, malattia, morte, conflitto si trasformano, nel Cantico, nel loro opposto, in un rovesciamento caratterizzante la scelta religiosa di Francesco sin dagli inizi: una proposta cristiana controcorrente rispetto ai criteri e ai metri di giudizio dell’ambiente cittadino, in pieno sviluppo economico, ma in cui le disparità sociali, economiche, culturali diventavano sempre più drammaticamente marcate.

Vengo all’iniziativa scientifica sul Cantico, organizzata, come anticipato, da due prestigiose istituzioni da molti anni protagoniste degli studi francescani, impegnate altresì in alcuni importanti progetti finanziati in occasione del centenario, tra i quali l’Edizione Nazionale delle Fonti francescane. Tra le varie iniziative, la Società e il Centro organizzano ogni anno un convegno dedicato a argomenti diversi di storia degli ordini mendicanti nel periodo medievale, non senza qualche proiezione all’età moderna. Quest’anno il tema è dedicato a Il Cantico di frate Sole. Il convegno si terrà ad Assisi nei giorni 16, 17 e 18 ottobre con la presenza di specialisti italiani e stranieri che si confronteranno con il tema del Cantico sotto svariati punti di vista: un programma denso, aperto dall’intervento di Carlo Delcorno, uno dei più raffinati studiosi dei testi della letteratura italiana medievale, membro dell’Accademia Nazionale dei Lincei, che affronterà il nodo complessivo dell’interpretazione del testo. Nei tre giorni si alterneranno contributi incentrati sulla tradizione manoscritta (Lino Leonardi), sulla tradizione paraliturgica medievale (Maria Sofia Lannutti), su Francesco e il volgare di inizio Duecento (Rita Librandi), sul Cantico nel contesto delle laudi di Francesco (Jacques Dalarun), con affondi sui temi specifici – la morte (Enrico Menestò), il perdono e la pace (Marco Bartoli) – fino a interventi più generali quali Francesco e i frati “ioculatores Domini” (Carla Bino), la Bibbia e la poesia nel “medioevo latino” (Francesco Stella), i corpi celesti nella letteratura latina medievale (Jean-Yves Tilliette). Sarà un convegno importante, destinato a tracciare un bilancio scientifico di grande significato, ma insieme l’occasione, come avviene sempre nella ricerca di qualità, di aprire nuovi itinerari e ulteriori approfondimenti. Il convegno sarà trasmesso anche in diretta sul sito della sisf e sulla pagina Facebook (@sisfassisi).

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