Consiglio d'Europa

La Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza del Consiglio d’Europa (ECRI)

Flag of tolerance
© UNESCO

La Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza (ECRI) è un organo di monitoraggio del Consiglio d’Europa, specializzato nel contrasto ad ogni forma di razzismo, xenofobia, antisemitismo e intolleranza, in un’ottica di protezione dei diritti umani. Le attività dell’ECRI includono tutte le misure necessarie a combattere la violenza, la discriminazione ed il pregiudizio nei confronti di persone (o gruppi di persone), sulla base di presupposti razziali, linguistici, religiosi, nazionali o etnici. Tuttavia, non ha il diritto di ricevere reclami individuali, che sono gestiti dalla Corte europea dei diritti dell'uomo. 

La decisione di istituire l’ECRI è contenuta nella Dichiarazione di Vienna del 1993, adottata al termine del primo Vertice dei Capi di Stato e di Governo del Consiglio d’Europa; il 13 giugno 2002, il Comitato dei Ministri ha adottato uno Statuto autonomo per l’ECRI, consolidando, in questo modo, il suo ruolo di organo indipendente di monitoraggio dei diritti umani.

L'ECRI è composto da 46 membri nominati in base alla loro indipendenza, imparzialità, autorità morale e competenza riconosciuta nel trattare questioni di razzismo e intolleranza. Ogni Stato membro del Consiglio d'Europa nomina una persona come membro dell'ECRI. 

L'ECRI collabora con le autorità degli Stati membri del Consiglio d'Europa, con le autorità indipendenti responsabili dell'azione contro il razzismo e l'intolleranza a livello nazionale, con le organizzazioni internazionali competenti, come l'Unione Europea, le Nazioni Unite e l'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) e con gli attori della società civile. Le attività dell’ECRI si sviluppano in tre settori fondamentali:

  • monitoraggio per Paese;
  • raccomandazioni politiche generali;
  • attività di informazione e comunicazione con la società civile.


Monitoraggio per Paese

Uno dei cardini del programma di lavoro dell’ECRI è costituito dal suo approccio per Paese, mediante il quale la Commissione effettua un’analisi approfondita della situazione relativa al razzismo e all’intolleranza in ciascuno degli Stati membri del Consiglio d’Europa e formula suggerimenti e proposte su come affrontare i problemi individuati. L’approccio per Paese permette di prendere in esame allo stesso modo, e su un piede di parità, tutti gli Stati membri del Consiglio d’Europa. Tale lavoro di monitoraggio prevede l’elaborazione di rapporti, suddivisi in cicli di 4/5 anni, che analizzano ogni anno la situazione di 9/10 paesi. I rapporti relativi al primo ciclo sono stati completati alla fine del 1998, quelli riguardanti il secondo ciclo alla fine del 2002, quelli sul terzo ciclo nel 2007, quelli sul quarto ciclo sono terminati nel 2012, mentre quelli relativi al quinto ciclo sono terminati nel 2017. Nel 2019 l'ECRI ha iniziato a lavorare al 6° ciclo del suo monitoraggio dei Paesi, concentrandosi su tre aree di interesse principali: uguaglianza effettiva e accesso ai diritti, discorsi d'odio e violenza motivata dall'odio, integrazione e inclusione. I rapporti trattano anche argomenti specifici per ogni Paese e rivedono le azioni intraprese alla luce delle raccomandazioni intermedie di follow-up adottate nel 5° ciclo di monitoraggio.

La pubblicazione dei rapporti nazionali dell'ECRI rappresenta una tappa importante nello sviluppo di un dialogo continuo tra l'ECRI e le autorità degli Stati membri del Consiglio d'Europa, al fine di individuare soluzioni ai problemi di razzismo e intolleranza. Il contributo delle organizzazioni non governative (ONG) e di altri organismi o individui attivi in questo campo è ben accetto come parte di questo processo, per garantire che il contributo dell'ECRI sia il più costruttivo e utile possibile.

Raccomandazioni politiche generali
L’ECRI elabora delle raccomandazioni politiche indirizzate a tutti gli Stati membri. Tali raccomandazioni rappresentano delle linee-guida che i policy-makers sono invitati a seguire nella fase di elaborazione di politiche e strategie nazionali in vari ambiti. Fino ad ora (luglio 2024), l’ECRI ha adottato 14 raccomandazioni su alcune tematiche di particolare rilievo, tra cui 

  • gli elementi essenziali della legislazione nazionale per combattere il razzismo e la discriminazione razziale; 
  • la creazione di organismi nazionali specializzati nella lotta al razzismo, alla xenofobia, all’antisemitismo e all’intolleranza; 
  • la lotta al razzismo nei confronti dei Rom;
  • la lotta al razzismo su internet e nello sport; 
  • la lotta al razzismo all’interno di e per mezzo dell’educazione scolastica
  • la lotta al razzismo e alla discriminazione nei confronti dei musulmani

Inoltre, L'ECRI ha pubblicato dichiarazioni su questioni che destano preoccupazione in tutta Europa e fornisce indicazioni generali tra cui

  • Dichiarazione sulle conseguenze dell'aggressione della Federazione Russa contro l'Ucraina (2022)
  • Dichiarazione sulla prevenzione e la lotta ai discorsi di odio e violenza ultranazionalistici e razzisti in relazione agli scontri e ai conflitti irrisolti in Europa (2021)
  • Dichiarazione sugli abusi razzisti della polizia, compreso la profilazione razziale, e sul razzismo sistemico (2020)
  • Dichiarazione sull'impatto della pandemia di Covid-19 e delle relative risposte governative sui gruppi di interesse per l'ECRI (2020)

Infine, dal 2020, l'ECRI ha espresso il proprio parere sulle definizioni e le questioni terminologiche rilevanti relative al razzismo e all'intolleranza come ad esempio concetto di "razzializzazione".

Relazione con la società civile
La lotta al razzismo può essere efficace soltanto se il messaggio anti-razzista filtra all’interno della società in generale. A tal fine, la sensibilizzazione della popolazione e le strategie di comunicazione sono cruciali. Nel 2002, l’ECRI ha adottato un piano d’azione specifico in tale settore che comporta, tra le varie misure, l’organizzazione di tavole rotonde negli Stati membri ed il rafforzamento della cooperazione con tutti gli attori interessati, in particolare organizzazioni non-governative, media e associazioni giovanili.

A livello nazionale, possono essere organizzate tavole rotonde o altri eventi simili dopo la pubblicazione dei rapporti o delle conclusioni dell'ECRI. Sono rivolte ai rappresentanti della società civile e delle autorità nazionali, con l'obiettivo principale di incoraggiare tutte le parti interessate a riflettere sui modi per risolvere congiuntamente i problemi di razzismo e intolleranza nel Paese e garantire che le raccomandazioni specifiche dell'ECRI siano pienamente attuate. Questi eventi sono generalmente organizzati dagli enti del Consiglio d'Europa responsabili delle attività di cooperazione a sostegno degli Stati membri, in consultazione con l'ECRI.

A livello europeo, l'ECRI organizza seminari su argomenti di particolare interesse. Questi incontri tematici hanno lo scopo di stabilire un collegamento tra le situazioni nazionali e il livello intergovernativo e di riunire gli organismi di parità o altri partner internazionali. Tra gli eventi più recenti vi sono i seminari annuali con gli organismi nazionali per la parità. I seminari annuali sono generalmente organizzati in collaborazione con la Rete europea degli organismi di parità (Equinet).

Report annuali

Ogni anno, l’ECRI pubblica un report dove analizza le principali tendenze in Europa e le sfide che gli Stati europei hanno dovuto affrontare nell’ambito della lotta al razzismo e la discriminazione. Il 20 giugno 2024, la Commissione ha pubblicato il report del 2023. Il rapporto annuale di quest'anno si concentra su tre aree principali: affrontare la situazione degli sfollati a causa della guerra e di altre emergenze, contrastare l'aumento dell'antisemitismo in Europa a causa dell'attuale conflitto in Medio Oriente e agire con determinazione contro il razzismo e la discriminazione anti-musulmana in tutta Europa.

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Pubblicazioni

Parole chiave

Consiglio d'Europa non-discriminazione razzismo