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L’European Accessibility Act: cosa cambia per l’accessibilità digitale

Accessibilità digitale
© cc Mikhail Nilov on Pexels

Il successo del Web ha portato ad una maggiore facilità di accesso a molte informazioni e servizi, abbassando notevolmente il tempo necessario per ottenere informazioni, e lo sforzo richiesto, dato che elimina la necessità di spostarsi fisicamente. Ad esempio, un utente può controllare gli orari di apertura di un negozio senza correre il rischio di trovare la porta chiusa all’arrivo. I social network permettono di restare in contatto con i propri amici e amiche e di trovarne di nuovi o condividere foto e ricordi con i famigliari e amici senza la necessità di trovarsi nello stesso luogo fisico. Si può leggere il giornale senza uscire di casa per andare a comprarlo quando piove. 

Purtroppo, questo miglioramento rischia di non essere per tutti e tutte, e in particolare di escludere alcune categorie di persone che ne avrebbero più bisogno. Le persone con disabilità, infatti, incontrano spesso maggiori difficoltà nel muoversi: ad esempio, una persona con disabilità visiva non può guidare. L’accesso alle informazioni on-line diventa quindi per loro maggiormente importante e vitale. Ma cosa succede se accedere a queste informazioni è più difficile di espugnare una cittadella fortificata? Questo è il tipo di esperienza che può vivere una persona con disabilità (ad esempio visiva) che visita un sito web non accessibile. Ecco perché l’accessibilità digitale è un tema molto importante, altrimenti queste nuove tecnologie rischiano di escludere proprio le persone che ne potrebbero beneficiare maggiormente, che si trovano di fronte a vere e proprie barriere tecnologiche analoghe a quelle architettoniche.

L'accessibilità è un modo per progettare e costruire servizi e ambienti utilizzabili da tutti e tutte, indipendentemente dalle capacità, anche temporanee, o dai dispositivi che l’utente ha a disposizione. L'accessibilità è rivolta in particolare alle persone con disabilità, che possono incontrare difficoltà nell’accedere a contenuti digitali, ma migliora anche la fruizione di tutti gli e utenti ed è anche una risorsa per altre entità, che leggono le pagine web alla ricerca di informazioni da fornire ad altri utenti, i motori di ricerca, che pur non essendo umani, creano servizi molto utili per gli esseri umani (Kalbag, 2017).

Dal 28 giugno 2025 in Italia è entrato in vigore l’adeguamento alla Direttiva Europea (UE) 2019/882, nota come European Accessibility Act (EAA) (European Commission, 2019/882). Questa direttiva aggiorna i requisiti minimi di accessibilità per prodotti e servizi digitali. 

Il diritto all’accesso ai servizi digitali era già stato sancito nel 2004 dalla Legge Stanca, successivamente rivista nel 2010, che imponeva agli enti pubblici la realizzazione di siti web accessibili a tutte le categorie di utenti. In particolare, riconosce “il diritto di ogni persona ad accedere a tutte le fonti di informazione e ai relativi servizi, ivi compresi quelli che si articolano attraverso gli strumenti informatici e telematici” (Legge 9 gennaio 2004, n. 4, Disposizioni per favorire l’accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici, 2004). Questa legge però non poneva in essere alcun obbligo per i privati, ma solo delle raccomandazioni. 

Nonostante questa legge sia stata una delle prime nel panorama internazionale a sancire il diritto all’accesso ai contenuti digitali alle persone con disabilità, la sua applicazione non è stata efficace per diversi anni perché, per molto tempo, non è stato individuato l’organismo di sorveglianza che avrebbe dovuto occuparsi della vigilanza sull’attuazione e delle eventuali sanzioni.

Nel 2012 il governo italiano ha istituito l’AGID, l’Agenzia per l’Italia Digitale, al quale è stato affidato il compito del monitoraggio e dell’intervento verso i non adempienti, e dal 2017 ha al suo interno il difensore civico per il digitale. L’AGID ha reso disponibili i modelli per la dichiarazione di accessibilità che ogni pubblica amministrazione deve avere sul proprio sito web. Dal 2022, la dichiarazione di accessibilità deve essere compilata anche dai soggetti privati che offrono servizi al pubblico tramite web o app mobile, con fatturato medio, negli ultimi 3, superiore a 500 milioni di euro. Per rendere la legge efficace, la sanzione in caso di inadempienza può arrivare al 5% del fatturato.

Da giugno 2025 tutti i servizi digitali per i consumatori, come siti web non solo informativi, biglietterie elettroniche, wall digitali per l’ordinazione di cibo, etc., immessi nel mercato per la prima volta, devono essere accessibili. Quelli invece già presenti nel mercato hanno tempo fino al 2030 per l’adeguamento e nel frattempo devono esporre la dichiarazione di accessibilità.
La presenza di una sanzione pecuniaria elevata fa sperare che questa volta la norma non venga disattesa. Il cittadino che si trovi a fronteggiare un servizio digitale non accessibile può fare segnalazione all’AGID. 

In concreto, l’applicazione di questa norma porterà benefici non solo alle persone con disabilità ma a tutti e tutte gli utenti e anche ai fornitori di servizi: un servizio accessibile infatti è un servizio più usabile che facilmente vede incrementare il tasso di conversione (ovvero il numero di volte in cui una semplice visita si trasforma, ad esempio, in un acquisto) e ottiene un ranking migliore da parte dei motori di ricerca e quindi appare più frequentemente nelle prime posizioni dei risultati restituiti agli e alle utenti.

Un esempio di servizio accessibile è un video sottotitolato che può essere fruito non solo dalle persone con disabilità uditiva, ma anche da ognuno di noi quando si trova in un ambiente silenzioso, ad esempio una biblioteca, o troppo rumoroso, ad esempio durante un viaggio in treno.


Bibliografia 

AGID. (2025, Gennaio 16). Monitoraggio accessibilità. Tratto da https://monitoraggio.accessibilita.agid.gov.it/

European Commission. (2019/882). European Accessibility Act (EAA). Tratto da https://commission.europa.eu/strategy-and-policy/policies/justice-and-fundamental-rights/disability/union-equality-strategy-rights-persons-disabilities-2021-2030/european-accessibility-act_en

Kalbag, L. (2017). Accessibility for Everyone. A book apart, ISBN: 978-1-937557-61-4.

(2004). Legge 9 gennaio 2004, n. 4, Disposizioni per favorire l’accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici,. Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 13 del 17 gennaio 2004. Disponibile al link http://www.camera.it/parlam/leggi/04004l.htm.
 

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