Le zone umide occupano solo una piccola parte della superficie terrestre, ma ricoprono un ruolo fondamentale sia per la fauna selvatica che per gli uomini. A lungo sono state considerate lande desolate e inutili e per questo motivo prosciugate e riempite di sedimenti per soddisfare le esigenze umane.
Le zone umide costiere, con acqua salmastra, sono un importante habitat per numerose specie di uccelli, di molluschi e pesci, e proteggono le coste dalle mareggiate che si abbattono sulla terraferma durante le tempeste o gli uragani.
Le zone umide interne sono solitamente di acqua dolce e sono formate da pozze temporanee, paludi boschive, acquitrini, torbiere e tratti erbosi nei pressi di fiumi e laghi. Si formano in presenza di pioggia o grazie ad acque sotterranee che affiorano in superficie. Sono zone di transizione tra terra e acqua e durante le alluvioni assorbono l’acqua in eccesso.
Un esempio di questa importante funzione la troviamo nel bacino fluviale del Mississippi. In seguito allo sviluppo agricolo e urbano, in questa zona a partire dal XVIII secolo, sono stati distrutti 26 milioni di ettari di zone umide e questa perdita ha contribuito alla disastrosa alluvione del 1993 causando danni per miliardi di dollari.
Esse sono considerate “pozzi di assorbimento di carbonio” che se distrutte potrebbero rilasciare nell’atmosfera una grande quantità di gas serra. Un terzo del carbonio mondiale infatti è racchiuso in questi ambienti. Nonostante sia stato riconosciuto come un ecosistema fondamentale il prosciugamento di queste aree ai fini antropici non si ferma.
Nel 1971 nella città iraniana di Ramsar 18 stati aderirono alla Convenzione di Ramsar, un trattato mondiale sulla tutela delle zone umide del Pianeta che a oggi conta 172 paesi membri, Italia compresa. La convenzione riconosce le zone umide come importanti ecosistemi per il controllo delle inondazioni, rifornimento di acqua dolce, mantenimento della biodiversità, ricarica delle acque sotterranee e mitigazione del clima. Purtroppo dalla stipulazione della convenzione un terzo delle zone umide mondiali è andato perduto e la distruzione continua a un ritmo allarmante. Tuttavia alcuni progetti di ripristino di questo importantissimo ecosistema fanno sperare che sia ancora possibile salvarli.
In Italia le zone umide sono gli habitat a maggior rischio di scomparsa e dove si concentrano la maggior parte degli animali a rischio di estinzione. Gli anfibi sono gli animali che ne risentono maggiormente, un terzo di loro rientra nella lista rossa di specie vulnerabile o in pericolo. Le zone umide sono il luogo di riproduzione degli anfibi che depositano in acque poco profonde le uova e la scomparsa del loro habitat mette a dura prova la continuazione della specie. Non solo, a fine inverno durante il periodo di migrazione verso il sito di riproduzione migliaia di questi innocui animali rimangono vittime delle auto guidate spesso da disattenti o indifferenti automobilisti.
Tuttavia esistono numerose associazioni di volontari che nelle notti piovose si armano di torce, secchi e guanti e aiutano i piccoli animali ad attraversare la strada, spesso mettendo a repentaglio la loro stessa incolumità.
A questo proposito vale la pena segnalare un progetto della Regione Friuli Venezia Giulia che ha approvato il progetto per la costruzione di alcuni rospodotti che dovrebbero permettere la migrazione degli anfibi in sicurezza, nel Biotopo Naturale Regionale “Palù di Livenza” in provincia di Pordenone. La zona è alimentata dalle acque di risorgiva e possiede caratteristiche ambientali di notevole rilevanza oltre a essere il sito di riproduzione di molte specie di anfibi. Questi tunnel sotterranei sono già presenti in molti paesi dell’Europa con ottimi risultati, utilizzati anche da altri animali di piccola taglia che li sfruttano per attraversare le strade, che hanno diviso il loro territorio, senza pericolo.
Sarebbe una perdita enorme se a causa della scomparsa di questi ambienti essenziali, non sentissimo più nelle calde sere estive il gracidare delle rane divoratrici di zanzare.
Rana Temporaria o rana alpina è una specie molto comune in Europa. Durante la stagione riproduttiva partecipa, percorrendo anche grandi distanze, a migrazioni di massa verso i luoghi di riproduzione. Nella foto diversi esemplari in uno stagno di montagna immersi nelle loro uova.
Bufo Bufo o rospo comune in accoppiamento. La femmina è più grande del maschio e depone le uova in lunghe file gelatinose. E’ protetto dalla Convenzione di Berna per la salvaguardia della fauna minore.
Salamandra Pezzata, si tratta di un anfibio prevalentemente notturno; appare durante il giorno solo in occasione di forti piogge
Acque temporanee, una zona umida che si forma in occasione delle piogge.
Acque di risorgiva, sono acque che affiorano in superficie inserite nel Biotopo Naturale Regionale del Palù del Livenza e quindi zona sottoposta a tutela.