Unione Europea

Mediatore europeo

Diritto di iniziativa dei cittadini dell'Unione
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La Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea riconosce come diritti fondamentali il diritto di fare ricorso al Mediatore europeo (art. 43) e il diritto alla buona amministrazione da parte di istituzioni ed organi dell’UE (art. 41).

Il Mediatore europeo, istituito con il Trattato di Maastricht del 1992 e previsto agli artt. 24 e 228 TFUE, prende in esame i ricorsi presentati dai cittadini europei per i casi di cattiva amministrazione nell’azione delle istituzioni e degli organi dell’Unione a esclusione della Corte di giustizia e del Tribuna­le di primo grado.

Il concetto di cattiva amministrazione elaborato dal Mediatore deve intendersi in modo ampio: esso contempla il rispetto dello Stato di diritto, dei principi di buona amministrazione e dei diritti fondamentali. In questo senso, i principi di buona amministrazione non solamente obbligano le istituzioni della UE al rispetto delle norme giuridicamente vincolanti, ma le vincolano anche a porsi al servizio dei cittadini e a garantire loro un trattamento adeguato e nel pieno rispetto dei loro diritti.

Eletto dal PE, il Mediatore agisce in completa indipendenza. Le sue attività non possono riguardare casi relativi alle amministrazioni nazionali, regionali e locali, nemmeno quando queste ultime diano attuazione al diritto dell'Unione; autorità giudiziarie e difensori civici; imprese e privati cittadini. Esso normalmente conduce le sue indagini sulla base di denunce, ma ha anche la possibilità di aprire indagini di propria iniziativa.

Il Mediatore europeo informa le istituzioni denunciate e cerca di trovare una soluzione amichevole che elimini l'elemento di cattiva amministrazione e soddisfi il ricorrente. Nel caso il problema non venga risolto attraverso queste attività, il Mediatore può fare raccomandazioni all’istituzione e, in casi estremi di non adempimento, presentare una relazione al Parlamento europeo.

Allo scopo di rendere le procedure del Mediatore più a misura dei cittadini, nel 2011 è stata adottata una nuova tipologia di indagine – "un'indagine di chiarimento" – che permette ai denuncianti di chiarire le proprie richieste nel caso in cui il Mediatore, dopo una prima valutazione, sia propenso a ritenere che non sussistano motivi per chiedere all’istituzione della UE interessata il suo parere sul caso.

Le attività del Mediatore infine si svolgono in stretta connessione con il Network europeo dei difensori civici. Fanno parte di quest’ultimo gli Ombudsman nazionali e regionali degli Stati membri e dei Paesi candidati, oltre a quelli di Norvegia e Islanda e le Commissioni nazionali per le petizioni.

Dal 1° ottobre 2013 Emily O`Reilly, già Difensore civico nazionale della Repubblica d'Irlanda, succede a Nikiforos Diamandouros, Mediatore europeo dal 2003. Il dicembre 2019 viene rieletta dal Parlamento europeo per altri cinque anni. 

Nel 2020 l’ufficio del Mediatore ha redatto il documento «Verso il 2024», una nuova strategia intesa a orientare l’attuale mandato, sulla base dell’esito positivo della strategia «Verso il 2019» volta ad accrescere l’influenza, la visibilità e la rilevanza dell’Ufficio. La strategia delinea la missione del Mediatore di collaborare con le istituzioni dell’UE alla creazione di un’amministrazione più trasparente, etica ed efficiente. Inoltre prende in considerazione il contesto in evoluzione entro il quale opera l’ufficio, principalmente a causa della pandemia di COVID-19, e il modo in cui ha contribuito alla comprensione del pubblico di ciò che costituisce una buona amministrazione. In aggiunta richiama l’attenzione sulle principali questioni politiche che l’UE si trova ad affrontare – come la gestione dei cambiamenti climatici, la crisi migratoria e i problemi dello Stato di diritto all’interno dell’UE – rilevando l’importanza di mantenere elevati standard etici in seno alle istituzioni dell’UE, di modo che i cittadini accordino fiducia alle decisioni e alle leggi che saranno adottate negli anni a venire. La strategia punta al conseguimento dei quattro obiettivi seguenti:

  • effetti positivi duraturi sull’amministrazione dell’UE. Tra le priorità figurano la predisposizione di un seguito più sistematico e sostanziale da dare ai lavori del Mediatore e il rafforzamento della cooperazione e del dialogo con le istituzioni dell’UE;
  • rilevanza pratica continua dell’operato del Mediatore. Le priorità comprendono l’individuazione delle tendenze sistemiche nella pubblica amministrazione, a livello dell’UE e nazionale, e la valutazione delle relative conseguenze per la democrazia europea;
  • maggiore consapevolezza dei cittadini dell’operato del Mediatore. Fra le priorità è prevista la definizione di un metodo partecipativo con i portatori d’interesse e i moltiplicatori, quali le organizzazioni della società civile, i media, le imprese e altre organizzazioni;
  • ulteriore incremento dell’efficienza dell’attività dell’ufficio. Le priorità includono la strutturazione flessibile e reattiva dell’ufficio stesso, dei processi di lavoro e degli impegni di sensibilizzazione.

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