Ministero del lavoro e delle politiche sociali
Presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali operano tre dipartimenti e undici direzioni generali, alcune delle quali si occupano in maniera specifica di diritti umani; si segnalano, in particolare:
- Direzione generale per la lotta alla povertà e per la programmazione sociale (funzioni: determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni e dei connessi costi e fabbisogni standard nell’area delle politiche sociali; promozione delle politiche di contrasto alla povertà, all’esclusione sociale ed alla grave emarginazione; promozione e monitoraggio delle politiche per l'infanzia e l'adolescenza e tutela dei minori, incluse le politiche di contrasto al lavoro minorile; coordinamento delle politiche per l'inclusione sociale, la tutela e la promozione dei diritti e delle opportunità delle persone con disabilità; gestione del Fondo nazionale per le politiche sociali, del Fondo nazionale per le non autosufficienze, del Fondo nazionale per l'infanzia e l'adolescenza e di altri fondi di finanziamento delle politiche sociali e monitoraggio delle risorse trasferite; cura dei rapporti con Unione europea, Consiglio d'Europa, Organizzazione Internazionale del lavoro, Nazioni Unite e Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico)
- Direzione generale delle politiche attive del lavoro (funzioni: attività di indirizzo, coordinamento ed iniziative per l'inserimento ed il reinserimento nel lavoro delle persone con disabilità; attività di promozione dell'occupazione femminile; attività di promozione delle pari opportunità per l'inserimento occupazionale; supporto all'attività delle consigliere e dei consiglieri di parità);
- Direzione generale dell'immigrazione e delle politiche di integrazione (funzioni: programmazione dei flussi, gestione e monitoraggio delle quote di ingresso dei lavoratori stranieri e cooperazione bilaterale con i Paesi d'origine; attività di inserimento e reinserimento lavorativo dei lavoratori stranieri; coordinamento delle politiche per l'integrazione sociale e lavorativa degli stranieri immigrati e delle iniziative volte a prevenire e a contrastare la discriminazione, la xenofobia e il razzismo);
- Direzione generale del terzo settore e della responsabilità sociale delle imprese (funzioni: promozione e sostegno delle attività svolte dai soggetti del terzo settore, in particolare degli interventi relativi alle associazioni di promozione sociale e di volontariato, per favorire la crescita di un welfare della società attiva a supporto delle politiche di inclusione e integrazione sociale).
Dal 2012 la Direzione generale dell’immigrazione e delle politiche di integrazione ha assunto le funzioni del precedente Comitato per i minori stranieri, soppresso ai sensi del decreto sulla cosiddetta spending review. Pertanto, la Direzione generale è attualmente competente a vigilare sulle modalità di soggiorno dei minori stranieri temporaneamente presenti sul territorio dello Stato, siano essi minori presenti non accompagnati o minori accolti.
Afferiscono al Ministero anche i seguenti organismi collegiali con specifico mandato in ambito diritti umani: l’Osservatorio nazionale per l’infanzia e l’adolescenza, l’Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità, l’Ufficio minori stranieri.
L’Osservatorio nazionale per l’infanzia e l’adolescenza svolge un ruolo di coordinamento tra le amministrazioni centrali, gli enti locali e regionali, le associazioni, gli ordini professionali e le organizzazioni non-governative che si occupano di infanzia. È stato istituito dalla l. 23 dicembre 1997, n. 451, ed è attualmente regolato dal decreto del Presidente della Repubblica 14 maggio 2007, n. 103, che ne affida la presidenza congiunta al Ministro del lavoro e delle politiche sociali e al Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega per le politiche della famiglia. È composto da rappresentanti di pubbliche amministrazioni nazionali e locali, enti, associazioni e ordini professionali, organizzazioni del volontariato e del terzo settore, esperti in materia di infanzia e adolescenza.Il d.p.r. 103/2007 attribuisce all’Osservatorio il compito di predisporre tre importanti documenti relativi alla condizione dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia:
- Il Piano nazionale di azione e di interventi per la tutela dei diritti e lo sviluppo dei soggetti in età evolutiva. Elaborato ogni due anni, contiene le linee strategiche fondamentali e gli impegni concreti che il Governo intende perseguire per sviluppare un’adeguata politica per l’infanzia e l’adolescenza in Italia. Prima di essere adottato con decreto del Presidente della Repubblica, il piano di azione deve acquisire il parere obbligatorio della Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza. L’ultimo piano d’azione è stato adottato con decreto del Presidente della Repubblica il 25 gennaio 2021.
- La Relazione sulla condizione dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia, allo scopo di fornire una rappresentazione aggiornata degli aspetti e dei fenomeni che caratterizzano la condizione dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia, nonché il sistema dei servizi e degli interventi di promozione e tutela dei diritti di bambini e ragazzi. L’ultima relazione pubblicata dall’Osservatorio fa riferimento al biennio 2018-2019.
- Lo Schema del rapporto del Governo al Comitato delle Nazioni Unite per i diritti del bambino sull’applicazione della Convenzione internazionale sui diritti del bambino del 1989, ai sensi dell’art. 44 della Convenzione. L’ultimo rapporto (V e VI congiunto) è stato inviato dall’Italia nell’ottobre 2019.
Per lo svolgimento delle proprie funzioni, l’Osservatorio nazionale si avvale del Centro nazionale di documentazione e analisi per l’infanzia e l’adolescenza, che ha compiti di documentazione, analisi, ricerca, monitoraggio e formazione.
L’Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità è un organismo consultivo e di supporto tecnico-scientifico per l’elaborazione delle politiche nazionali in materia di disabilità. Istituito dalla l. 3 marzo 2009, n. 18, è presieduto dal Ministro del lavoro ed è composto da un massimo di 40 membri, nominati con decreto ministeriale, in rappresentanza delle amministrazioni centrali coinvolte nella definizione e nell’attuazione di politiche in favore delle persone con disabilità, degli enti locali e regionali, degli istituti di previdenza, dell’Istituto nazionale di statistica, delle organizzazioni sindacali, delle associazioni e organizzazioni nazionali maggiormente rappresentative delle persone con disabilità; a essi si aggiungono un massimo di cinque esperti di comprovata esperienza nel campo della disabilità.
All’interno dell’Osservatorio è istituito, inoltre, un comitato tecnico-scientifico, con finalità di analisi e indirizzo scientifico in relazione alle attività e ai compiti dell’organismo.
L’Osservatorio svolge, tra gli altri, i seguenti compiti: promuove l’attuazione della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità ed elabora il rapporto dettagliato sulle misure adottate ai sensi della stessa Convenzione, in raccordo con il CIDU; predispone un programma di azione triennale per la promozione dei diritti e l’integrazione delle persone con disabilità, in attuazione della legislazione nazionale e internazionale; promuove la realizzazione di studi e ricerche che possano contribuire a individuare aree prioritarie verso cui indirizzare azioni e interventi per la promozione dei diritti delle persone con disabilità; promuovere la raccolta di dati statistici che illustrino la condizione delle persone con disabilità, anche con riferimento alle diverse situazioni territoriali; predisporre la relazione sullo stato di attuazione delle politiche sulla disabilità. Il Secondo Programma di Azione Biennale per la promozione dei diritti e l’integrazione delle persone con disabilità è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale con il DPR del 12 ottobre 2017.
A partire dal 2012, l’Ufficio minori stranieri della Direzione generale dell’immigrazione e delle politiche di integrazione assume le funzioni del Comitato per i minori stranieri, soppresso insieme ad altri organismi collegiali di concertazione ai sensi del decreto sulla cosiddetta spending review (art. 12, comma 20, del d.l. 95/2012, convertito con modificazioni nella l. 135/2012). In particolare, l’Ufficio vigila sulle modalità di soggiorno dei minori stranieri temporaneamente presenti sul territorio dello Stato, siano essi minori presenti non accompagnati o minori accolti.
Per quel che riguarda i minori presenti non accompagnati, la Direzione generale: vigila sulle modalità di soggiorno dei minori; accerta lo status del minore non accompagnato; svolge compiti di impulso e di ricerca al fine di promuovere l’individuazione dei familiari dei minori anche nei loro Paesi di origine o in Paesi terzi, avvalendosi a tal fine della collaborazione delle competenti amministrazioni pubbliche e di idonei organismi nazionali e internazionali (in particolare, dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni); provvede al censimento dei minori presenti non accompagnati. In particolare, la Direzione Generale può adottare due tipologie di provvedimenti: il provvedimento di non luogo a procedere, che equivale a dare il via agli interventi volti all’integrazione sul territorio dello Stato, e il provvedimento di rimpatrio assistito, volto al ricongiungimento familiare nel Paese di origine. Rispetto alla prima tipologia di provvedimento, sono rimessi poi alle autorità del territorio la gestione e il monitoraggio degli interventi. La scelta preponderante in Italia per i minori non accompagnati è il collocamento in comunità d’accoglienza.
Per quel che riguarda i minori accolti, la Direzione Generale: delibera, previa adeguata valutazione, secondo criteri predeterminati, in ordine alle richieste provenienti da enti, associazioni o famiglie italiane, per l’ingresso di minori accolti nell’ambito dei programmi solidaristici di accoglienza temporanea, nonché per l’affidamento temporaneo e per il rimpatrio dei medesimi; provvede all’istituzione e alla tenuta dell’elenco dei minori accolti nell’ambito dei programmi solidaristici; definisce i criteri predeterminati di valutazione delle richieste per l’ingresso di minori accolti.
Con Decreto del Direttore Generale dell’Immigrazione e delle politiche di integrazione del 24 febbraio 2017, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha adottato le nuove Linee Guida sui minori stranieri non accompagnati.
L’Italia è l’unico paese Europeo che nel 2017, con l’approvazione della legge n. 47, la c.d. legge Zampa, si è dotato di una normativa specificamente rivolta ai minori stranieri non accompagnati, introducendo significative modifiche al complesso della normativa vigente con l’obiettivo di rafforzare gli strumenti di tutela riconosciuti dall’ordinamento italiano in loro favore.
In particolare, la citata legge, introduce esplicitamente il divieto assoluto di respingimento alla frontiera dei MSNA, che non può essere disposto in alcun caso.
La legge n. 47/2017, inoltre, istituisce presso la Direzione Generale dell’Immigrazione e delle politiche di integrazione il Sistema informativo nazionale dei minori non accompagnati - SIM, che, attraverso il censimento della presenza dei MSNA sul territorio italiano, permette di tracciarne costantemente gli spostamenti dei MSNA con riferimento al collocamento in accoglienza e la presa in carico da parte dei servizi sociali territorialmente competenti e di gestire i dati relativi alla loro anagrafica.