musica

Musiche per una professione di pace di Wolfango Dalla Vecchia

su testi di Anonimo Patavino e invocazione finale di Francesco d’Assisi per Baritono, Voci recitanti, Coro misto, Coro di voci bianche, Orchestra
Logo Centro di Ateneo per i Diritti Umani "Antonio Papisca", Università di Padova

In memoriam

di

Sergio Vieira de Mello

Alto Commissario delle Nazioni Unire per i Diritti Umani,

Nadia Younes, già Direttrice dell’Ufficio Nazioni Unite in Italia,

Chris Klein-Beekman, Coordinatore Programma UNICEF

e degli altri operatori delle Nazioni Unite

uccisi a Baghdad il 19 agosto 2003

Concerto offerto in occasione dell’inaugurazione del 7° anno accademico

del Master Europeo in Diritti Umani e Democratizzazione

per gentile concessione della insigne Procuratoria di San Marco

Domenica 14 settembre 2003, ore 20.30

Venezia – Basilica di San Marco

Pace diritti umani  agenda politica

Baritono

Alessandro Giacon

Voci recitanti

Alessandra Giacomin

Claudio Manuzzato

Coro multietnico di voci bianche Città di Padova 

diretto da Marina Malavasi

Coro Città di Padova

diretto da Dino Zambello

Camerata Musicale Vicentina

Direttore

Pietro Juvarra

Musiche per una professione di pace 

di Wolfango Dalla Vecchia

su testi di Anonimus Patavinus

e invocazione finale di Francesco d’Assisi

1.Introduzione per Orchestra (baritono, coro e orchestra)

Credo e voglio la pace

2.Signore, dacci la forza (recitante A)

3.Signore, disarma subito (coro a cappella)

4.Tu che hai proclamato (recitante B)

5.Tu che hai detto:

sono venuto a portare la guerra (coro e orchestra)

6.Signore disarma subito il mio spirito (coro e orchestra)

7.È l’amore il girotondo (coro di voci bianche e strumenti)

8.L’amore non è conservatore (recitante A)

9.L’amore inonderà (recitante B)

10.Tu che hai detto: vi lascio la pace (coro)

11.Tu che hai detto: non c’è amore più grande (coro a cappella)

12.Aiutami a recuperarmi (recitante A)

13.Aiutaci a vedere (recitanti A e B)

14.Signore aiutami a capire (coro a cappella)

15.L’amore sono i fiori (White spiritual, voci bianche e strumenti)

16.L’amore è un contestatore (recitante A)

17.A passeggio va l’amore (saltarello canonico-voci bianche e strumenti)

18.Aiutaci a mobilitarci Dacci il coraggio (baritono-recitativo)

19.Dammi il coraggio (baritono-recitativo) 

20.Profezia minore, l’investitura (nel 40° della ‘Pacem in Terris’ di Giovanni XXIII) – (recitante B)

21.Se per durezza di cuore (baritono-aria)

22.L’amore ci tramanda sempre giovani (baritono-recitativo)

23.Perdona Signore la presunzione (baritono e coro)

24.In memoria di Jan Palach (recitante A)

25.Porterò talee di gelsomino (recitante B)

25. Oh! Signore, fa di me (orchestra, coro con voci bianche e baritono)

Orchestra 

Ouverture

Baritono - coro e orchestra 

Credo e voglio la pace 

perché inerisce all’uomo 

come il diritto alla vita

e il dovere della solidarietà. 

Recitante A

Signore dacci la forza 

di capire

di convincerci

di convincere che 

la guerra è crimine 

la guerra è peccato 

la guerra santa è bestemmia

la guerra giusta è alibi per sepolcri imbiancati

la corsa agli armamenti è crimine contro l’umanità la guerra è avventura senza ritorno.

Coro a cappella 

Signore disarma subito 

il mio spirito

perché io possa subito chiedere 

con legittimazione

il disarmo delle nazioni. 

Recitante B

Tu che hai proclamato beati i pacificatori 

aiutaci a scoprire e a realizzare l’identità attiva dei costruttori di pace

e a non cadere nella tentazione 

del pacifismo sterile.

Coro e orchestra 

Tu che hai detto

sono venuto a portare la guerra non la pace facci capire il senso, la grandezza

la responsabilità

della lotta nonviolenta per la giustizia nell’amore.

Coro di voci bianche e strumenti 

È l’amore il girotondo

dei bambini della terra

e mangia minestrina con stelline con stelline e fili d’oro.

È l’amore la vita

dei bambini che al futuro lanciano ghirlande

e sull’arcobaleno giocano.

Recitante A

L’amore non è conservatore

e danza nudo sulla pancia della terra. L’amore è il grande fuoco

dei picchetti alle frontiere. 

Recitante B

L’amore inonderà i ghetti 

e i quartieri residenziali

e mamme bianche allatteranno 

i figli dei negri

e le loro mammelle 

diventeranno lunghe 

come i seni delle negre. 

L’amore avrà i volti policromi 

dei figli dell’integrazione.

Coro a cappella 

Tu che hai detto vi lascio la pace,

vi do la mia pace

scuoti la coscienza dei tanti iper-prudenti

dacci il coraggio necessario per raccogliere

la tua pace

e per testimoniarla fino in fondo

consapevoli volontari di pace.

Tu che hai detto

non c’è amore più grande di quello

di colui che dà la vita per gli amici

fammi capire

che tutti gli uomini 

d’ogni nazione

sono amici anzi fratelli miei. 

Recitante B

Aiutami 

a recuperarmi dalla paranoia

che la sovranità belligena degli stati mi ha inoculato

perché io possa scoprire che russi cinesi palestinesi israeliani iracheni coreani

sono amici anzi fratelli miei.

Recitanti A e B 

Aiutaci a vedere

al di là della cortina del pan-statualismo

e di tutti i parossismi e le finzioni istituzionali 

oltre la logica di potenza dei signori della morte 

che ebrei cristiani musulmani sono persone umane 

tue creature

come italiani bantù maori armeni curdi ceceni yanomami.

Coro a cappella

Signore aiutami

a capire e a portare la croce della logica di pace

di giustizia 

di amore.

White spiritual - coro di voci bianche e strumenti L’amore sono i fiori

e le foglie e le liane 

raccolte in bouquets 

per ragazzi disabili.

L’amore sono i pesci rossi 

degli acquari a cavalcioni 

di pettirossi e colibrì

e sprizzano scintille al sole.

Recitante A

L’amore è un contestatore

e se ne infischia della storia. 

L’amore deve ancora assidersi 

alle conferenze per il disarmo. 

Signore che troppo politicamente 

sei stato invocato dio degli eserciti 

aiutaci ad abbandonare il linguaggio degli imperialismi per scoprire e capire quello

dell’umiliazione salvifica della croce.

Saltarello canonico - coro di voci bianche e strumenti 

A passeggio va l’amore

per i campi e dorme 

sull’erba con i grilli 

e l’alba attende

dei continenti uniti.

Recitante B

Profezia minore, l’investitura

(nel 40° della ‘Pacem in Terris’ di Papa Giovanni)

Lo hanno fatto papa (stanotte l’ho sognato) Sul sagrato della chiesa in cima al monte. Tornava dai campi,

le mani imbrattate d’olio di trattore,

la tuta spruzzata di concime.

Non c’è stato conclave per lui

diplomazia neppure,

ma elezione del semplice

col fumo naturale delle nubi

solcate dalle ali dei falchi

e tanti fuochi di legno

di castagno di salice e ginestra

sui monti vicini.

Non furono suonate le campane

che i fulmini in settembre rigano,

avvenne tutto nel silenzio.

Gente però ce n’era

lambita dai fuochi piovuti dall’alto,

ricca delle puzze gradevoli

della terra che è fertile,

e fu per prima benedetta.

Il vecchio parroco (le mani

tremanti di rosario) era malato.

Andò la mamma in sagrestia

a rovistare nei cassoni

cigolanti la muffa di campagna.

Trovò una lunga tunica

grigia,

un piviale rosso

di sangue,

una croce

di legno.

Mancava il triregno gemmato.

Gli impose la mamma sul capo

una mitria

piccola e floscia

di seta bianca antica,

trapunta di fili dorati.

Lui si avvicinò all’altare

con un pastorale umile

e l’incenso era cullato da un bambino.

I consiglieri vecchi tossivano lontano

nel rosso di un tempo che gli è estraneo.

Volle un biglietto di andata e ritorno,

no – solo andata.

E partì,

in nomine domine

Recitante A

Aiutaci a mobilitarci nella lotta nonviolenta alla guerra alla fame alla violazione dei diritti umani

con pubbliche sottoscrizioni 

di leva volontaria

al servizio della strategia che costruisce la pace.

Recitante A e B

Dacci il coraggio di assumere 

consapevolmente 

con generoso impegno di solidarietà popolare 

l’alto improcrastinabile rischio

di disarmare per primi. 

Baritono, coro e orchestra

Dammi il coraggio di dichiararmi 

obiettore totale alla guerra

e alle istituzioni che la vogliono

o la consentono.

Se per durezza di cuore di pochi irresponsabili dovesse

ancora una volta

accadere il peggio

fa che il sangue di me

che promuovo la pubblica leva di pace 

sia per primo versato e basti

esso solo ad imbrattare

di contraddizioni di vergogna di incapacità 

e a fermare

chi ha il potere non il dovere

di premere il bottone dell’olocausto universale. L’amore ci tramanda sempre giovani 

i ragazzi trucidati nelle guerre

da Troia al Viet Nam a Beirut a Baghdad sicché il inondo è un cimitero

di giovani in continua espansione 

e bisogna smantellarlo.

Perdona Signore la presunzione 

di chi ti chiede che il ridicolo 

della chiamata di leva dei volontari della pace aspiranti alla beatitudine

possa avvicinarsi al ridicolo

Tutti costruttore di pace:

di Francesco d’Assisi                                                                                                                                                              

di Giorgio La Pira 

del Mahatma Ghandi 

di Dag Hammarskjold 

di Papa Giovanni 

di Martin Luther King 

di Marianela Garcia 

di Oscar Romero 

di Olof Palme 

dei ragazzi della Tien An Men 

di Iqbal Masich

di Madre Teresa di Calcutta 

di Sergio Vieira de Mello 

di Nadia Younes 

e di tanti altri poveri idioti 

Recitante A

in memoria di Jan Palach L’incendio è sterile se vecchio

(la cenere abbondante lascia tracce ma non ha senso di messaggio,

i rami secchi caduti o spezzati bruciano ad ogni angolo del mondo e non valgono a fermare i distratti). Chiamate un pino giovane a bruciare, senza tagliarlo.

Lentamente, brucia da solo in piedi, in radura che aumenta di folla

e mani bianche da forte 

sono i rami rigogliosi 

prima di rattrappirsi nell’addio. 

La sua resina è carne gocciolante, non fa scintille che feriscono

né fiamma che acceca, stilla 

sangue odoroso che altri giovani raccolgono in catini. 

Non geme il pino,

se chiamato tenero a bruciare. 

Urla di fede e riempie il cielo 

di alito esultante,

incenso che dilata altri respiri. 

Le ragazze piantano asfodeli 

sulla carne bruciata

migliaia di ragazze,

i compagni d’università

hanno la fascia bianca sulle braccia

e sangue di fratello

migliaia di compagni. 

Lo vedete,

un pino giovane è bruciato. 

Non ha lasciato cenere

ma il suo sangue 

bollendo

è arrivato al cuore della terra. 

Recitante B

Porterò talée di gelsomino 

sui pianeti e tuberi di dalia

e un altro azzurro e altri calori 

faran fiorire giardini di pace 

e piogge forse di petali 

inonderanno la terra

ormai esangue di profumi

e colmeranno i solchi della divisione. 

Dimenticherò forse

la strada per tornare

ma lascerò tracce che i viandanti 

più giovani

riconosceranno per amarsi.

Baritono - coro e orchestra

Rit.

Oh! Signore, fa di me un istrumento della tua Pace 

Dove è odio fa ch’io porti l’amore

Dove è offesa ch’io porti il perdono 

Dove è discordia ch’io porti l’unione. 

Oh! Maestro,

fa ch’io non cerchi tanto ad essere consolato quanto a consolare ad essere compreso, quanto a comprendere

ad essere amato, quanto ad amare.

Rit.

Oh! Signore, 

Poiché,

a questo siamo chiamati e a questo siamo impegnati davanti a Dio e agli uomini. 

Rit.

Oh! Signore,

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