Unione Europea

Parlamento europeo

Vista dall'alto dell'emiciclo del Parlamento Europeo, Strasburgo, 2009
© EP

Il Parlamento europeo (PE), eletto a suffragio universale e diretto dal 1979, rappresenta il livello più compiuto e collaudato di democrazia rappresentativa nel sistema della politica internazionale. Ad esso si guarda come un esempio da imitare per riformare in senso democratico altri sistemi di integrazione regionale, in particolare in America latina e in Africa, e lo stesso sistema universale delle Nazioni Unite.

Il PE può essere considerato la ‘‘camera bassa’’ del sistema legislativo dell’UE. Congiuntamente al Consiglio, la “camera alta”, esercita la funzione legislativa e la funzione di bilancio. Partecipa al processo decisionale esercitando, a seconda del settore su cui si deve deliberare, funzioni di consultazione o di approvazione e di co-decisione.

Il PE, insieme alla Commissione e al Consiglio, svolge un ruolo di primo piano nella promozione e protezione dei diritti umani nel complessivo quadro di attività dell’UE. Attraverso rapporti e risoluzioni contenenti denunce e raccomandazioni, il PE si interessa sistematicamente e puntualmente delle questioni chiave in materia di diritti umani. Di particolare rilevanza risultano essere le relazioni annuali di carattere generale dedicate alla situazione dei diritti umani e della democrazia nel mondo che il Parlamento adotta a partire dal 1983, nonché la “Dichiarazione dei diritti e delle libertà fondamentali”, adottata il 12 aprile 1989 “a nome dei popoli europei”.

Le attività del Parlamento europeo in tale settore sono coordinate dal gruppo per il sostegno alla democrazia e il coordinamento elettorale (DEG), presieduto dal presidente della commissione per gli affari esteri e dal presidente della commissione per lo sviluppo. Fanno parte del gruppo anche alcuni deputati al Parlamento europeo designati dai gruppi politici, tra cui il presidente della Conferenza dei presidenti di delegazione, il presidente della sottocommissione per i diritti dell’uomo e i vicepresidenti del Parlamento europeo responsabili per i diritti umani e la democrazia.

Tra le Commissioni permanenti del PE rilevanti per il tema dei diritti umani, si segnala in particolare la Sottocommissione per i diritti umani all’interno della Commissione per gli affari esteri. Essa prende iniziative parlamentari in tale ambito e fornisce un forum permanente di discussione sulla situazione dei diritti umani e lo sviluppo della democrazia nei Paesi terzi. Uno dei suoi principali obiettivi è quello di contribuire all'integrazione delle tematiche dei diritti umani in tutti gli aspetti della relazioni esterne dell'UE, e quindi, tra le altre, nelle politiche in materia di allargamento, commercio esterno, sviluppo e nella politica di vicinato. Prima di essere implementati, infatti, gli accordi commerciali con i paesi terzi devono ricevere il voto favorevole del Parlamento europeo che può rifiutarsi di esprimere il proprio parere favorevole dove ritenga possano verificarsi violazioni dei diritti umani e dei principi democratici. Oltre a ciò il Parlamento monitora attentamente l'osservanza delle clausole relative ai diritti umani che sono incluse sistematicamente dall'Unione Europea in ogni accordo commerciale con i paesi terzi.

Altre Commissioni rilevanti per il tema diritti umani sono la Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni che si occupa principalmente di questioni relative ai diritti umani all’interno dell’Unione Europea; la Commissione per gli affari costituzionali attiva nell’ambito della discussione relativa all’adesione dell’Unione Europea alla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti umani e delle libertà fondamentali (CEDU); la Commissione giuridica; la Commissione occupazione e affari sociali; la Commissione ambiente, sanità pubblica e sicurezza alimentare; la Commissione sviluppo; la Commissione diritti della donna e uguaglianza di genere e la Commissione petizioni, che verrà trattata in seguito.

Il PE elegge il Mediatore europeo (difensore civico), che ha il compito di esaminare le controversie tra i cittadini e le istituzioni UE. È un organo monocratico preposto alla salvaguardia dei diritti e degli interessi dei cittadini contro casi di cattiva amministrazione (maladministration) di istituzioni e organi UE. La sua identità è quella tipica dell’Ombudsman o della ‘difesa civica’. Solo la Corte di giustizia, il Tribunale di primo grado e il Tribunale della funzione pubblica, nell'esercizio delle loro funzioni giurisdizionali, non rientrano nella sua giurisdizione. Il Mediatore generalmente conduce le sue indagini sulla base di denunce, ma ha anche la facoltà di avviare indagini di propria iniziativa.

Dal 2011 è attiva una Direzione per il Supporto alla Democrazia all’interno della Direzione Generale delle Politiche esterne dell’Unione (DG ExPo) allo scopo di ottimizzare e dare maggiore coerenza alle attività del Parlamento in materia.

I Membri del PE sono chiamati a svolgere un ruolo attivo nelle missioni di osservazione elettorale promosse dall'Unione Europea e possono partecipare a missioni di fact-finding e contribuire a livello locale alla democratizzazione di un determinato paese incontrando tutti gli attori rilevanti al suo interno (funzionari di governo, rappresentanti dell'opposizione, rappresentanti di organizzazioni della società civile, ecc.).

Ogni anno il Parlamento assegna il premio Sacharov per la libertà di pensiero, istituito nel 1988 allo scopo di rendere omaggio a persone o ad organizzazioni che hanno contribuito alla difesa dei diritti umani, della democrazia e della libertà di espressione, alla lotta contro l'intolleranza e l'oppressione. Il 19 ottobre 2023, Jina Mahsa Amini e il Movimento Donna, Vita, Libertà in Iran hanno vinto il Premio Sakharov per il 2023. Tra i precedenti vincitori figurano Nelson Mandela, Malala Yousafzai, Raif Badawi e l'opposizione democratica in Bielorussia.

Commissione per le petizioni

Il diritto di presentare una petizione al Parlamento europeo, sancito dalla CDFUE (art. 44, nonché artt. 24 e 227 TFUE), è un diritto fondamentale indissolubilmente legato allo statuto di cittadinanza dell’Unione Europea. La petizione è uno strumento che consente ai cittadini di partecipare direttamente all’attività del PE facendo sì che le loro preoccupazioni, proposte o denunce siano specificamente esaminate dai membri della Commissione. 

La Commissione per le petizioni è responsabile di:

  1. il trattamento e l'esame delle petizioni;
  2. l'organizzazione di udienze pubbliche sulle iniziative dei cittadini;
  3. i rapporti con il Mediatore europeo.

Compito della Commissione è quello di esaminare le petizioni presentate dai cittadini, o da qualsiasi persona fisica o giuridica che risieda o abbia la sede sociale in uno Stato membro della UE, adoperandosi per risolvere le eventuali violazioni dei diritti loro conferiti dal diritto dell’Unione. Essa svolge pertanto un ruolo essenziale al fine di creare un legame con i cittadini europei e di rafforzare la legittimità e la responsabilità democratiche del processo decisionale dell'Unione europea.

Nel corso della 9a legislatura (2019-2024), la Commissione si è occupata di 6991 petizioni. Le petizioni ricevute riguardano un ampio spettro di argomenti, principalmente nell'ambito dei diritti fondamentali (disabilità, diritti delle donne, diritti dei bambini, uguaglianza LGBTI, libera circolazione, diritto di voto), dell'ambiente, della salute, della giustizia, dell'occupazione e dei diritti dei consumatori.

La Commissione per le petizioni è una commissione investigativa e non una commissione legislativa. Essa mira a garantire ai cittadini l'accesso a mezzi di ricorso extra giudiziari qualora le loro denunce risultino fondate. Nello svolgimento delle sue funzioni, può organizzare missioni d'informazione e riferirne i risultati in seduta plenaria.

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