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12/1/2012
Una fila di persone sfila per la strada con le tute arancioni simili a quelle che indossano i detenuti a Guantanamo
© amnesty international

Amnesty International: pubblicato il rapporto su Guantanamo - un decennio di danni ai diritti umani

L'11 gennaio 2012 Amnesty International ha pubblicato il rapporto Guantanamo 2002-2012: un decennio di danni ai diritti umani.

A metà dicembre 2011 a Guantanamo rimanevano ancora 171 uomini. Almeno 12 tra loro sono stati rinchiusi nel centro di detenzione l'11 gennaio del 2002; tra questi detenuti uno è stato condannato all'ergastolo da una commissione militare nel 2008, gli altri 11 non sono mai stati incriminati.

È proprio in coincidenza del decimo anniversario del trasferimento dei primi detenuti a Guantanamo nel gennaio del 2002, a quattro mesi dagli attacchi dell'11 settembre 2001, che Amnesty International pubblica il suo rapporto per spiegare ancora una volta perché quel centro di detenzione continua a rappresentare un'offesa ai diritti umani.

Il rapporto mette in luce il trattamento illegale subito dai detenuti di Guantanamo sin dalla sua apertura da parte del governo degli Stati Uniti. Tra i detenuti, molti hanno subito torture e, prima dell'internamento a Guantanamo, sono stati soggetti a sparizioni forzate.

Durante questi 10 anni solo uno dei 779 detenuti che sono passati da Guantanamo è stato trasferito negli Stati Uniti per essere processato da una corte civile. L'amministrazione USA ha chiesto la pena di morte per sei detenuti attualmente sotto processo davanti a commissioni militari.

Il Presidente Obama si era impegnato a chiudere Guantanamo entro il 22 gennaio 2010, ma ciò non è accaduto. L'amministrazione Obama ha attribuito l'incapacità di onorare tale impegno al Congresso.

A tal proposito il ricercatore di Amnesty International sugli USA, Rob Freer, ha dichiarato:

"In base al diritto internazionale, le leggi e le politiche nazionali non possono essere invocate per giustificare il mancato rispetto degli obblighi derivanti dai trattati. È un modo inadeguato di rispondere, quello di una branca del governo che addossa a un'altra un fallimento in tema di diritti umani. Il diritto internazionale richiede che siano trovate soluzioni, non alibi".