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Il Segretario generale del Consiglio d’Europa, Thorbjørn Jagland, ha pubblicato il suo ultimo rapporto annuale riguardante le sfide future per l’Europa e la necessità di rafforzare il ruolo dell’Organizzazione.
Il Segretario generale, al decimo anno del suo mandato, ha esortato i 47 Stati membri a rafforzare il Consiglio d’Europa, ad assicurarne un finanziamento appropriato e ad elaborare nuove norme giuridiche sulle emergenti sfide in materia di diritti umani e democrazia.
“Di fronte alle crescenti minacce allo Stato di diritto e alle nuove sfide per i diritti umani in tutto il nostro continente, sono convinto della necessità di rafforzare gli strumenti del Consiglio d’Europa e di non sostituirli o riprodurli altrove. Dovrebbero inoltre essere finanziati in modo appropriato, attraverso fondi pubblici”, ha affermato Thorbjørn Jagland.
Secondo il rapporto esistono alcuni aspetti che destano preoccupazione, come i tentativi di porre i tribunali sotto il controllo politico, le crescenti pressioni sui giornalisti e sulle ONG e la contestazione dell’autorità della Corte europea dei diritti dell’uomo da parte delle forze nazionaliste.
Il Segretario generale, oltre ad evidenziare l’importante contributo apportato dal Consiglio d’Europa alla promozione delle pace e della stabilità in tutta l’Europa, in particolar modo attraverso la Convenzione europea dei diritti umani e delle libertà fondamentali e la Carta sociale europea, invita l’Organizzazione a mostrarsi più proattiva nel far rispettare le sue norme giuridiche ed esorta gli Stati membri ad elaborare nuove norme per contribuire ad affrontare una serie di nuove sfide che interesseranno i diritti umani e la democrazia, in particolar modo l’intelligenza artificiale e la schiavitù moderna, nonché ad intraprendere ulteriori misure per promuovere l’inclusione economica e sociale.
Il rapporto cita inoltre una serie di principi che, secondo il Segretario generale, dovrebbero essere attuati al fine di appianare le attuali difficoltà tra il Consiglio d’Europa e la Federazione russa. Tali principi includono il rispetto dei diritti e degli obblighi di tutti i 47 Stati membri di partecipare appieno al Comitato dei Ministri e all’Assemblea parlamentare dell’Organizzazione, l’obbligo di cooperare in buona fede con il Consiglio d’Europa e l’obbligo di versare puntualmente il proprio contributo finanziario.
Per la versione integrale del rapporto consultare il link sottostante.
17/4/2019