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5/9/2015
Foto panoramica della sede del Palazzo dei diritti umani che ospita la Corte europea dei diritti umani, Strasburgo.
© Consiglio d'Europa

Corte europea dei diritti umani: non viola la CEDU la norma italiana che prevede il divieto di utilizzare gli embrioni per la ricerca scientifica

La Grand Chamber della Corte europea dei diritti umani ha stabilito, nel caso Parrillo c. Italia (sentenza del 27 agosto 2015), che l’articolo 13 della legge 40/2004 che vieta la sperimentazione sugli embrioni non viola l’art. 8 (diritto al rispetto della vita privata e familiare) della Convenzione europea dei diritti umani.

Il caso risale al 2011 quando la vedova Adele Parrillo, il cui marito Stefano Rolla rimase ucciso nell'attentato di Nassiriya, esprimendo la volontà di donare i suoi embrioni alla ricerca scientifica, si è rivolta alla CtEDU denunciando la legge italiana che vieta la possibilità di fare esperimenti su embrioni umani anche ai fini della ricerca scientifica.

La Corte ha concluso che l'articolo 13 della legge italiana in questione, che vieta la sperimentazione sugli embrioni, non viola il diritto al rispetto della vita privata di Adele Parrillo e che all’Italia è riconosciuto un ampio margine di manovra su una questione così delicata, in mancanza di consenso a livello europeo o di una normativa internazionale in materia.

Per maggiori informazioni si rimanda al testo della sentenza nel box sottostante.