L’Università di Padova sempre al fianco della Pace: la testimonianza di Pietro, studente di Giurisprudenza, alla Manifestazione Nazionale "Europe for Peace" a Roma il 5 novembre
Nutrita partecipazione di studenti, grazie al Centro Diritti Umani, alla manifestazione EuropeForPeace di Roma.
Nonostante sia stata dipinta nei giorni precedenti come la manifestazione della sfida politica tra i vari leader della sinistra, alla fine quella di Roma è stata soltanto la piazza della gente. Sabato 5 novembre una marea umana ha attraversato le strade della Capitale partendo da Piazza della Repubblica: più di centomila, come hanno annunciato trionfanti gli organizzatori di “EuropeforPeace” dal palco di chiusura in San Giovanni.
Erano anni che non si vedeva questa piazza romana storica così piena. Qualcuno dice dal 2003, manifestazione contro la guerra in Iraq, per la precisione, e non sarebbe certo una coincidenza che a distanza di quasi vent’anni sia lo stesso Popolo della Pace a toccare nuovamente questi numeri da record.
A colorare la folla ci sono tantissime bandiere sventolanti: non solo gli arcobaleni della pace, ma anche il rosso della CGIL, il bianco delle Acli, il blu di Sant'Egidio. E poi CISL, UIL, Anpi, Arci, Libera, Emergency, Greenpeace e tanti altri. Un mondo, che va dall'associazionismo cattolico, ai sindacati, passando per ONG e movimenti della società civile, e che si riconosce nella piattaforma della Rete Italiana Pace e Disarmo. Nessun vessillo di partito, rispettando così le richieste degli organizzatori.
Tra le tante bandiere spicca su tutte, se non altro per la lunghezza, il lungo lenzuolo arcobaleno della Marcia PerugiaAssisi, tra i promotori dell'evento. Impossibile non notarla, è stata sollevata e accompagnata da un centinaio di persone, molte delle quali provenienti dall'Università di Padova. Il Centro Diritti Umani dell'ateneo veneto ha infatti organizzato una grande trasferta in treno per studenti, professori e personale universitario. Una settantina i partecipanti, tutti entusiasti, con uno striscione che testimonia la presenza forte e la presa di posizione netta dell'Università: l'unica in Italia a presentarsi in veste istituzionale a questo importante appuntamento. Si continua così a coltivare, all’interno del mondo accademico, la Cultura della Pace, nel solco della creazione e dell’adesione della Rete delle Università italiane per la Pace.
Da Roma arriva quindi un segnale forte e chiaro al nuovo Governo e all'Europa. La linea che prevede l'invio delle armi e l'esclusione di ogni trattativa con la Russia va rivista, o quantomeno bisogna costruirne una alternativa. Perché dopo otto mesi di guerra, dopo migliaia di morti, dopo le armi inviate, dopo le sanzioni, in piena emergenza energetica e ad un passo dall'apocalisse nucleare, forse è arrivato il momento di mettere in discussione la strategia fin qui seguita dall’UE e dai suo Stati membri. Non si tratta di fare un favore a Putin, di equidistanza, o di resa per l’Ucraina, come qualcuno si ostina a raccontare. Bisogna anzitutto ribaltare questa narrazione, ancora dominante, utile solo a chi vuole continuare ad alimentare il fuoco del conflitto. “La Pace è possibile” scandisce nella sua arringa Don Luigi Ciotti di Libera, come per invitarci a fare nostro questo pensiero, da cui ogni giorno provano ad allontanarci.
Poi si deve lavorare, in modo collettivo, ad un fronte capace di guardare la situazione ucraina in modo serio e pragmatico, riconoscendo che nessuna delle due forze ha la possibilità di ottenere una vittoria totale sul campo, ma che soltanto attraverso gli strumenti della diplomazia internazionale si potrà trovare una soluzione stabile per quell'area di mondo. Non sarà certo facile, ma proprio perché è un percorso lungo e difficile è importante cominciare il più in fretta possibile, prima di tutto invertendo la rotta. “Escalation, ma di Pace” dice qualcuno dei manifestanti, ribaltando così l’accezione negativa che questo termine ha assunto negli ultimi mesi. A Roma si è fatto un passo, ne seguiranno tanti altri.
Pietro Zanoni, studente di Giurisprudenza, presso UNIPD.
Padova, 06/11/22.