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Nazioni Unite: pubblicato il rapporto dell’UNHCR “Viaggi Disperati” sui rifugiati e i migranti in arrivo in Europa e alle sue frontiere

L’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) ha pubblicato il rapporto “Viaggi Disperati” che analizza i dati sui rifugiati e i migranti in arrivo in Europa e alle sue frontiere, le tendenze che hanno caratterizzato il 2018 e le probabili evoluzioni per l’anno 2019.

Secondo il rapporto nel corso del 2018 si è assistito ad una diminuzione del numero di rifugiati e migranti che hanno attraversato il Mediterraneo alla quale tuttavia è corrisposto un aumento del tasso di mortalità, probabilmente anche a causa di una riduzione della capacità di ricerca e soccorso e di una risposta agli sbarchi non coordinata e non prevedibile.

In particolare, nonostante il numero di arrivi nel corso del 2018 sia stato molto più basso rispetto a quello registrato in Italia ogni anno fra il 2014 e il 2017 o in Grecia nel 2015, i viaggi sono rimasti pericolosi, addirittura indicando un incremento del tasso di mortalità nel corso delle traversate intraprese da migranti e rifugiati per raggiungere le coste europee.
Le statistiche dimostrano che in media 6 persone hanno perso la vita nel Mediterraneo ogni giorno. Per l’anno 2018 si stima che 2.275 persone siano morte o disperse durante la traversata. In totale, sono 139.300 i rifugiati e i migranti arrivati in Europa, il numero più basso registrato negli ultimi cinque anni. In sintesi, a fronte di una riduzione significativa del numero di arrivi sulle coste europee rispetto agli anni precedenti ed una riduzione in termini assoluti del numero di decessi nel Mediterraneo centrale, è corrisposto un incremento del tasso di mortalità rispetto al numero di arrivi in Europa.

Questo dato allarmante può essere interpretato anche alla luce di alcuni cambiamenti significativi che hanno interessato le rotte seguite da rifugiati e migranti per raggiungere l’Europa. Mentre infatti nella prima metà dell’anno i flussi hanno interessato maggiormente la Grecia, seguendo la rotta del Mediterraneo orientale, nella seconda metà dell’anno è divenuta la Spagna il principale Paese di ingresso, raggiungibile attraverso la pericolosa traversata del Mediterraneo occidentale, rotta alternativa a quella del Mediterraneo centrale, divenuta più difficilmente praticabile. Tale cambiamento delle rotte è conseguenza anche di alcuni cambiamenti nelle politiche adottate da alcuni Stati europei.

Secondo il rapporto le attuali tendenze dovrebbero rimanere invariate nel corso del 2019: è probabile che la Spagna rimanga il principale punto d’ingresso in Europa, che i flussi migratori provenienti dalla Turchia verso la Grecia restino invariati, che nel Mediterraneo centrale, i salvataggi da parte di navi di ONG, in particolare nella Zona di Ricerca e Soccorso libica, continuino a trovare una risposta caso per caso e ad hoc a causa della continua mancanza di un approccio regionale coerente e coordinato al soccorso in mare e al successivo sbarco, che il tasso di mortalità rimanga elevato, considerando la preoccupante riduzione della capacità di ricerca e soccorso.

Il rapporto dell’UNHCR chiede la creazione urgente di una risposta regionale coordinata e prevedibile per il soccorso in mare, oltre ad una maggiore condivisione di responsabilità più in generale. In particolare il rapporto postula la previsione di una maggiore capacità di soccorso, punti di sbarco precisi e prevedibili, maggiori solidarietà e sostegno per i Paesi di primo arrivo di rifugiati e migranti, un accesso migliore a vie sicure e legali (quali il reinsediamento, la riunificazione familiare, i piani per l’istruzione e per l’impiego), maggiore protezione per i minori non accompagnati e i sopravvissuti alla violenza sessuale e di genere nonché misure più severe contro coloro che si macchiano di crimini ai danni di rifugiati e migranti, tra cui i trafficanti di esseri umani.

La versione integrale del rapporto “Viaggi Disperati” è consultabile al link sottostante.

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