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Amnesty International – Pubblicato un rapporto sulle complicità dell’Europa nei programmi di rendition e detenzioni segrete della CIA

Amnesty International UK, durante una dimostrazione di fronte a Downing Street, esorta il governo britannico a non chiedere gli occhi di fronte alla tortura
© Amnesty International

Il rapporto “Segreti smascherati: le crescenti prove della complicità dell’Europa nelle rendition e nelle detenzioni segrete”, pubblicato da Amnesty International il 15 Novembre 2010, mette in rilievo le più recenti prove della complicità di alcuni paesi europei nei programmi di rendition illegali e detenzioni segrete condotti dalla CIA all’indomani degli attacchi dell’11 settembre 2001.

Nel contesto della cosiddetta “war on terror”, alcuni governi europei hanno infatti consentito o attivamente partecipato alle attività dei servizi segreti americani, dando vita, in alcuni casi, ad episodi di trasferimenti illegali, sparizioni forzate, tortura e detenzioni segrete.

Per prima cosa, il rapporto esorta i governi europei a garantire giustizia alle vittime di tali abusi attraverso indagini e procedimenti di accertamento delle responsabilità atti a punire i colpevoli e a gettare luce sul coinvolgimento delle pubbliche autorità. In tale contesto, viene deprecato l’uso del “segreto di stato”, il quale, nato per proteggere la sicurezza nazionale, non può divenire uno schermo per l’impunità.

In seconda istanza, il rapporto analizza le inchieste di complicità o procedimenti legali a carico di singoli individui che hanno avuto luogo o si stanno svolgendo in vari paesi, tra cui Germania, Italia, Lituania, Macedonia, Polonia, Regno Unito e Svezia. 

Per quanto concerne l’Italia, viene preso in considerazione il caso Abu Omar, cittadino egiziano rapito a Milano nel febbraio del 2003. Il rapporto sottolinea come la condanna in primo grado di diversi agenti statunitensi e italiani per il loro ruolo nel sequestro sia la prima ed unica ad oggi emessa in relazione ai programmi di rendition e detenzioni segrete della CIA. Viene tuttavia ricordato che, sulla base del segreto di stato apposto dal governo italiano e dell’immunità diplomatica, i procedimenti a carico di un certo numero di alti funzionari italiani (Nicolò Pollari, Marco Mancini) e statunitensi (Jeffrey Castelli) si sono risolti con un “non luogo a procedere”.

Nelle more del procedimento di appello contro tali decisioni, iniziato in Ottobre 2010, Amnesty International urge il governo italiano a cooperare nelle indagini giudiziarie in corso e lo invita ad avviare un’ inchiesta indipendente, imparziale ed effettiva sul coinvolgimento dell’Italia in altri aspetti relativi ai programmi di rendition e di detenzioni segrete della CIA.

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