Consiglio d'Europa: il Comitato per la prevenzione della tortura pubblica i due rapporti relativi alle visite da esso condotte in Italia nel 2010 e nel 2012
Il Comitato del Consiglio d'Europa per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani e degradanti (CPT) ha recentemente pubblicato due importanti rapporti con riferimento alla situazione delle persone private della loro libertà in Italia. Nello specifico, si tratta del rapporto relativo alla visita condotta dal Comitato nel nostro Paese lo scorso maggio del 2012 e di quello relativo alla visita ad hoc condotta nel giugno del 2010.
Ciascun rapporto è stato pubblicato assieme alle risposte del Governo italiano in merito alle osservazioni e raccomandazioni messe in luce dal Comitato. Alla luce dei principi di riservatezza e di cooperazione su cui si basa l'azione di monitoraggio del CPT, i rapporti vengono resi pubblici solo a seguito di richiesta formale da parte dei Governi interessati.
Uno dei principali temi analizzati nel corso della visita del 2012 ha riguardato le numerose accuse riferite al CPT su episodi di maltrattamento da parte dei funzionari della Polizia di Stato e dei Carabinieri, con particolare riferimento ad episodi avvenuti nell'area di Milano e nei confronti di cittadini stanieri. Il rapporto contiene quindi numerose raccomandazioni sulla necessità di rafforzare le misure di protezione contro tali maltrattamenti. Le condizioni di detenzione osservate dal CPT nei vari istituti di dentenzione visitati sono ritenute generalmente accettabili. Tuttavia, il Comitato riscontra che le celle delle Questure di Firenze e Palermo si trovino in cattivo stato.
In risposta a questo punto, le autorità italiane sottolineano che tali celle sono state messe fuori servizio e sostituite con luoghi di detenzione più adatti.
Con riferimento alla detenzione di migranti in virtù della legge sugli stranieri, il Comitato ha ricevuto, durante la visita presso il Centro di identificazione ed espulsione (CIE) di Bologna, alcune denunce relative all'uso eccessivo della forza esercitato da funzionari dei Carabinieri e della Polizia di Stato nel corso delle operazioni di ricerca. Secondo la valutazione del CPT, le condizioni materiali di detenzione in questo CIE sono adeguate per quanto concerne lo spazio vitale. Tuttavia, l'unità maschile del Centro necessita di significative riparazioni, apparentemente a causa di ripetuti atti vandalici commessi dai detenuti. Il Comitato si è detto favorevolmente impressionato dai servizi di assistenza sanitaria e dal lavoro svolto dai mediatori culturali, pur esprimendo preoccupazione per la possibile riduzione del personale a seguito di preannunciati tagli.
In risposta a questo punto, le autorità italiane hanno informato il Comitato che il CIE di Bologna è stato chiuso temporaneamente per consentirne il restauro e che sia i livelli di assistenza sanitari, sia il numero di mediatori culturali saranno mantenuti tali alla riapertura del Centro.
In relazione alle prigioni visitate dal CPT nel 2012, i detenuti hanno parlato generalmente bene del modo in cui sono trattati. Tuttavia, presso il carcere di Vicenza, la delegazione del CPT ha ricevuto numerose denunce per maltrattamenti e uso eccessivo della forza da parte del personale penitenziario. Le condizioni materiali delle prigioni visitate dal Comitato sono state considerate generalmente adeguate con l'eccezione della prigione Ucciardone di Palermo, dove la maggior parte delle unità di detenzione sono in cattivo stato e hanno scarse condizioni igeniche.
Il significativo sovraffolamento è elemento di particolare preoccupazione relativo a tutti gli istituti penitenziari visitati dal CPT nel 2012. Le condizioni di detenzione sono rese peggiori dalla mancanza di offerta di attività alternative. Per questo motivo, il CPT richiede di espandere l'offerta di attività di formazione professionale e le opportunità di lavoro per i detenuti.
In relazione al cosiddetto regime “41-bis”, il rapporto del CPT critica l'effettiva necessarietà delle modifiche legislative apportate nel 2009 che hanno imposto ulteriori restrizioni a questa specifica tipologia di detenuti. Infine, se da un lato gli standard delle infermerie sono ritenuti adeguati in tutti gli istituti di detenzione, per il Comitato rimane problematico assicurare la riservatezza degli esami medici dei detenuti e dei dati medici.
In risposta a queste osservazioni, le autorità italiane informano il Comitato di una serie di misure adottate per eliminare gli episodi di maltrattamento nel carcere di Vicenza. Inoltre, insistono sugli sforzi impiegati in vista di potenziare le capacità complessive di capienza degli istituti di detenzione italiani nel breve periodo e forniscono un resoconto delle misure legislative finalizzate alla promozione di una gamma più ampia di soluzioni alternative alla dentenzione.
Il rapporto relativo alla visita ad hoc del giugno 2010 affronta le questioni della prevenzione dei suicidi in carcere e del passaggio di responsabilità per l'assisenza sanitaria dall'autorità penintenziaria alle autorità regionali. Inoltre viene esplorato il sistema che prevede l'obbligo per le forze dell’ordine e il personale del carcere di riportare casi di maltrattamenti ed è fornita la valutazione dell’efficienza delle indagini in tre casi specifici (mantenuti anonimi in virtù del principio di riservatezza).
I rapporti e le risposte delle autorità italiane sono consultabili all'indirizzo indicato nel box sottostante.