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Corte di Strasburgo: tre nuove sentenze contro l'Italia per trattamenti contrari all'art. 3 CEDU

Foto panoramica della sede del Palazzo dei diritti umani che ospita la Corte europea dei diritti umani, Strasburgo.
© Consiglio d'Europa

Con tre nuove sentenze pubblicate il 26 ottobre 2017, la Corte europea dei diritti umani condanna lo Stato Italiano per non aver adempiuto ai suoi obblighi internazionali ai sensi della CEDU con riferimento ai casi Blair e altri c. Italia (ricorsi n. 1442/14, 21319/14 e 21911/14), Azzolina e altri c. Italia (ricorsi n. 28923/09 e 67599/10), Cirino e Renne c. Italia (ricorsi n. 2539/13 e 4705/13).

Ne primi due casi, Blair e altri c. Italia ed Azzolina e altri c. Italia, la Corte ha accertato la violazione dell’art. 3 CEDU che vieta  trattamenti disumani e degradanti. I ricorrenti, arrestati e trattenuti nella caserma "Bolzaneto" tra il 20 e il 22 luglio 2001, durante le proteste contro il G8 di Genova, lamentavano di essere stati sottoposti a tortura da agenti di polizia e personale sanitario. Lamentavano, inoltre, la non efficacia delle indagini dei tribunali nazionali che hanno visto scattare la prescrizione per quasi tutti i reati commessi e in molti casi anche la riduzione della pena. Le sentenze della CEDU confermano i maltrattamenti sofferti dai ricorrenti e attribuisce la prescrizione alla mancanza del reato di tortura nel codice penale italiano all'epoca degli eventi. Sempre per la mancanza di suddetto reato, la CEDU afferma che nessuna delle persone responsabili ha ricevuto una punizione adeguata e i ricorrenti non hanno potuto beneficiare di un'indagine ufficiale efficace. Oltre alla condanna, le sentenze della Corte hanno pertanto stabilito che l’Italia dovrà pagare un indennizzo, nel caso di Blair e altri, di 10mila euro ciascuna a due persone e 70mila euro ciascuno agli altri 22 ricorrenti, a titolo di danni non pecuniari, più 40.320 euro per costi e spese processuali a 13 dei ricorrenti. Nel secondo caso, Azzolina ed altri, la Corte ha stabilito che l’Italia deve versare 85mila euro ad Azzolina e 80mila euro a ciascuno degli altri 23 ricorrenti.

Per quanto concerne il terzo caso (Cirino e Renne c. Italia), la Corte ha condannato nuovamente l’Italia, sempre per aver violato l’art. 3 della CEDU. Il caso riguarda due detenuti, Andrea Cirino e Claudio Renne, che lamentavano di aver subito torture mentre erano in isolamento nel carcere di Asti, nel 2004, da parte di due guardie carcerarie. Nonostante il tribunale di Asti avesse ammesso che le azioni delle due guardie corrispondevano alla definizione di tortura internazionalmene riconosciuta, la mancanza del reato di tortura nel sistema penale italiano ne aveva impedito la condanna. La Corte ha condannato quindi l’Italia a risarcire con 80mila euro Cirino e la figlia di Renne, morto in carcere lo scorso gennaio.

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