Corte penale internazionale

Corte Penale Internazionale: l’Italia ratifica gli emendamenti allo Statuto di Roma

Lo scorso 4 Novembre la Camera dei Deputati ha approvato la legge che autorizza il Presidente della Repubblica a ratificare gli emendamenti allo Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale (Cpi). Gli emendamenti hanno introdotto la definizione di crimine di aggressione (art.8 bis), la previsione delle condizioni per l’esercizio da parte della Cpi della giurisdizione su tale crimine (art. 15 bis e 15 ter) e l’ampliamento dei crimini di guerra (art. 8, par. 2, lett. e), xiii, xiv, e xv).

Il crimine di aggressione viene definito come una violazione manifesta della Carta delle Nazioni Unite e comprende l’uso della forza armata anche da parte di uno Stato contro la Sovranità o indipendenza di un altro stato o in modo incompatibile con la Carta della Nazioni Unite. Dopo l’entrata in vigore degli emendamenti adottati a Kampala, la Cpi potrà giudicare gli individui al vertice dell’apparato politico e militare italiano che dovessero essere accusati per crimini di aggressione. Tuttavia, la Corte potrà procedere solo in caso di mancanza di volontà o capacità di condurre le indagini da parte dell'Italia.

Al fine di rendere possibile la conduzione di indagini e la celebrazione di processi in Italia, riguardanti il crimine di aggressione, è indispensabile prevedere tale fattispecie criminosa nel diritto interno. Essendo una norma non self-execuing, l’Italia deve procedere con l’inserimento di apposite leggi di adattamento della stessa nel sistema penale italiano. Inoltre, l’Italia non ha mai adottato una legislazione di recepimento dei numerosi comportamenti criminosi non presenti nel codice interno, ad esempio non sono presenti nell’ordinamento italiano atti qualificabili come crimini contro l’umanità. E’ auspicabile che il Parlamento non tardi oltre e doti l’Italia di una legge organica che assicuri la repressione del crimine di aggressione.

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