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Norme italiane e dell’UE

Leggi italiane (e dell’UE) e diritti umani

Qualunque atto legislativo - leggi adottate dal Parlamento, anche nella forma di decreti-legge o decreti legislativi - può avere un contenuto che rientra nel campo della protezione dei diritti fondamentali della persona o può avere un impatto su tali diritti. 

Le leggi che sono segnalate in questo Annuario italiano dei diritti umani possono essere, da questo punto di vista:

  1. atti legislativi in materia di diritti umani di portata generale (per esempio, ratifiche di trattati internazionali sui diritti umani anch’essi di portata generale); 
  2. atti legislativi che riguardano materie specifiche attinenti i diritti umani (per esempio leggi che introducono nuovi reati o che intervengono in materia di salute, lavoro, ambiente, immigrazione, ecc.); 
  3. atti legislativi che riguardano la protezione dei diritti umani di gruppi particolari (quali ad esempio minori d’età, persone con disabilità, minoranze, donne, rifugiati, ecc.). 

Un approccio analogo è seguito anche per la segnalazione di leggi regionali e delle province autonome. Considerando le attuali competenze legislative degli enti regionali, le materie monitorate in questo Annuario riguardano, tra l'altro, pari opportunità, cooperazione allo sviluppo, commercio equo e solidale, integrazione degli immigrati, difesa civica, diritti dei bambini, diritti delle persone private della libertà personale, diritti delle minoranze, diritti delle persone con disabilità, solidarietà, promozione sociale, assistenza alle famiglie, educazione alla cittadinanza e alla legalità.

Sempre più spesso, la materia dei diritti umani è influenzata da regolamenti, direttive e decisioni dell’Unione Europea. A partire dalla l. 24 dicembre 2012, n. 234, l’adeguamento dell’ordinamento italiano a quello europeo avviene tramite due strumenti legislativi: la legge europea e la legge di delegazione europea. Mentre la prima contiene norme di diretta attuazione del diritto UE ed è volta a porre rimedio ai casi di non corretto recepimento della normativa europea, la seconda contiene le disposizioni di delega necessarie per il recepimento delle direttive e degli altri atti dell’Unione. Ambiti quali immigrazione e asilo, non-discriminazione, ambiente, privacy e protezione dei dati personali, diritti umani e nuove tecnologie, sono profondamente influenzati dalle norme dell’Unione.

L’Annuario segnala infine anche l’adozione, da parte di enti locali (Comuni e Province) di norme statutarie che riproducono, in forma più o meno completa, la cosiddetta norma «pace diritti umani», una disposizione elaborata negli anni 1980, originariamente contenuta nell’art. 1 della l. r. Veneto 18/1988 (oggi aggiornata dalla l. r. Veneto 21/2018), e da allora inclusa negli statuti di numerosi enti locali e regionali italiani. Il testo standard recita: «Il Comune … (la Provincia … la Regione...), in conformità ai principi costituzionali e alle norme internazionali che riconoscono i diritti innati delle persone umane, sanciscono il ripudio della guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali e promuovono la cooperazione fra i popoli, riconosce nella pace un diritto fondamentale della persona e dei popoli. A tal fine il Comune … (la Provincia … la Regione...) promuove la cultura della pace e dei diritti umani mediante iniziative culturali e di ricerca, di educazione, di cooperazione e di informazione che tendono a fare del Comune una terra di pace. Il Comune … (la Provincia … la Regione...) assumerà iniziative dirette e favorirà quelle di istituzioni culturali e scolastiche, associazioni, gruppi di volontariato e di cooperazione internazionale».
 

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