Il recepimento delle norme europee sui diritti umani in italia nel 2025: la legge 91/2025

Sommario
- Introduzione
- Il meccanismo di delega
- Struttura, contenuto e ambiti di applicazione della legge n. 91/2025
- Rapporto con le decisioni giudiziarie dell'UE
- Principi generali per il recepimento
- Conclusioni
Introduzione
Il 13 giugno 2025 il Parlamento italiano ha approvato la legge n. 91/2025, intitolata Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea, comunemente denominata Legge di delegazione europea 2024.
La legge è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 145 del 25 giugno 2025 ed è entrata in vigore il 10 luglio 2025. La Legge di delegazione europea è lo strumento legislativo annuale con cui il Parlamento delega al Governo il potere di recepire le direttive UE e di attuare altri atti legislativi dell'Unione. Il suo obiettivo principale è quello di superare i ritardi esistenti e prevenirne di nuovi nell'integrazione del diritto dell'Unione. La Legge di delegazione europea 2024 copre un'ampia gamma di settori, dalla cooperazione giudiziaria penale al diritto del lavoro, dalla tutela dell'ambiente ai mercati finanziari e all'inclusione sociale.
Il meccanismo di delega
L'articolo 1 stabilisce il quadro generale della delega. Il governo è autorizzato ad adottare decreti legislativi per l'attuazione e il recepimento degli atti dell'UE, secondo le procedure, i principi e i criteri già stabiliti agli articoli 31 e 32 della legge n. 234/2012. Ai sensi dell'articolo 31 di tale legge, i decreti legislativi devono essere adottati entro termini specifici, collegati ai termini di recepimento delle direttive. I progetti di decreto sono trasmessi alla Camera dei deputati e al Senato, consentendo alle commissioni parlamentari di esprimere il proprio parere prima dell'adozione definitiva. L'articolo 32 della legge n. 234/2012 elenca i principi guida generali, che comprendono la semplificazione delle procedure amministrative, la prevenzione dell'eccesso di regolamentazione, il coordinamento tra le competenze statali e regionali e l'applicazione di sanzioni proporzionate, ove necessario.
Questo sistema garantisce che, pur delegando il potere al governo, il Parlamento mantenga il controllo sul processo legislativo. I decreti legislativi possono prevedere spese solo se necessarie per adempiere agli obblighi dell'UE e solo nei limiti delle risorse già a disposizione delle amministrazioni competenti. Qualora ciò non sia possibile, il finanziamento deve provenire dal Fondo per il recepimento della normativa europea, istituito dall'articolo 41-bis della legge n. 234/2012.
Se il fondo è insufficiente, nuovi decreti che comportano costi aggiuntivi possono essere emanati solo dopo l'adozione di misure legislative separate che stanziano le risorse necessarie, in conformità all'articolo 17, paragrafo 2, della legge n. 196/2009. Ciò garantisce che l'attuazione degli atti dell'UE rimanga finanziariamente sostenibile e subordinata alla previa autorizzazione della spesa.
Le direttive recepite più rilevanti per i diritti umani
La legge è suddivisa in tre capitoli:
- Disposizioni generali: che comprendono la delega al governo, le procedure per l'adozione dei decreti legislativi e le norme relative alle sanzioni.
- Recepimento delle direttive: che delega al governo il recepimento di una serie di direttive in diversi settori politici.
- Attuazione dei regolamenti: al Governo è conferito il potere di adottare disposizioni di attuazione di alcuni regolamenti dell'UE (i regolamenti dell'UE hanno effetto immediato in tutti i paesi dell'UE).
Nel complesso, la legge consente all'Italia di attuare 41 direttive (21 elencate nell'allegato e altre 20 specificate negli articoli) e di garantire il rispetto di 21 regolamenti dell'UE che richiedono misure di attuazione.
Di seguito sono riportate alcune direttive più strettamente connesse alle questioni relative ai diritti umani.
Nel settore della cooperazione giudiziaria penale, il provvedimento prevede il recepimento della direttiva 2024/1226 relativa ai reati e alle sanzioni per la violazione delle misure restrittive dell'UE e della direttiva 2023/1544 relativa all'acquisizione di prove elettroniche nei procedimenti penali. Prevede inoltre il recepimento del regolamento 2023/1543 relativo agli ordini europei di produzione e conservazione di prove elettroniche nei procedimenti penali e all'esecuzione delle pene detentive a seguito di procedimenti penali.
Nel mercato del lavoro, copre la direttiva 2024/2831 relativa alle condizioni di lavoro nelle piattaforme digitali.
Per quanto riguarda la protezione dell'ambiente, include la direttiva 2024/1203 sulla protezione dell'ambiente attraverso il diritto penale e la direttiva 2024/1785 sulle emissioni industriali e le discariche di rifiuti.
La legge affronta anche questioni finanziarie, con disposizioni relative al riciclaggio di denaro, ai mercati degli strumenti finanziari e al punto di accesso unico europeo, nonché misure relative all'inclusione sociale. Particolarmente rilevante in questo ambito è la normativa che introduce la Carta europea della disabilità (direttiva 2024/2841).
Infine, nel settore della protezione dei consumatori, la legge 91/2025 recepisce la direttiva 2023/2225 sui contratti di credito ai consumatori.
Relazione con le decisioni giudiziarie dell'UE
La legge affronta anche la necessità di allineare il diritto nazionale alle sentenze della Corte di giustizia dell'Unione europea (CGUE). L'articolo 3 istituisce un comitato tecnico incaricato di esaminare le implicazioni della sentenza della CGUE del 3 marzo 2022 (causa C-590/20) relativa alla retribuzione dei medici specialisti che hanno iniziato la loro formazione prima del 1982 e l'hanno proseguita dopo il 1° gennaio 1983. Ciò riflette il riconoscimento che il rispetto del diritto dell'UE si estende non solo alle direttive e ai regolamenti, ma anche all'autorità interpretativa della Corte di giustizia.
Principi generali per il recepimento
Sebbene la legge di delega del 2024 stabilisca deleghe specifiche, la sua attuazione rimane inquadrata nei principi generali più ampi della legge n. 234/2012. Questi includono:
- Utilizzo delle strutture amministrative esistenti e massima semplificazione delle procedure;
- adeguamento delle normative esistenti per garantire la coerenza con gli atti dell'UE;
- evitare l'introduzione di norme più severe di quelle richieste dalle direttive dell'UE;
- prevedere sanzioni, se necessario, entro limiti proporzionati;
- rispetto della ripartizione delle competenze tra lo Stato e le regioni;
- garanzia della parità di trattamento tra i cittadini italiani e gli altri cittadini dell'UE.
Questi principi garantiscono la continuità e assicurano che l'esercizio dei poteri delegati sia coerente tra le successive leggi di delega europea.
Conclusione
L'atto di delega europea 2024 (legge n. 91/2025) rappresenta uno strumento completo per garantire la conformità dell'Italia al diritto dell'UE in diversi settori.
La sua struttura garantisce chiarezza, mentre le garanzie finanziarie assicurano che le nuove misure rimangano legate alle risorse disponibili. Il riferimento alla giurisprudenza della Corte di giustizia dell'Unione europea sottolinea che la conformità riguarda non solo gli atti legislativi, ma anche le interpretazioni giurisprudenziali a livello dell'UE.