Ong e associazionismo

“Disarmament at Last” - Appello del Forum Mondiale UBUNTU sul disarmo

Villaggio di Manyang, in Sudan, al termine degli scontri armati. I resti di una capanna distrutta durante gli scontri vicino ad un grande albero spoglio
© UN Photo

Il 30 ottobre scorso, il Forum mondiale delle reti di società civile UBUNTU ha pubblicato sul proprio sito e divulgato il seguente appello con una lista iniziale di autorevoli personalità che lo hanno sottoscritto.

Segue il testo in italiano dell'Appello

Alla fine il disarmo Alla fine degli anni '80, gli accordi di Reykjavik, la fine della guerra fredda e la caduta del muro di Berlino suggerivano che le minacce nucleari e la corsa agli armamenti potessero progressivamente cedere ad un ripensamento delle strategie di guerra e quindi degli armamenti necessari per affrontare nuove tipologie di conflitti.

Questo avrebbe lasciato anche un ampio margine per i “dividendi di pace” che ci avrebbero permesso di inaugurare una nuova era con delle Nazioni Unite rinnovate e dotate delle appropriate risorse umane, finanziarie e tecniche.

Ma non è andata in questo modo. Al contrario la “globalizzazione” ha rimpiazzato i valori democratici con le leggi del mercato, e i paesi più prosperi del mondo (G-7, G-8...) hanno messo da parte le Nazioni Unite fino al punto di porre l'Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) oltre il proprio campo d'azione.

 Il risultato è stato un risonante fallimento economico e – a causa della “avarizia e irresponsabilità” (nelle parole del Presidente Obama) dei grandi conglomerati finanziari – il mondo intero è stato spinto in una crisi multidimensionale (sociale, economica, ambientale, alimentare, democratica, etnica) con le spese militari che sorpassano quotidianamente i 3 miliardi di dollari, mentre allo stesso tempo circa 70.000 persone muoiono per fame e desistenza, la metà dei quali sotto i cinque anni di età.

L'ultimo periodo dell'amministrazione Bush – invasione dell'Iraq, proposta dello scudo anti-missile, ecc. – hanno portato a spese militari persino maggiori, mentre il numero di persone che vivono in condizioni di povertà e fame è cresciuto altrettanto.

Per tutto quanto espresso sopra,

Avendo osservato con sorpresa ed indignazione il “salvataggio” delle istituzioni finanziarie con centinaia di miliardi di dollari, mentre i fondi per gli Obiettivi del Millennio si sono praticamente esauriti,

Vogliamo esprimere il nostro sostegno al Presidente Obama,

1) Per avere preso la guida del processo di disarmo nucleare, come indicato inaspettatamente a Praga durante la sua visita in Europa e poi ratificato presiedendo la sessione del Consiglio di Sicurezza del 24 settembre 2009. Durante questo incontro è stata passata all'unanimità una riduzione negli arsenali nucleari, che potrebbe rappresentare una genuina svolta rispetto ad una delle sfide più importanti dei nostri tempi.

2) Per aver deciso di cancellare il programma per lo scudo anti-missile, che l'amministrazione americana aveva pianificato di installare in Europa. Questa iniziativa facilita l'apertura di nuove cornici per il dialogo che dovrebbero fornire il contesto per l'analisi e la risoluzione dei conflitti internazionali.

3) Per aver dato inizio, dando, a riguardo, istruzioni precise al Segretario alla Difesa Gates, una nuova politica di difesa che rimpiazza, almeno parzialmente, le armi convenzionali (aeroplani, sottomarini, carri armati, ecc.) per quelle che, non solo possono affrontare le minacce di oggi, ma che le possono evitare, individuandole per tempo.

Per questo motivo sottolineiamo la necessità urgente:

i) Di fornire la sicurezza internazionale attraverso le Nazioni Unite, con tutte le misure che sono richieste per un dispiegamento rapido ed efficiente di Caschi Blu.

 ii) Di rivedere urgentemente le obbligazioni contrattuali nelle alleanze militari esistenti, di ridurre l'acquisizione di armi per conflitti “tradizionali” che hanno recentemente riattivato il “mercato degli armamenti” sia in America Latina che nei Paesi orientali.

iii) Con i fondi che non sono più richiesti per tali enormi investimenti in spese militari, dobbiamo riattivare la cooperazione internazionale, allo scopo di sostituire un'economia ampiamente basata sulle guerre con uno sviluppo globale sostenibile (energie rinnovabili, produzione di cibo, produzione e distribuzione di acqua, salute, trasporti e alloggi).

iv) Rivolgiamo questo appello per rafforzare le iniziative sul disarmo esistenti a livello mondiale e specialmente in preparazione della Conferenza di Revisione sul Trattato di non Proliferazione Nucleare la cui realizzazione è prevista per la primavera del 2010.

v) Di stabilire similmente meccanismi adeguati per la risoluzione dei conflitti, con i criteri necessari per i seguiti, il controllo e le responsabilità, e con la partecipazione di tutte le parti coinvolte, che potrebbero mettere le Nazioni Unite in grado di stabilire obiettivi e priorità internazionali e sviluppare programmi con cui queste possono essere raggiunte.

Madrid, 1 Ottobre 2009

(traduzione a cura del Centro diritti umani)

Federico Mayor

Mario Soares

Edgar Morin

Association pour la Pensée Complexe (APC)

Ricardo Diez Hochtleiner

Honorary President Club of Rome

John Foster

North-South Institute & Social Watch

Cândido Grzybowski

Ibase

Hermann Spanjaard

International Council of International Physicians for the Prevention of Nuclear War Mary-Wynne Ashford

Past Co-President International Physicians for the Prevention of Nuclear War

 Louis Barber

EarthAction

 Manuel Chiriboga V.

Rimisp - Centro Latinoamericano para el Desarrollo Rural

Fèlix Martí

Honorary President Linguapax Institute

Antonio Papisca

Unesco Chair in Human Rights, Democracy and Peace – Professor, University of Padua

Jorge Nieto Montesinos

Instituto Internacional Para La Cultura Democrática

Luz Stella Velasquez Barrero

Red Latinoamericana de Estudios Ambientales Urbanos

Arcadi Oliveres

Justicia i Pau Europa

Josep Ferrer

Professor UPC- Barcelona Tech

Ferran Requejo

Professor Pompeu Fabra University– UPF

Manuel Manonelles

Foundation Culture of Peace – Barcelona

Parole chiave

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