FAO, WFP, UE: pubblicato il Rapporto Globale sulle crisi alimentari 2019
L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO), il World Food Programme (WFP) e l’Unione Europea hanno pubblicato il rapporto “Global Report on Food Crises 2019”.
Il rapporto è il frutto del lavoro di 15 istituzioni globali e regionali sotto l’egida del Food Security Information Network, con lo scopo di informare sulla condizione della fame nel mondo.
Dal rapporto emerge che due terzi delle persone che soffrono la fame acuta provengono da otto paesi: Afghanistan, Repubblica Democratica del Congo, Etiopia, Nigeria, Sud Sudan, Sudan, Siria e Yemen. Nonostante nel 2018 ci siano state 11 milioni di persone in meno in situazioni di crisi alimentare rispetto al 2017, sono 17 i paesi nei quali la fame è rimasta agli stessi livelli o è aumentata.
Sono invece 43 milioni in 42 paesi le persone sulla soglia della fame acuta, queste cifre sono dovute in gran parte al cambiamento climatico e disastri ambientali.
Per fame acuta si intende che l'impossibilità di una persona di consumare cibo a sufficienza metta lei stessa e i suoi mezzi di sostentamento in immediato pericolo.
Durante l’evento Global Network Against Food Crises il Segretario generale della FAO, José Graziano da Silva, ha sottolineato la necessità di lavorare su più fronti unendo gli aspetti umanitario, di sviluppo e pace per rafforzare la capacità di resilienza delle popolazioni vulnerabili.
Il concetto è stato anche ribadito dal direttore esecutivo del WFP, David Beasley, che ha evidenziato l’importanza di affrontare le cause che generano situazioni di crisi alimentare: conflitti e instabilità, disastri ambientali imprevedibili, crisi economiche. Beasley ha continuato suggerendo come strategia la creazione di programmi comprensivi volti a rendere le comunità resilienti e preparate a gestire situazioni di crisi.
Maggiori informazioni e il rapporto completo sono disponibili al link sottostante.