Italia: secondo l’esperto delle Nazioni Unite sulla libertà di espressione, il disegno di legge sulle intercettazioni telefoniche dovrebbe essere abolito o rivisto.
Frank La Rue, Relatore Speciale delle Nazioni Unite sulla libertà di espressione, sollecita il Governo italiano a “abolire o rivedere il disegno di legge 1415 in materia di sorveglianza e intercettazioni a fini investigativi”. La Rue ha avvertito che, “se il testo fosse approvato nella forma attuale, potrebbe minare la capacità di fruire del diritto alla libertà d’espressione in Italia”.
Il Disegno di Legge 1415 (Norme in materia d’intercettazioni telefoniche, telematiche e ambientali) è stato approvato dal Senato lo scorso 10 giugno 2010 ed è in attesa di approvazione da parte della Camera dei Deputati. Al momento, secondo il disegno di legge, chiunque non sia accreditato come giornalista professionista può essere condannato alla reclusione per un periodo fino a quattro anni, per aver registrato qualsiasi tipo di comunicazione o conversazione senza il consenso della persona coinvolta e averla pubblicizzata.
“Una sanzione così severa comprometterà seriamente il diritto di ogni individuo di cercare e distribuire informazioni, in violazione del Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici di cui l’Italia è firmataria”, ha rilevato l’esperto indipendente designato dal Consiglio Diritti Umani per monitorare lo stato del diritto alla libertà di opinione ed espressione in tutto il mondo. Il riferimento, in particolare, è all’Articolo 19 del Patto, che stabilisce che: “Ognuno gode del diritto alla libertà di espressione; questo diritto include anche la libertà di cercare, ricevere e distribuire informazioni ed idee di ogni tipo, a prescindere dai limiti, in forma orale, scritta o stampata, o attraverso qualsiasi mezzo di comunicazione”.
La Rue ha anche espresso preoccupazione riguardo all’introduzione di una sanzione per giornalisti e editori che pubblicano il contenuto di materiale trapelato da intercettazioni prima dell’inizio di un processo. “Questa sanzione, che comprende la detenzione fino a trenta giorni e una multa fino a 10.000 euro per i giornalisti e fino a 450.000 euro per gli editori, è sproporzionata rispetto al reato”.
Il Relatore Speciale ha evidenziato che “queste disposizioni potrebbero ostacolare il lavoro di chi opera nel giornalismo investigativo su materie di pubblico interesse, come la corruzione, data l’eccessiva durata dei procedimenti giudiziari in Italia, come ripetutamente sottolineato dal Consiglio d’Europa”.
“Sono consapevole che il disegno di legge è stato presentato a causa di preoccupazioni percepite in merito ai risvolti della pubblicazione di informazioni intercettate nell’ambito di processi giudiziari e al diritto alla riservatezza”, ha affermato La Rue che ha poi aggiunto, “tuttavia, il disegno di legge nella sua forma attuale non costituisce una risposta appropriata a queste preoccupazioni e rappresenta un ostacolo al diritto alla libertà di espressione”.
Evidenziando le dimostrazioni di giornalisti e cittadini che il 9 luglio 2010 si sono tenute in tutto il Paese contro il disegno di legge, l’esperto ha raccomandato al Governo di “astenersi dall’adottare il disegno di legge nella sua forma attuale e impegnarsi in un dialogo proficuo con tutte le parti, soprattutto giornalisti e organi d’informazione, in modo da assicurare che le loro preoccupazioni siano prese in considerazione”.
“Sono pronto a fornire assistenza tecnica per assicurare che il disegno di legge diventi conforme ai parametri internazionali sui diritti umani e sul diritto alla libertà d’espressione”, ha affermato La Rue. “Attendo di impegnarmi con il Governo italiano riguardo a una possibile missione conoscitiva nel 2011 per esaminare lo stato della libertà di stampa e il diritto alla libertà di espressione in Italia”.