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MIUR: diffuse le linee d'indirizzo per il diritto allo studio degli alunni adottati

Uno studente della scuola primaria cancella la lavagna della sua classe, Harare, Etiopia, 12 Giugno 2003
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Il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca (MIUR) ha recentemente diffuso le Linee d’indirizzo per favorire il diritto allo studio degli alunni adottati.

Questo documento vuole essere un agevole strumento di lavoro per diffondere conoscenze e linee programmatiche a carattere teorico-metodologico che consentano al mondo della scuola di garantire a bambini e ragazzi adottati ulteriori opportunità nel loro percorso di crescita.

Le Linee d’indirizzo riconoscono diverse aree critiche, specialmente per quanto riguarda i bambini adottati con adozione internazionale, tra le quali rientrano: difficoltà d’apprendimento e di tipo psico-emotivo, scolarizzazione nei Paesi d’origine, bambini con bisogni speciali, età presunta, fase preadolescenziale e adolescenziale, livello di conoscenza della lingua italiana e identità etnica.

Una seconda parte del testo riporta le buone prassi già esistenti e di cui ogni scuola può dotarsi per l’ambito amministrativo-burocratico (iscrizione, tempi d’inserimento, certificazioni scolastiche), quello comunicativo-relazionale (prima accoglienza, insegnante referente, italiano come seconda lingua) e il percorso di continuità nell’ambito scolastico e con le risorse del territorio come servizi socio-sanitari e associazionismo.

Un terza parte identifica il ruolo spettante a ciascun soggetto coinvolto: Uffici scolastici regionali, dirigenti scolastici, insegnanti referenti, docenti, famiglie e MIUR.

Infine, un’ultima parte riguarda la formazione di tutto il personale scolastico, in quanto ai fini di un percorso scolastico positivo per questi bambini e ragazzi ogni componente scolastica deve avere delle conoscenze di base rispetto al tema dell’adozione e delle attenzioni specifiche da riservare agli studenti adottati e alle loro famiglie.

Il documento intende però sottolineare la diversità di situazioni personali e familiari dei bambini e ragazzi adottati, da un positivo adattamento a situazioni di alta problematicità, ed occorre quindi, come esplicitato nell’introduzione, non avere pregiudizi e non dare per scontata la presenza di criticità per gli studenti adottati.

 

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